INTRODUZIONE Nelle donne affette da Carcinoma mammario sono descritte molteplici complicanze post-chirurgiche, conseguenti sia alla menomazione strutturale resa necessaria dall’asportazione della neoplasia, sia alla compromissione funzionale emergente da un ridotto uso dell’arto superiore omolaterale all’intervento. Benché si ipotizzi un ruolo per la riabilitazione precoce nel prevenire e limitare l’insorgenza di dolore, linfedema, limitazione articolare di spalla e ipostenia dell’arto superiore, gli studi primari sull’argomento sono scarsi. Questa indagine si propone di valutare la prevalenza di complicanze del trattamento chirurgico della mammella a breve termine, identificarne i fattori predittivi al fine di indirizzare le scelte terapeutiche più appropriate. MATERIALI E METODI 1209 soggetti sottoposti ad intervento chirurgico per patologia oncologica mammaria presso la Chirurgia Senologica degli Ospedali Riuniti di Ancona da Gennaio 2004 a Giugno 2012 hanno partecipato ad uno studio osservazionale che prevedeva una fase trasversale di raccolta delle caratteristiche clinico/funzionali e demografiche e una fase prospettica di analisi delle complicanze ad un mese. Sono stati misurati: il ROM della spalla durante i movimenti di elevazione, abduzione, extra- ed intra-rotazione, la circonferenza del braccio e dell’avambraccio (rispettivamente a 10 cm dall’olecrano), il dolore tramite la scala NRS; sono stati inoltre ricercati eventuali deficit stenici e sensitivi e monitorata la ferita chirurgica. Tutte le valutazioni sono state condotte in prima giornata post-operatoria (T1) e a distanza di 30 giorni dall’intervento (T30). RISULTATI L’età media delle pazienti è di 56,2 ± 12 anni (range 28-87 anni). Il 70.5% delle pazienti ha subito una quadrantectomia, il 18,3% una mastectomia radicale, l’11,1 % una mastectomia non radicale. In media la mastectomia radicale viene proposta a donne di età significativamente più avanzata (62 vs 55 anni) rispetto alla quadrantectomia. Nel 71,9% dei casi è stata eseguita una linfadenectomia totale e l’indicazione a questo intervento è diminuita significativamente nel corso degli anni (91% dei casi nel 2004-2005 vs 62 % casi nel 2011-2012). L’impianto di protesi viene effettuato nel 21% dei casi ed in donne in media 7 anni più giovani rispetto alle altre (51 vs 58 anni). Nella maggior parte dei casi l’intervento chirurgico è unilaterale senza differenza significativa di lato (dx 48.7%, sn 47.5%, bilaterale 3.8%). Al T1 si rilevano: dolore alla spalla omolaterale (41%); ipo/anestesia (19.3%); limitazione ROM spalla elevazione (56,8%); limitazione ROM spalla abduzione (60,5%), limitazione ROM spalla extra-intrarotazione (27%); incrementi volumetrici arto superiore (9,6%). Al T30 sono stati valutati 124 soggetti con caratteristiche sovrapponibili alla popolazione di provenienza. Il dolore rappresenta la complicanza più frequente (62% dei casi) e risulta indipendente dalla presenza di dolore in acuto. La limitazione del ROM della spalla è presente nel 39% ed il posizionamento del drenaggio in acuto rappresenta l’unico fattore predisponente (69% vs 33%, Chisquare 9,0; p-value: ,002). Ricorrono inoltre disturbi della sensibilità (ipo-anestesia -50%- e disestesie/parestesie-14%), aderenze cicatriziali (32%), linfosclerosi (24%); quest’ultima complicanza appare indipendente dall’età, dal tipo di intervento e dalla linfadenectomia. Sono stati inoltre rilevati: reazioni cicatriziali/cheloidi (11%), contratture muscolari (9%), linfedema (6%) ed altro (10%, tra cui depressione e neuropatia). CONCLUSIONI Le pazienti sottoposti ad intervento chirurgico per carcinoma della mammella sono soggette a numerose complicanze post-chirurgiche, indipendentemente dall’età e dal tipo di intervento. L’identificazione precoce delle alterazioni clinico-funzionali da parte di un team esperto può consentire di applicare un programma riabilitativo dedicato che favorisca il recupero e prevenga danni permanenti.

Prevalenza e fattori predittivi di disabilita’ nella fase acuta post-chirurgia mammaria / Andrenelli, E; Capecci, Marianna; Marchegiani, M; Fiori, F; Di Biagio, L; Grassi, F; Ceravolo, MARIA GABRIELLA. - In: GIORNALE ITALIANO DI MEDICINA RIABILITATIVA. - ISSN 1128-4935. - STAMPA. - 26:suppl 1 al N2-3.(2012), pp. 1-2.

