Il momento storico che stiamo vivendo così contrassegnato dalla Pandemia e dalle sue conseguenze epocali rende ancora più urgente riportare il tema della pianificazione urbanistica al centro dell’Agenda politica nazionale e locale. La necessità di intervenire sugli effetti della pandemia e in particolare su quelli per la salute pubblica ha catalizzato giustamente, attenzioni e risorse. Come hanno sottolineato ormai molti studiosi, se gli effetti sono evidenti a tutti, le cause principali risiedono nella globalizzazione del sistema economico e di sviluppo e sono quelle che caratterizzano l’antropocene in cui ormai l’uomo si è abituato a vivere (Latour, 2020). Il rapido fluire di merci e persone, l’elevata densità delle megalopoli urbane (come le ha definite Saskia Sassen, 2012) sono diventati il primo imputato di questo processo. Tutti sono ormai concordi sulla necessità di superare questo modello in un’ottica di sviluppo realmente sostenibile verso quello che è stato definito il neoantropocene (Carta, 2019). Le città, in particolare quelle più grandi, con i loro modelli di vita massificati, appaiono come una delle cause più importanti della diffusione del virus. In realtà, esse sono anche una delle possibili soluzioni. Sono il luogo irrinunciabile in cui occorre trovare le modalità per realizzare, finalmente lo sviluppo sostenibile. In questo contesto, la sezione regionale pugliese dell’INU ha ritenuto necessario, insieme agli Ordini professionali e alle Associazioni interessate, tornare a discutere di come pianificare città e territori per renderli maggiormente resilienti e per farle tornare ad essere i luoghi migliori per vivere. Per capire come pianificare, in particolare i territori regionali della Puglia, si intende ripartire dalle prassi, portando in rassegna i piani e le politiche urbane che Comuni, Città Metropolitana, Province e Regione Puglia stanno progettando e attuando per capire cosa sta funzionando, cosa occorre cambiare, quali sono gli ambiti in cui migliorare il governo dei paesaggi e del territorio regionale. Seguendo gli studi e i modelli applicativi dello psicologo tedesco Kurt Lewin (Barbier, 2007), si prova a ricostruire a livello regionale, quel rapporto circolare e sinergico fra “teoria” e “pratica”, in una disciplina, come quella urbanistica, che nasce si sviluppa e si costituisce attraverso un insieme di pratiche che continuano, possibilmente in modo consapevole, a modificare lo stato del territorio e della città (Secchi, 2000).

Verso la Rassegna Urbanistica Regionale / Rotondo, Francesco; Loi, Maristella. - In: URBANISTICA INFORMAZIONI. - ISSN 0392-5005. - ELETTRONICO. - 297(2021), pp. 44-46.

Verso la Rassegna Urbanistica Regionale

Francesco Rotondo
;
Maristella Loi
2021-01-01

Abstract

Il momento storico che stiamo vivendo così contrassegnato dalla Pandemia e dalle sue conseguenze epocali rende ancora più urgente riportare il tema della pianificazione urbanistica al centro dell’Agenda politica nazionale e locale. La necessità di intervenire sugli effetti della pandemia e in particolare su quelli per la salute pubblica ha catalizzato giustamente, attenzioni e risorse. Come hanno sottolineato ormai molti studiosi, se gli effetti sono evidenti a tutti, le cause principali risiedono nella globalizzazione del sistema economico e di sviluppo e sono quelle che caratterizzano l’antropocene in cui ormai l’uomo si è abituato a vivere (Latour, 2020). Il rapido fluire di merci e persone, l’elevata densità delle megalopoli urbane (come le ha definite Saskia Sassen, 2012) sono diventati il primo imputato di questo processo. Tutti sono ormai concordi sulla necessità di superare questo modello in un’ottica di sviluppo realmente sostenibile verso quello che è stato definito il neoantropocene (Carta, 2019). Le città, in particolare quelle più grandi, con i loro modelli di vita massificati, appaiono come una delle cause più importanti della diffusione del virus. In realtà, esse sono anche una delle possibili soluzioni. Sono il luogo irrinunciabile in cui occorre trovare le modalità per realizzare, finalmente lo sviluppo sostenibile. In questo contesto, la sezione regionale pugliese dell’INU ha ritenuto necessario, insieme agli Ordini professionali e alle Associazioni interessate, tornare a discutere di come pianificare città e territori per renderli maggiormente resilienti e per farle tornare ad essere i luoghi migliori per vivere. Per capire come pianificare, in particolare i territori regionali della Puglia, si intende ripartire dalle prassi, portando in rassegna i piani e le politiche urbane che Comuni, Città Metropolitana, Province e Regione Puglia stanno progettando e attuando per capire cosa sta funzionando, cosa occorre cambiare, quali sono gli ambiti in cui migliorare il governo dei paesaggi e del territorio regionale. Seguendo gli studi e i modelli applicativi dello psicologo tedesco Kurt Lewin (Barbier, 2007), si prova a ricostruire a livello regionale, quel rapporto circolare e sinergico fra “teoria” e “pratica”, in una disciplina, come quella urbanistica, che nasce si sviluppa e si costituisce attraverso un insieme di pratiche che continuano, possibilmente in modo consapevole, a modificare lo stato del territorio e della città (Secchi, 2000).
2021
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