Introduzione La pandemia COVID-19 ha non solo causato un elevatissimo numero di vittime, ma ha anche determinato un’importante riduzione dei servizi sanitari, come ad esempio le prestazioni riabilitative sia ambulatoriali che domiciliari.[1] Inoltre, le severe restrizioni applicate per contrastare il dilagare dei contagi hanno avuto un forte impatto dal punto di vista sociale.[2] Questi fattori hanno avuto un peso ancora maggiore nei soggetti con disabilità e, ancor di più, nei loro caregiver. [2,3] Il nostro obiettivo è stato di quello di valutare se la pandemia COVID-19 abbia influito sulle condizioni funzionali dei pazienti affetti da esiti cronici post-ictus e sul livello di stress dei loro caregivers. Materiali e Metodi Uno studio trasversale di coorte è stato condotto tra Marzo e Giugno 2021 intervistando telefonicamente i soggetti affetti da esiti cronici post-ictus cerebri ed i relativi caregiver che avevano partecipato ad una sperimentazione completata nel 2019 (studio MAGIC Horizon 2020 n. 687228) che prevedeva la somministrazione di questionari di rilevazione di dati demografici e clinici, di scale di valutazione clinico-funzionale, quali percezione personale di stato di salute (VAS 0-100), Barthel Index (BI) e Lawton IADL e di misure dello stress del caregiver, quali la Zarit Burden scale. Nel corso del presente studio, i questionari e le scale di misura citate sono state riproposte unitamente alla Beck Depression Inventory (BDI), e ad un questionario di approfondimento sull’evoluzione della condizione socioeconomica familiare emergente dopo il distanziamento sociale obbligato dalla pandemia. I dati raccolti nel 2021 sono stati confrontati con quelli omologhi, registrati nel 2019, attraverso test statistici per dati non parametrici. Risultati 23 soggetti con esiti cronici di ictus (età media 64.5(+8) anni, 11 donne, a distanza di 7(+6) anni dall’ictus, MoCA=23(+5) alla valutazione del 2019) hanno partecipato allo studio. Essi hanno percepito e riferito un peggioramento del proprio stato di salute rispetto all’anno precedente (p=.006) , unitamente ad una maggiore necessità di aiuto nelle attività di vita quotidiana, di base (BI mod. ridotto da 78(+16) a 70(+23) (p=.01)) e strumentali ( IADL:p.001). Durante la pandemia si sono ridotti gli accessi alle strutture di riabilitazione con una diminuzione delle prestazioni fisioterapiche del 55% (p=.005). Il principale caregiver è rappresentato dal familiare, in particolare il coniuge, ma non sono stati evidenziati sostanziali cambiamenti nello stato di stress o nelle ore dedicate alla cura del paziente, invece è stato riferito un netto peggioramento della condizione economica (p<.0001). Il punteggio alla scala Zarit è risultata correlare con il numero di ore dedicate all’assistenza (p=01), al punteggio della BDI (p=.001) ed è maggiore tra le donne (p=.01). Conclusioni Nella condizione di disabilità cronica descritta, la pandemia e la conseguente necessità di distanziamento sociale si sono associati ad un peggioramento delle funzioni globali e della percezione del benessere soggettivo nei pazienti e un peggioramento globale dello stato socio economico familiare.
IMPATTO DELLA PANDEMIA DA SARS-COV-2 SU SOGGETTI CON ESITI CRONICI POST ICTUS ED I LORO CAREGIVERS / Campignoli, Francesca; Baldini, Nicolò; Lombardo, LORENZO PASQUALE; Latanza, Arianna; Ricci, Raffaele; Moriconi, Stefano; Carlino, Riccardo; DI GREGORIO, Sonia; Grafeo, Sascia; Aringolo, Michela; Ercolani, Lauredana; Coccia, Michela; Millevolte, Marzia; Ceravolo, Maria Gabriella; Capecci, Marianna. - (2021).
