Dignità del lavoratore e responsabilità del datore: profili ricostruttivi e orientamenti giurisprudenziali

In presenza di un rapporto di lavoro subordinato irregolare, l’esposizione sistematica del lavoratore a insulti a sfondo razziale e a condizioni abitative degradanti integra violazione del diritto alla dignità personale e all’integrità psicofisica tutelato dall’art. 2087 c.c., anche in assenza di prova medico-legale di un danno alla salute. Il danno non patrimoniale così derivante è risarcibile, ex art. 1226 c.c., sulla base della prova testimoniale dell’offensività delle condotte e liquidabile equitativamente, senza ulteriori allegazioni, qualora il disvalore del comportamento datoriale emerga in modo oggettivo e reiterato, in ossequio al principio di effettività della tutela della persona-lavoratore.