Riassunto. La gravidanza è considerata un periodo ad alto rischio per lo sviluppo di un disturbo depressivo nelle donne, in particolare in quelle con un preesistente disturbo affettivo. Studi epidemiologici indicano che una quota tra il 10 e il 16% delle donne in gravidanza soffre di disturbo depressivo, mentre il 20% sarebbe affetta da disturbi d’ansia. Il mancato trattamento di disturbi affettivi ed ansiosi in gravidanza è stato associato ad un’alterata funzione placentare, un’aumentata incidenza di aborto spontaneo, travaglio precoce, basso peso alla nascita e alterazioni neonatali. L’uso in gravidanza di antidepressivi potrebbe essere responsabile di malformazioni maggiori (rischio teratogeno), di tossicità neonatale, soprattutto relativa a sintomi da sospensione e a disturbi neurocomportamentali a lungo termine. L’improvvisa sospensione di antidepressivi, per timore di effetti indesiderati sul feto, potrebbe, d’altra parte, esporre la donna al rischio di ricadute depressive. La revisione degli studi di farmacovigilanza indica che gli gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (in particolare fluoxetina, paroxetina, sertralina e citalopram) possiedono un rischio teratogeno nell’ambito di quello presente nella popolazione generale. Questi farmaci sono al momento considerati gli antidepressivi di scelta nel trattamento della depressione e dei gravi disturbi d’ansia in gravidanza. Meno informazioni sono disponibili per gli altri farmaci antidepressivi (triciclici, mirtazapina, venlafaxina, escitalopram, duloxetina). Per tutti gli antidepressivi sono stati segnalati nel neonato sintomi da sospensione che tuttavia si sono dimostrati reversibili entro un paio di settimane. Non sono al momento disponibili evidenze forti sul possibile rischio di sequele neurocomportamentali a lungo termine conseguenti all’utilizzo di antidepressivi in gravidanza. Parole chiave. Alterazioni neurocomportamentali, antidepressivi, depressione, disturbi d’ansia, gravidanza, SSRI, teratogenesi, tossicità neonatale.

L'uso dei farmaci antidepressivi in gravidanza / Bellantuono, Cesario; Migliarese, G.; Imperadore, G.. - In: RECENTI PROGRESSI IN MEDICINA. - ISSN 0034-1193. - 97:(2006), pp. 94-107.

L'uso dei farmaci antidepressivi in gravidanza

BELLANTUONO, Cesario;
2006-01-01

Abstract

Riassunto. La gravidanza è considerata un periodo ad alto rischio per lo sviluppo di un disturbo depressivo nelle donne, in particolare in quelle con un preesistente disturbo affettivo. Studi epidemiologici indicano che una quota tra il 10 e il 16% delle donne in gravidanza soffre di disturbo depressivo, mentre il 20% sarebbe affetta da disturbi d’ansia. Il mancato trattamento di disturbi affettivi ed ansiosi in gravidanza è stato associato ad un’alterata funzione placentare, un’aumentata incidenza di aborto spontaneo, travaglio precoce, basso peso alla nascita e alterazioni neonatali. L’uso in gravidanza di antidepressivi potrebbe essere responsabile di malformazioni maggiori (rischio teratogeno), di tossicità neonatale, soprattutto relativa a sintomi da sospensione e a disturbi neurocomportamentali a lungo termine. L’improvvisa sospensione di antidepressivi, per timore di effetti indesiderati sul feto, potrebbe, d’altra parte, esporre la donna al rischio di ricadute depressive. La revisione degli studi di farmacovigilanza indica che gli gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (in particolare fluoxetina, paroxetina, sertralina e citalopram) possiedono un rischio teratogeno nell’ambito di quello presente nella popolazione generale. Questi farmaci sono al momento considerati gli antidepressivi di scelta nel trattamento della depressione e dei gravi disturbi d’ansia in gravidanza. Meno informazioni sono disponibili per gli altri farmaci antidepressivi (triciclici, mirtazapina, venlafaxina, escitalopram, duloxetina). Per tutti gli antidepressivi sono stati segnalati nel neonato sintomi da sospensione che tuttavia si sono dimostrati reversibili entro un paio di settimane. Non sono al momento disponibili evidenze forti sul possibile rischio di sequele neurocomportamentali a lungo termine conseguenti all’utilizzo di antidepressivi in gravidanza. Parole chiave. Alterazioni neurocomportamentali, antidepressivi, depressione, disturbi d’ansia, gravidanza, SSRI, teratogenesi, tossicità neonatale.
2006
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11566/36648
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact