Over the past decades Italy appears to have suffered disproportionately severe structural damages and human losses given the magnitude of the earthquakes that occurred. These factual data could be partly legitimized with the high level of vulnerability and exposure resting on the territory. However, it stands to reason that vulnerability mitigation and disaster preparedness policies remain the actual weak point, limiting the capability of authorities and citizens to reduce the dramatic effects on buildings stock and persons. More, the process of recovery and reconstruction after major earthquakes has been mainly based on paternalistic logics, excluding the population from the decision-making process. In addition, the reconstruction processes have been carried out without any standard operating procedure, as demonstrated by the fluctuating strategies put into practice for each situation. The lack of homogeneity in addressing socio economic, managing and technical requirements led to alternate: bottom-up strategies with citizens and institutions worked together to preserve the identity of heritage construction and landscaping; top-down strategies under the control of the National Government with scarce influence of the local autonomies and citizens, in which reconstruction had been driven by political pressures and elite capture phenomena. The only cure to this poor organization is to plan in advance by means of co participation between citizens and local authorities. However, Italian governmental class had demonstrated all along to be reluctant to take the initiative in order to address disaster related issues. In particular, recovery and reconstruction management and planning suffered from the scarce influence of communities in decision making process over disaster risk reduction, the lack of a culture of prevention and the strong tendency to centralize the emergency and recovery operations after a disaster occurs. This research highlights the importance of participation and decentralization in decision making process over recovery and reconstruction after earthquakes. Moreover the study shows the benefits of proactive involvement of citizens in pre-disaster recovery planning either to prevent vulnerability conditions or to plan in advance possible adverse scenarios.

Negli ultimi decenni, l'Italia ha subito danni strutturali e in termini di vite umane che sembrano essere sproporzionati se comparati alla magnitudo dei terremoti che si sono verificati. Ciò può essere solo parzialmente legittimato dall'alto livello di vulnerabilità ed esposizione che insistono sul territorio. Tuttavia, è evidente che le politiche di mitigazione della vulnerabilità e prevenzione dei disastri rimangono il vero punto debole reale, andando a limitare la capacità delle autorità e dei cittadini di ridurre i drammatici effetti sul patrimonio edilizio e sulle persone. Inoltre, il processo di recupero e ricostruzione dopo i grandi terremoti si è principalmente basato su logiche paternalistiche, escludendo la popolazione dal processo decisionale e, in particolare, le attività di ricostruzione sono state condotte senza adottare procedure operative standardizzate, come ampiamente dimostrato dalle strategie fortemente discontinue messe in pratica. La mancanza di omogeneità nell'affrontare necessità di carattere socio-economico, manageriale e tecnico ha portato ad alternare: strategie di tipo bottom-up, dove i cittadini e le istituzioni hanno lavorato insieme per preservare l'identità del paesaggio e del patrimonio edilizio storico e non; strategie di tipo top-down sotto il controllo del governo nazionale, dove la scarsa influenza delle autonomie locali e dei cittadini sul processo di ricostruzione è stata aggravata da pressioni politiche e fenomeni di elite capture. Attualmente, l’unica via percorribile per sanare tale situazione risiede nella pianificazione pre-disastro in compartecipazione tra cittadini e autorità locali. Tuttavia, la classe governativa italiana dimostra da sempre di essere riluttante a prendere iniziativa in tal senso per affrontare le questioni legate disastro. In particolare, la gestione e la pianificazione dei processi di recupero e ricostruzione hanno sofferto: la scarsa influenza delle comunità nel processo decisionale riguardo la riduzione del rischio di disastri, la mancanza di una cultura della prevenzione e la forte tendenza a centralizzare le operazioni dopo il verificarsi di un disastro. Questa ricerca mette in luce l'importanza della partecipazione e del decentramento del potere decisionale nei processi di recupero e ricostruzione dopo i terremoti. Inoltre, lo studio mostra i benefici che un coinvolgimento proattivo della popolazione può apportare alla definizione di un Pre-disaster recovery plan volto sia a prevenire l’instaurarsi di condizioni di vulnerabilità, sia a definire in anticipo le azioni da intraprendere in caso di possibili scenari avversi.

Post-earthquake reconstruction: can participatory pre-disaster recovery planning be effective in Italy? / Magni, Michele. - (2015 Mar 04).

