Le piccole imprese costituiscono davvero il principale ostacolo alla capacità competitiva del nostro Paese? Questa è la tesi sostenuta da differenti soggetti "Istituzionali"; in realtà, lo studio che viene qui presentato "conduce" a considerazioni differenti. Va innanzitutto osservato che il concetto di piccola dimensione è profondamente cambiato, a fronte dello sviluppo di "sistemi reticolari" ed anche del ricorso al digitale, che ha favorito un processo di democratizzazione diminuendo le "distanze dimensionali" tra le aziende. Un elemento conoscitivo di particolare interesse riguarda la necessità di considerare l'insieme delle MPI come un grande aggregato disomogeneo; è infatti necessario individuare differenti tipologie di imprese, che hanno esigenze diverse (in termini di formazione, di strumenti gestionali, di modelli organizzativi, di modalità di commercializzazione, ecc.). Un ulteriore elemento da sottolineare, soprattutto in relazione alle recenti problematiche che hanno caratterizzato il sistema creditizio italiano, è che non sono state tali imprese a "creare problemi" alle banche; al contrario, queste sono state spesso poco considerate dal sistema creditizio, a differenza delle aziende di maggiori dimensioni. Un altro aspetto che può essere oggetto di riflessione, più volte riscontrato, è il ruolo della burocrazia, come fattore "frenante" allo sviluppo; differenti studi hanno evidenziato che tale "fenomeno" produce effetti ancor più negativi nelle organizzazioni meno strutturate. Il lavoro monografico ha quindi consentito di rilevare la centralità delle piccole imprese, che rappresentano un patrimonio da tutelare e valorizzare; ciò in considerazione dell'elevato "peso" che hanno nel sistema economico nazionale ed in particolare in alcune Regioni. Per queste imprese, pertanto, vanno "costruiti" specifici percorsi di sviluppo. In sostanza, quindi, risulta evidente e "conveniente" per l'intero sistema economico e sociale "facilitare la vita" di questa tipologia di imprese, quasi il contrario di quanto si è riscontrato negli ultimi anni; ciò realizzando interventi di diminuzione del costo del lavoro e di riduzione della tassazione, incentivando gli investimenti e tutelando le produzioni del "Made in Italy": che il viaggio delle piccole imprese continui!
Propensione delle micro e piccole imprese all'innovazione / Moscatelli, L.; Pizzichini, L.. - STAMPA. - (2017), pp. 109-127.
Propensione delle micro e piccole imprese all'innovazione
Moscatelli L.Secondo
Writing – Original Draft Preparation
;Pizzichini L.Primo
Writing – Original Draft Preparation
2017-01-01
Abstract
Le piccole imprese costituiscono davvero il principale ostacolo alla capacità competitiva del nostro Paese? Questa è la tesi sostenuta da differenti soggetti "Istituzionali"; in realtà, lo studio che viene qui presentato "conduce" a considerazioni differenti. Va innanzitutto osservato che il concetto di piccola dimensione è profondamente cambiato, a fronte dello sviluppo di "sistemi reticolari" ed anche del ricorso al digitale, che ha favorito un processo di democratizzazione diminuendo le "distanze dimensionali" tra le aziende. Un elemento conoscitivo di particolare interesse riguarda la necessità di considerare l'insieme delle MPI come un grande aggregato disomogeneo; è infatti necessario individuare differenti tipologie di imprese, che hanno esigenze diverse (in termini di formazione, di strumenti gestionali, di modelli organizzativi, di modalità di commercializzazione, ecc.). Un ulteriore elemento da sottolineare, soprattutto in relazione alle recenti problematiche che hanno caratterizzato il sistema creditizio italiano, è che non sono state tali imprese a "creare problemi" alle banche; al contrario, queste sono state spesso poco considerate dal sistema creditizio, a differenza delle aziende di maggiori dimensioni. Un altro aspetto che può essere oggetto di riflessione, più volte riscontrato, è il ruolo della burocrazia, come fattore "frenante" allo sviluppo; differenti studi hanno evidenziato che tale "fenomeno" produce effetti ancor più negativi nelle organizzazioni meno strutturate. Il lavoro monografico ha quindi consentito di rilevare la centralità delle piccole imprese, che rappresentano un patrimonio da tutelare e valorizzare; ciò in considerazione dell'elevato "peso" che hanno nel sistema economico nazionale ed in particolare in alcune Regioni. Per queste imprese, pertanto, vanno "costruiti" specifici percorsi di sviluppo. In sostanza, quindi, risulta evidente e "conveniente" per l'intero sistema economico e sociale "facilitare la vita" di questa tipologia di imprese, quasi il contrario di quanto si è riscontrato negli ultimi anni; ciò realizzando interventi di diminuzione del costo del lavoro e di riduzione della tassazione, incentivando gli investimenti e tutelando le produzioni del "Made in Italy": che il viaggio delle piccole imprese continui!I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.