ABSTRACT Generational transition represents a crucial moment in the life of an enterprise, due to the handover of the entrepreneur (a centralizing figure) to other members of the family in view of his/her retirement from work, or even more so of his/her death. It is an issue particularly felt in Italy, where most of the small and medium-sized enterprises are bound to a family and the ownership of the risk capital and the administration refer to that family. This research study focuses on the complex, ancient yet present issue concerning the relationship between family members and the succession management of small and large shared productive assets, aiming primarily to guarantee the enterprise continuity and to avoid long family conflicts which would be detrimental not only to the enterprise but also to the cohesion of the family. The main subject of this analysis is the family business, as regulated by the Italian Civil Code article “art. 230 bis c.c.”, examining in depth the predominant aspects of this business type, which is currently a subject for controversial tenets and jurisprudence. It also views the family business as a broader concept that defines the financial business area. Furthermore, it analyses the control activity exerted by large entrepreneurial families, both listed and unlisted. Lastly, this study examines the business inheritance agreement (Patto di Famiglia) as an institution introduced in 2006 by our legislator for allowing inter vivos succession of productive assets, aimed at guaranteeing the continuity of management and production over time and avoiding complex family conflicts. It examines the main traits of that institution, its interpretive and operational complexity, in an attempt to understand its unexpectedly little success, despite the enthusiasm shown by both the legislator and by legal literature. This analysis cannot overlook economic and entrepreneurial profiles, which are highly taken into account in this study.

ABSTRACT La transizione generazionale rappresenta un momento critico nella vita dell’impresa, legato al passaggio di testimone dell’imprenditore, accentratore, ad altri soggetti della famiglia in vista del proprio ritiro dal mondo del lavoro, ed ancor più della propria morte. Problema particolarmente sentito in Italia dove la maggior parte delle piccole e medie imprese si lega ad un nucleo familiare, in cui la proprietà del capitale di rischio e l’amministrazione fanno capo ad una famiglia. Questo lavoro focalizza la sua attenzione sulla complessa questione, antica e sempre attuale, della relazione tra i membri di una famiglia e la gestione successoria dei grandi e piccoli patrimoni produttivi condivisi, nell’obiettivo prioritario di garantire la continuità dell’impresa evitando conflitti familiari, lunghi, dannosi tanto per l’impresa che per la coesione familiare. I soggetti protagonisti di questa analisi sono l’impresa familiare quale fattispecie disciplinata nell’art. 230 bis c.c., di cui vengono approfonditi gli aspetti prevalenti, tutt’ora oggetto di controversa dottrina e giurisprudenza. Ed altresì l’impresa a base familiare, la c.d. family business, quale costrutto concettuale più ampio, che definisce l’ambito degli affari economici e l’attività di controllo di un’ampia famiglia imprenditoriale, quotata e non. Da ultimo il lavoro si concentra sull’esame dei patti di famiglia quale istituto che il nostro legislatore ha introdotto nel 2006 al fine di consentire la trasmissione inter vivos del bene produttivo, onde garantirne la continuità gestionale e produttiva nel tempo ed evitare complessi conflitti familiari. Se ne esaminano i profili principali, le complessità interpretative ed operative tentando di capire il perché dello scarso, quanto inaspettato, successo di tale istituto nonostante gli entusiasmi manifestati dal legislatore e dalla letteratura giuridica. Nella consapevolezza dei profili economici ed aziendalistici che l’analisi non può e non deve trascurare.

IL RUOLO DEL PATTO DI FAMIGLIA LA CONTINUITA’ DELL’IMPRESA A BASE FAMILIARE NELLA COMPLESSITA’ SUCCESSORIA / Giuliodori, Maria Cristina. - (2016 Feb 26).

IL RUOLO DEL PATTO DI FAMIGLIA LA CONTINUITA’ DELL’IMPRESA A BASE FAMILIARE NELLA COMPLESSITA’ SUCCESSORIA

Giuliodori, Maria Cristina
2016-02-26

Abstract

ABSTRACT Generational transition represents a crucial moment in the life of an enterprise, due to the handover of the entrepreneur (a centralizing figure) to other members of the family in view of his/her retirement from work, or even more so of his/her death. It is an issue particularly felt in Italy, where most of the small and medium-sized enterprises are bound to a family and the ownership of the risk capital and the administration refer to that family. This research study focuses on the complex, ancient yet present issue concerning the relationship between family members and the succession management of small and large shared productive assets, aiming primarily to guarantee the enterprise continuity and to avoid long family conflicts which would be detrimental not only to the enterprise but also to the cohesion of the family. The main subject of this analysis is the family business, as regulated by the Italian Civil Code article “art. 230 bis c.c.”, examining in depth the predominant aspects of this business type, which is currently a subject for controversial tenets and jurisprudence. It also views the family business as a broader concept that defines the financial business area. Furthermore, it analyses the control activity exerted by large entrepreneurial families, both listed and unlisted. Lastly, this study examines the business inheritance agreement (Patto di Famiglia) as an institution introduced in 2006 by our legislator for allowing inter vivos succession of productive assets, aimed at guaranteeing the continuity of management and production over time and avoiding complex family conflicts. It examines the main traits of that institution, its interpretive and operational complexity, in an attempt to understand its unexpectedly little success, despite the enthusiasm shown by both the legislator and by legal literature. This analysis cannot overlook economic and entrepreneurial profiles, which are highly taken into account in this study.
26-feb-2016
ABSTRACT La transizione generazionale rappresenta un momento critico nella vita dell’impresa, legato al passaggio di testimone dell’imprenditore, accentratore, ad altri soggetti della famiglia in vista del proprio ritiro dal mondo del lavoro, ed ancor più della propria morte. Problema particolarmente sentito in Italia dove la maggior parte delle piccole e medie imprese si lega ad un nucleo familiare, in cui la proprietà del capitale di rischio e l’amministrazione fanno capo ad una famiglia. Questo lavoro focalizza la sua attenzione sulla complessa questione, antica e sempre attuale, della relazione tra i membri di una famiglia e la gestione successoria dei grandi e piccoli patrimoni produttivi condivisi, nell’obiettivo prioritario di garantire la continuità dell’impresa evitando conflitti familiari, lunghi, dannosi tanto per l’impresa che per la coesione familiare. I soggetti protagonisti di questa analisi sono l’impresa familiare quale fattispecie disciplinata nell’art. 230 bis c.c., di cui vengono approfonditi gli aspetti prevalenti, tutt’ora oggetto di controversa dottrina e giurisprudenza. Ed altresì l’impresa a base familiare, la c.d. family business, quale costrutto concettuale più ampio, che definisce l’ambito degli affari economici e l’attività di controllo di un’ampia famiglia imprenditoriale, quotata e non. Da ultimo il lavoro si concentra sull’esame dei patti di famiglia quale istituto che il nostro legislatore ha introdotto nel 2006 al fine di consentire la trasmissione inter vivos del bene produttivo, onde garantirne la continuità gestionale e produttiva nel tempo ed evitare complessi conflitti familiari. Se ne esaminano i profili principali, le complessità interpretative ed operative tentando di capire il perché dello scarso, quanto inaspettato, successo di tale istituto nonostante gli entusiasmi manifestati dal legislatore e dalla letteratura giuridica. Nella consapevolezza dei profili economici ed aziendalistici che l’analisi non può e non deve trascurare.
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