Post-earthquake reconstruction: can participatory pre-disaster recovery planning be effective in Italy?

MAGNI, MICHELE
2015-03-04

Abstract

Over the past decades Italy appears to have suffered disproportionately severe structural damages and human losses given the magnitude of the earthquakes that occurred. These factual data could be partly legitimized with the high level of vulnerability and exposure resting on the territory. However, it stands to reason that vulnerability mitigation and disaster preparedness policies remain the actual weak point, limiting the capability of authorities and citizens to reduce the dramatic effects on buildings stock and persons. More, the process of recovery and reconstruction after major earthquakes has been mainly based on paternalistic logics, excluding the population from the decision-making process. In addition, the reconstruction processes have been carried out without any standard operating procedure, as demonstrated by the fluctuating strategies put into practice for each situation. The lack of homogeneity in addressing socio economic, managing and technical requirements led to alternate: bottom-up strategies with citizens and institutions worked together to preserve the identity of heritage construction and landscaping; top-down strategies under the control of the National Government with scarce influence of the local autonomies and citizens, in which reconstruction had been driven by political pressures and elite capture phenomena. The only cure to this poor organization is to plan in advance by means of co participation between citizens and local authorities. However, Italian governmental class had demonstrated all along to be reluctant to take the initiative in order to address disaster related issues. In particular, recovery and reconstruction management and planning suffered from the scarce influence of communities in decision making process over disaster risk reduction, the lack of a culture of prevention and the strong tendency to centralize the emergency and recovery operations after a disaster occurs. This research highlights the importance of participation and decentralization in decision making process over recovery and reconstruction after earthquakes. Moreover the study shows the benefits of proactive involvement of citizens in pre-disaster recovery planning either to prevent vulnerability conditions or to plan in advance possible adverse scenarios.
4-mar-2015
Negli ultimi decenni, l'Italia ha subito danni strutturali e in termini di vite umane che sembrano essere sproporzionati se comparati alla magnitudo dei terremoti che si sono verificati. Ciò può essere solo parzialmente legittimato dall'alto livello di vulnerabilità ed esposizione che insistono sul territorio. Tuttavia, è evidente che le politiche di mitigazione della vulnerabilità e prevenzione dei disastri rimangono il vero punto debole reale, andando a limitare la capacità delle autorità e dei cittadini di ridurre i drammatici effetti sul patrimonio edilizio e sulle persone. Inoltre, il processo di recupero e ricostruzione dopo i grandi terremoti si è principalmente basato su logiche paternalistiche, escludendo la popolazione dal processo decisionale e, in particolare, le attività di ricostruzione sono state condotte senza adottare procedure operative standardizzate, come ampiamente dimostrato dalle strategie fortemente discontinue messe in pratica. La mancanza di omogeneità nell'affrontare necessità di carattere socio-economico, manageriale e tecnico ha portato ad alternare: strategie di tipo bottom-up, dove i cittadini e le istituzioni hanno lavorato insieme per preservare l'identità del paesaggio e del patrimonio edilizio storico e non; strategie di tipo top-down sotto il controllo del governo nazionale, dove la scarsa influenza delle autonomie locali e dei cittadini sul processo di ricostruzione è stata aggravata da pressioni politiche e fenomeni di elite capture. Attualmente, l’unica via percorribile per sanare tale situazione risiede nella pianificazione pre-disastro in compartecipazione tra cittadini e autorità locali. Tuttavia, la classe governativa italiana dimostra da sempre di essere riluttante a prendere iniziativa in tal senso per affrontare le questioni legate disastro. In particolare, la gestione e la pianificazione dei processi di recupero e ricostruzione hanno sofferto: la scarsa influenza delle comunità nel processo decisionale riguardo la riduzione del rischio di disastri, la mancanza di una cultura della prevenzione e la forte tendenza a centralizzare le operazioni dopo il verificarsi di un disastro. Questa ricerca mette in luce l'importanza della partecipazione e del decentramento del potere decisionale nei processi di recupero e ricostruzione dopo i terremoti. Inoltre, lo studio mostra i benefici che un coinvolgimento proattivo della popolazione può apportare alla definizione di un Pre-disaster recovery plan volto sia a prevenire l’instaurarsi di condizioni di vulnerabilità, sia a definire in anticipo le azioni da intraprendere in caso di possibili scenari avversi.
disaster, rebuilding, decentralization, relocation
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