Prevalenza e fattori predittivi di disabilita’ nella fase acuta post-chirurgia mammaria.

Andrenelli E;CAPECCI, Marianna;CERAVOLO, MARIA GABRIELLA
2012-01-01

Abstract

INTRODUZIONE Nelle donne affette da Carcinoma mammario sono descritte molteplici complicanze post-chirurgiche, conseguenti sia alla menomazione strutturale resa necessaria dall’asportazione della neoplasia, sia alla compromissione funzionale emergente da un ridotto uso dell’arto superiore omolaterale all’intervento. Benché si ipotizzi un ruolo per la riabilitazione precoce nel prevenire e limitare l’insorgenza di dolore, linfedema, limitazione articolare di spalla e ipostenia dell’arto superiore, gli studi primari sull’argomento sono scarsi. Questa indagine si propone di valutare la prevalenza di complicanze del trattamento chirurgico della mammella a breve termine, identificarne i fattori predittivi al fine di indirizzare le scelte terapeutiche più appropriate. MATERIALI E METODI 1209 soggetti sottoposti ad intervento chirurgico per patologia oncologica mammaria presso la Chirurgia Senologica degli Ospedali Riuniti di Ancona da Gennaio 2004 a Giugno 2012 hanno partecipato ad uno studio osservazionale che prevedeva una fase trasversale di raccolta delle caratteristiche clinico/funzionali e demografiche e una fase prospettica di analisi delle complicanze ad un mese. Sono stati misurati: il ROM della spalla durante i movimenti di elevazione, abduzione, extra- ed intra-rotazione, la circonferenza del braccio e dell’avambraccio (rispettivamente a 10 cm dall’olecrano), il dolore tramite la scala NRS; sono stati inoltre ricercati eventuali deficit stenici e sensitivi e monitorata la ferita chirurgica. Tutte le valutazioni sono state condotte in prima giornata post-operatoria (T1) e a distanza di 30 giorni dall’intervento (T30). RISULTATI L’età media delle pazienti è di 56,2 ± 12 anni (range 28-87 anni). Il 70.5% delle pazienti ha subito una quadrantectomia, il 18,3% una mastectomia radicale, l’11,1 % una mastectomia non radicale. In media la mastectomia radicale viene proposta a donne di età significativamente più avanzata (62 vs 55 anni) rispetto alla quadrantectomia. Nel 71,9% dei casi è stata eseguita una linfadenectomia totale e l’indicazione a questo intervento è diminuita significativamente nel corso degli anni (91% dei casi nel 2004-2005 vs 62 % casi nel 2011-2012). L’impianto di protesi viene effettuato nel 21% dei casi ed in donne in media 7 anni più giovani rispetto alle altre (51 vs 58 anni). Nella maggior parte dei casi l’intervento chirurgico è unilaterale senza differenza significativa di lato (dx 48.7%, sn 47.5%, bilaterale 3.8%). Al T1 si rilevano: dolore alla spalla omolaterale (41%); ipo/anestesia (19.3%); limitazione ROM spalla elevazione (56,8%); limitazione ROM spalla abduzione (60,5%), limitazione ROM spalla extra-intrarotazione (27%); incrementi volumetrici arto superiore (9,6%). Al T30 sono stati valutati 124 soggetti con caratteristiche sovrapponibili alla popolazione di provenienza. Il dolore rappresenta la complicanza più frequente (62% dei casi) e risulta indipendente dalla presenza di dolore in acuto. La limitazione del ROM della spalla è presente nel 39% ed il posizionamento del drenaggio in acuto rappresenta l’unico fattore predisponente (69% vs 33%, Chisquare 9,0; p-value: ,002). Ricorrono inoltre disturbi della sensibilità (ipo-anestesia -50%- e disestesie/parestesie-14%), aderenze cicatriziali (32%), linfosclerosi (24%); quest’ultima complicanza appare indipendente dall’età, dal tipo di intervento e dalla linfadenectomia. Sono stati inoltre rilevati: reazioni cicatriziali/cheloidi (11%), contratture muscolari (9%), linfedema (6%) ed altro (10%, tra cui depressione e neuropatia). CONCLUSIONI Le pazienti sottoposti ad intervento chirurgico per carcinoma della mammella sono soggette a numerose complicanze post-chirurgiche, indipendentemente dall’età e dal tipo di intervento. L’identificazione precoce delle alterazioni clinico-funzionali da parte di un team esperto può consentire di applicare un programma riabilitativo dedicato che favorisca il recupero e prevenga danni permanenti.
2012
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