L’articolo propone una riflessione sul tema dei rapporti tra generazioni in Italia. L’esame di alcuni dati strutturali evidenzia come nel 2011 le coorti dei baby boomers (in età tra i 40 e 64 anni) e dei baby busters (15-39 anni) presentino forti differenze in termini di consistenza e di inserimento occupazionale. I divari sono particolarmente elevati, sia rispetto al passato che alle altre nazioni europee. La presenza di coorti caratterizzati da bassa consistenza numerica e diffusa disoccupazione contraddice il paradigma di Easterlin, che lega la parabola umana e professionale di un individuo alla numerosità della propria generazione. Le attuali prospettive occupazionali dei giovani italiani sono ridotte dall’avversa congiuntura economica, dall’aspra e crescente competizione globale, da un mercato del lavoro congestionato dalle precedenti generazioni, più numerose e protette da tutele estese ed incisive. Questi problemi sono amplificati dai limiti del contesto italiano, caratterizzato da bassa mobilità sociale, scarsa valorizzazione dell’istruzione e marginale attenzione all’universo giovanile. Il disagio è parzialmente temperato dalle coorti più anziane, che offrono ai giovani un sostegno cruciale in termini di reddito, disponibilità abitativa, garanzie finanziarie. La metafora della “fila” concilia la tesi di Easterlin con i fatti stilizzati emersi dallo studio dei dati ed evidenzia l’esistenza di un vasto problema generazionale che impone tempestivi interventi per incentivare il ricambio occupazionale, favorire la mobilità sociale e valorizzare le competenze di molti ragazzi, costretti a macerarsi nella logorante e spesso vana attesa di un lavoro “degno”.

Sala d’attesa: numerosità e occupazione delle generazioni in Italia / Morettini, Gabriele. - In: PRISMA. - ISSN 0393-9049. - STAMPA. - 2:(2014), pp. 28-42.

Sala d’attesa: numerosità e occupazione delle generazioni in Italia

Morettini, Gabriele
2014-01-01

Abstract

L’articolo propone una riflessione sul tema dei rapporti tra generazioni in Italia. L’esame di alcuni dati strutturali evidenzia come nel 2011 le coorti dei baby boomers (in età tra i 40 e 64 anni) e dei baby busters (15-39 anni) presentino forti differenze in termini di consistenza e di inserimento occupazionale. I divari sono particolarmente elevati, sia rispetto al passato che alle altre nazioni europee. La presenza di coorti caratterizzati da bassa consistenza numerica e diffusa disoccupazione contraddice il paradigma di Easterlin, che lega la parabola umana e professionale di un individuo alla numerosità della propria generazione. Le attuali prospettive occupazionali dei giovani italiani sono ridotte dall’avversa congiuntura economica, dall’aspra e crescente competizione globale, da un mercato del lavoro congestionato dalle precedenti generazioni, più numerose e protette da tutele estese ed incisive. Questi problemi sono amplificati dai limiti del contesto italiano, caratterizzato da bassa mobilità sociale, scarsa valorizzazione dell’istruzione e marginale attenzione all’universo giovanile. Il disagio è parzialmente temperato dalle coorti più anziane, che offrono ai giovani un sostegno cruciale in termini di reddito, disponibilità abitativa, garanzie finanziarie. La metafora della “fila” concilia la tesi di Easterlin con i fatti stilizzati emersi dallo studio dei dati ed evidenzia l’esistenza di un vasto problema generazionale che impone tempestivi interventi per incentivare il ricambio occupazionale, favorire la mobilità sociale e valorizzare le competenze di molti ragazzi, costretti a macerarsi nella logorante e spesso vana attesa di un lavoro “degno”.
2014
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