This research focuses on the void topic in European and Italian cities, and it starts from reversing the usual point of view that considers urban space just a buildings defined space. Along these lines, public space design becomes a transversal theme, able to define the city image with its temporal changing: when we try to read our full and layered city’s urban space again, we take the first step to comprehend its inner urban ideas and to get new incitement for our design; moreover today urban void is a practical and relevant problem to solve because the current city sprawl is in conflict with a sustainable development concept. The contemporaneous presence of strong voids, with an immediately recognizable shape, and many other incomprehensible voids, with no design or no use inside, causes increasing urban complexity and forces us to study the reasons and the evolution of this process: our duty to stem the present soil consumption, a non-renewable resource, calls for a reuse and redevelopment approach to the void, based on its real characteristics and potentialities. So it’s necessary to comprehend and rethink about the void in a more suitable way, in comparison with our present needs and resources. That’s why this work begins redefining its starting point, trying to find more appropriate bench marks to analyze and compare the different kind of the void, and then it studies its evolution. So looking into the last fifteen years of design to find out the most innovative strategies for the void problem, it comes out that they all share something: in spite of all the differences, they all agree attaching a great importance to contemporary impermanence and reversibility, giving up the idea of a remaining and congenital to our forma mentis project. So temporariness becomes an answer for the present. This important result, which has just been tested in metropolitan contexts so far, is compared with a typically Italian case study: the city of Ancona. Some relevant results come out: the bench marks we defined at the very beginning of the research are noticeable in each city, regardless its dimensions, so we can consider them good elements for the analysis; the idea of an ephemeral and parasite approach to urban space becomes valid also in the local context, where it’s attested checking the presence of cultural parasitism and temporary events unrest. Finally we focus on some relevant voids, priority areas to start this research application, which is able to trigger important changing with a few resources: a new starting point for a new urban trend.

La ricerca si incentra sul tema del vuoto nella città, prevalentemente europea ed italiana, ribaltando il punto di vista per cui si è soliti identificare lo spazio urbano con quello definito e delimitato dal costruito. In questa direzione il progetto dello spazio pubblico appare un tema trasversale, che ha definito con le sue variazioni l’immagine della città nel corso dei secoli: la rilettura dello spazio urbano, nella città densa e stratificata di oggi, è un primo passo per la comprensione delle idee urbane che ne erano alla base e per la formazione di nuovi stimoli progettuali; ma soprattutto è una problematica utile ed attuale, di fronte ad un modello insediativo diffuso che si scontra con l’imperativo sempre più stringente della sostenibilità. La crescente complessità urbana, fatta non solo di vuoti consolidati e riconoscibili da un punto di vista formale, ma anche di tanti altri spazi che sfuggono alle classificazioni perché residuali e non progettati o in quanto aree non utilizzate, ci obbliga a riflettere sulle motivazioni e i processi che hanno prodotto questa situazione: l’obbligo di arginare il consumo di suolo, risorsa non rinnovabile, passa necessariamente per un approccio al riuso e alla riqualificazione dei vuoti, basati su uno studio reale delle loro caratteristiche e potenzialità. Dunque ci si pone l’obiettivo di comprendere e ripensare il vuoto in modo più coerente alle necessità e alle risorse attuali. A questo proposito si definisce un nuovo punto di partenza, fatto di parametri adeguati ad analizzare e confrontare le diverse tipologie di vuoti, e successivamente se ne analizzano i metabolismi. Quindi, facendo riferimento all’orizzonte progettuale degli ultimi quindici anni, si individuano i contributi più innovativi alla formulazione di nuove strategie per il vuoto; ne emerge un punto in comune: nelle diversità dei singoli approcci, tutti attribuiscono un ruolo fondamentale alla transitorietà ed alla reversibilità del contemporaneo, abbandonando l’idea di una permanenza del progetto, insita nella nostra forma mentis. Dunque il temporaneo emerge come risposta al contemporaneo. Questo importante risultato, finora testato solo su realtà metropolitane, viene confrontato con un caso di studio più sintomatico della realtà urbana italiana: la città di Ancona. Si ottengono risultati notevoli: i parametri definiti ad inizio ricerca si dimostrano rilevabili in ogni centro urbano, a prescindere dalle dimensioni, dunque efficaci elementi da considerare; l’idea di una riappropriazione in chiave effimera e parassitaria degli spazi urbani si rivela fondata anche sul piano locale, dove è confermata dal riscontro di fermenti di un parassitismo culturale e tensioni verso eventi temporanei. Si individuano dei vuoti notevoli, punti prioritari per mettere in atto le tendenze delineate da questo percorso di ricerca, in grado di innescare grandi cambiamenti con poche risorse: un nuovo punto di partenza per nuove vicende urbane.

Vuoti con_temporanei. Un approccio effimero alla città / Babini, Antonella. - (2011 Jan 27).

