Il concorso per l’ampliamento del cimitero comunale di Jesi. La piramide e la cittadella

In the spring of 1984, the municipal administration of Jesi announced a national competition for the expansion of the municipal cemetery. The 19 submissions included proposals from both local professionals and those from outside the region. The winning project, designed by Leonardo Ricci, Silvano Rossini, and Franco Luminari, was realized over nearly two decades. Ricci and Rossini were responsible for the detailed design, while Luminari handled the structural design and project management. Despite a promising start, unforeseen cost increases caused delays and criticism, eventually leading to a suspension of the work. The pyramid is the most iconic feature of theproject. Ricci aimed to move away from the macabre image traditionally associated with cemeteries and sought to evoke a sense of historical sacredness. The cemetery was conceived as a “city of the dead,” with various functions represented by different geometric forms. After Ricci’s death in 1994, Rossini and Luminari continued the project, experimenting with the interplay between filled and empty spaces and integrating the design elements. The Jesi cemetery project marked the final phase of Ricci’s career and was continued by his student Rossini, who later found substantial inspiration and career opportunities in this typological theme.

Nella primavera del 1984, l’amministrazione comunale di Jesi, bandì un concorso nazionale per l’ampliamento del cimitero comunale. I 19 progetti che risposero al bando includevano sia proposte da professionisti locali sia da fuori regione. Il progetto vincitore, firmato da Leonardo Ricci, Silvano Rossini e Franco Luminari, fu realizzato in quasi due decenni. La progettazione esecutiva fu suddivisa tra Ricci e Rossini, con Luminari responsabile della progettazione strutturale e direzione dei lavori. Tuttavia, nonostante l’inizio promettente, l’aumento imprevisto dei costi causò ritardi e critiche, portando a una sospensione dei lavori. La piramide è la parte più iconica del progetto. L’intenzione di Ricci fu di distanziarsi dall’immagine macabra dei cimiteri e di cercare una sacralità storica. Il cimitero fu concepito come una “città dei morti” con funzioni segnalate da forme geometriche diverse. Dopo la morte di Ricci nel 1994, Rossini e Luminari continuarono il progetto, sperimentando l’alternanza tra pieni e vuoti e l’integrazione degli spazi. Il progetto per il cimitero di Jesi rappresentò l’ultima fase della carriera di Ricci e segnò un passaggio di testimone con l’allievo Rossini, che in seguito trovò notevoli stimoli e opportunità di lavoro su questo tema tipologico.