IMPATTO DELLA PANDEMIA DA SARS-COV-2 SU SOGGETTI CON ESITI CRONICI POST ICTUS ED I LORO CAREGIVERS
Francesca CampignoliPrimo
;Nicolò BaldiniSecondo
;Lorenzo Pasquale Lombardo;Arianna Latanza;Raffaele Ricci;Stefano Moriconi;Riccardo Carlino;Sonia Di Gregorio;Sascia Grafeo;Michela Aringolo;Lauredana Ercolani;Michela Coccia;Marzia Millevolte;Maria Gabriella CeravoloPenultimo
;Marianna CapecciUltimo
2021-01-01
Abstract
Introduzione La pandemia COVID-19 ha non solo causato un elevatissimo numero di vittime, ma ha anche determinato un’importante riduzione dei servizi sanitari, come ad esempio le prestazioni riabilitative sia ambulatoriali che domiciliari.[1] Inoltre, le severe restrizioni applicate per contrastare il dilagare dei contagi hanno avuto un forte impatto dal punto di vista sociale.[2] Questi fattori hanno avuto un peso ancora maggiore nei soggetti con disabilità e, ancor di più, nei loro caregiver. [2,3] Il nostro obiettivo è stato di quello di valutare se la pandemia COVID-19 abbia influito sulle condizioni funzionali dei pazienti affetti da esiti cronici post-ictus e sul livello di stress dei loro caregivers. Materiali e Metodi Uno studio trasversale di coorte è stato condotto tra Marzo e Giugno 2021 intervistando telefonicamente i soggetti affetti da esiti cronici post-ictus cerebri ed i relativi caregiver che avevano partecipato ad una sperimentazione completata nel 2019 (studio MAGIC Horizon 2020 n. 687228) che prevedeva la somministrazione di questionari di rilevazione di dati demografici e clinici, di scale di valutazione clinico-funzionale, quali percezione personale di stato di salute (VAS 0-100), Barthel Index (BI) e Lawton IADL e di misure dello stress del caregiver, quali la Zarit Burden scale. Nel corso del presente studio, i questionari e le scale di misura citate sono state riproposte unitamente alla Beck Depression Inventory (BDI), e ad un questionario di approfondimento sull’evoluzione della condizione socioeconomica familiare emergente dopo il distanziamento sociale obbligato dalla pandemia. I dati raccolti nel 2021 sono stati confrontati con quelli omologhi, registrati nel 2019, attraverso test statistici per dati non parametrici. Risultati 23 soggetti con esiti cronici di ictus (età media 64.5(+8) anni, 11 donne, a distanza di 7(+6) anni dall’ictus, MoCA=23(+5) alla valutazione del 2019) hanno partecipato allo studio. Essi hanno percepito e riferito un peggioramento del proprio stato di salute rispetto all’anno precedente (p=.006) , unitamente ad una maggiore necessità di aiuto nelle attività di vita quotidiana, di base (BI mod. ridotto da 78(+16) a 70(+23) (p=.01)) e strumentali ( IADL:p.001). Durante la pandemia si sono ridotti gli accessi alle strutture di riabilitazione con una diminuzione delle prestazioni fisioterapiche del 55% (p=.005). Il principale caregiver è rappresentato dal familiare, in particolare il coniuge, ma non sono stati evidenziati sostanziali cambiamenti nello stato di stress o nelle ore dedicate alla cura del paziente, invece è stato riferito un netto peggioramento della condizione economica (p<.0001). Il punteggio alla scala Zarit è risultata correlare con il numero di ore dedicate all’assistenza (p=01), al punteggio della BDI (p=.001) ed è maggiore tra le donne (p=.01). Conclusioni Nella condizione di disabilità cronica descritta, la pandemia e la conseguente necessità di distanziamento sociale si sono associati ad un peggioramento delle funzioni globali e della percezione del benessere soggettivo nei pazienti e un peggioramento globale dello stato socio economico familiare.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.