Vuoti con_temporanei. Un approccio effimero alla città

Babini, Antonella
2011-01-27

Abstract

This research focuses on the void topic in European and Italian cities, and it starts from reversing the usual point of view that considers urban space just a buildings defined space. Along these lines, public space design becomes a transversal theme, able to define the city image with its temporal changing: when we try to read our full and layered city’s urban space again, we take the first step to comprehend its inner urban ideas and to get new incitement for our design; moreover today urban void is a practical and relevant problem to solve because the current city sprawl is in conflict with a sustainable development concept. The contemporaneous presence of strong voids, with an immediately recognizable shape, and many other incomprehensible voids, with no design or no use inside, causes increasing urban complexity and forces us to study the reasons and the evolution of this process: our duty to stem the present soil consumption, a non-renewable resource, calls for a reuse and redevelopment approach to the void, based on its real characteristics and potentialities. So it’s necessary to comprehend and rethink about the void in a more suitable way, in comparison with our present needs and resources. That’s why this work begins redefining its starting point, trying to find more appropriate bench marks to analyze and compare the different kind of the void, and then it studies its evolution. So looking into the last fifteen years of design to find out the most innovative strategies for the void problem, it comes out that they all share something: in spite of all the differences, they all agree attaching a great importance to contemporary impermanence and reversibility, giving up the idea of a remaining and congenital to our forma mentis project. So temporariness becomes an answer for the present. This important result, which has just been tested in metropolitan contexts so far, is compared with a typically Italian case study: the city of Ancona. Some relevant results come out: the bench marks we defined at the very beginning of the research are noticeable in each city, regardless its dimensions, so we can consider them good elements for the analysis; the idea of an ephemeral and parasite approach to urban space becomes valid also in the local context, where it’s attested checking the presence of cultural parasitism and temporary events unrest. Finally we focus on some relevant voids, priority areas to start this research application, which is able to trigger important changing with a few resources: a new starting point for a new urban trend.
27-gen-2011
La ricerca si incentra sul tema del vuoto nella città, prevalentemente europea ed italiana, ribaltando il punto di vista per cui si è soliti identificare lo spazio urbano con quello definito e delimitato dal costruito. In questa direzione il progetto dello spazio pubblico appare un tema trasversale, che ha definito con le sue variazioni l’immagine della città nel corso dei secoli: la rilettura dello spazio urbano, nella città densa e stratificata di oggi, è un primo passo per la comprensione delle idee urbane che ne erano alla base e per la formazione di nuovi stimoli progettuali; ma soprattutto è una problematica utile ed attuale, di fronte ad un modello insediativo diffuso che si scontra con l’imperativo sempre più stringente della sostenibilità. La crescente complessità urbana, fatta non solo di vuoti consolidati e riconoscibili da un punto di vista formale, ma anche di tanti altri spazi che sfuggono alle classificazioni perché residuali e non progettati o in quanto aree non utilizzate, ci obbliga a riflettere sulle motivazioni e i processi che hanno prodotto questa situazione: l’obbligo di arginare il consumo di suolo, risorsa non rinnovabile, passa necessariamente per un approccio al riuso e alla riqualificazione dei vuoti, basati su uno studio reale delle loro caratteristiche e potenzialità. Dunque ci si pone l’obiettivo di comprendere e ripensare il vuoto in modo più coerente alle necessità e alle risorse attuali. A questo proposito si definisce un nuovo punto di partenza, fatto di parametri adeguati ad analizzare e confrontare le diverse tipologie di vuoti, e successivamente se ne analizzano i metabolismi. Quindi, facendo riferimento all’orizzonte progettuale degli ultimi quindici anni, si individuano i contributi più innovativi alla formulazione di nuove strategie per il vuoto; ne emerge un punto in comune: nelle diversità dei singoli approcci, tutti attribuiscono un ruolo fondamentale alla transitorietà ed alla reversibilità del contemporaneo, abbandonando l’idea di una permanenza del progetto, insita nella nostra forma mentis. Dunque il temporaneo emerge come risposta al contemporaneo. Questo importante risultato, finora testato solo su realtà metropolitane, viene confrontato con un caso di studio più sintomatico della realtà urbana italiana: la città di Ancona. Si ottengono risultati notevoli: i parametri definiti ad inizio ricerca si dimostrano rilevabili in ogni centro urbano, a prescindere dalle dimensioni, dunque efficaci elementi da considerare; l’idea di una riappropriazione in chiave effimera e parassitaria degli spazi urbani si rivela fondata anche sul piano locale, dove è confermata dal riscontro di fermenti di un parassitismo culturale e tensioni verso eventi temporanei. Si individuano dei vuoti notevoli, punti prioritari per mettere in atto le tendenze delineate da questo percorso di ricerca, in grado di innescare grandi cambiamenti con poche risorse: un nuovo punto di partenza per nuove vicende urbane.
Vuoti contemporanei
Vuoti temporanei
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Strategie effimere per il vuoto
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