The loss of the significance of urban space, its growing anonymity and its dramatic discontinuity - typical of post-industrial cities - has led to a concentration of the complexity of functions and activities that were once part of the urban space within the rigid boundaries of buildings. Today’s architecture aims to shape innovative and experimental design projects through a procedure that represents the countless conditions of our contemporary society. This procedure points the way to a multicultural architecture which aims to group many different functions, leading to a complex space of constant interchange with the surrounding space. The architectural elements - that are the expression of new cities - are hybrid buildings that host many different and complex functions. They have replaced the mono-functional construction types that had characterised the modern age and which represent spaces and types of social relations that have become insufficient to describe the current complex reality of our lives. Therefore, new special structures have been introduced. Structures where one doesn’t only live, work or socialise. These structures are represented by complex buildings whose characteristics are excessive dimensions (bigness), functional mix, increasing dramatisation of interiors, connection and interchange with the infrastructures and synergies with the existing city. The research herein aims to investigate the topic of increasing dramatisation of the space inside complex buildings, a topic that in recent years has become an important point of discussion in architecture. This research analyses the typical elements of this complexity – in decreasing order, from the more general aspects to the details – in terms of urban spaces, buildings and aesthetics. Multifunctional buildings play a very important role in urban recovery and requalification. The project itself becomes a tool of the dynamic control of transformation; an element of connection among different urban activities; a physical space where the aesthetic responds to functionality but, at the same time, makes functional requirements elements of expression: something more than a simple operation of reparation and completion of the urban space. Therefore, it’s sometimes impossible to revive entire areas, even if hybrid and complex buildings are displaced to strategic and crucial points. The dynamic space of new cities stretches its characteristics from the outside to the inside of buildings which are increasingly complex. So much so that buildings’ open and multifunctional areas are increasingly similar to cities themselves. It’s therefore possible to state that one of the tendencies of today’s architecture consists of making the interiors into a sort of urban universe by “interiorising” the multiple functions and complexity of the city as a sort of urban metaphor. The interiors of complex buildings are spectacular, convoluted, multiform and never unequivocal. They rediscover the role of the main character, the undisguised protagonist of the stage. It’s a cinematic, story-telling, dynamic, amazing, perceptive and “in between” space, a space where private and public coexist without continuity, almost like on a movie set; and a space where they play an important role as scenic components, thanks to their colour and spatial fluidity. Furthermore, the increasing dramatisation of the space is obtained by using advanced and innovative technologies, unusual combinations of different materials, treatment of surfaces and stylistic and figurative choices. The aim of this research is to highlight the evolution and change of the concept of space: from modernity to the contemporary. It also highlights those characters of the spaceshow that can be found in many multifunctional buildings through the analysis of their sections as they are the most significant and important elements which explain the dramatisation of space. The selection of some design projects carried out or simply produced over the last few years allows us to have a true vision of the diversity and complexity of the approach to this topic.

La perdita di significato dello spazio urbano, il suo crescente anonimato e la sua drammatica discontinuità, tipica delle città post - industriali, ha indotto a condensare la complessità delle funzioni e delle attività, che erano una volta specifiche degli spazi urbani, all’interno dei chiusi perimetri degli edifici. L’architettura oggi, attraverso un procedimento che metabolizza le infinite condizioni della società contemporanea, dà forma a progetti innovativi e sperimentali. Questo processo apre la strada a un’architettura multiforme che è in grado di organizzare più variabili, di ragionare in termini di entità ibride, di conseguenza, l’edificio che accoglie funzioni diverse e molteplici, dà luogo a uno spazio complesso in costante interscambio con quello circostante. Gli organismi architettonici, espressione della città recente, sono edifici ibridi, crogiolo di funzioni plurali ed articolate che prendono il posto delle tipologie edilizie monofunzionali che hanno caratterizzato la modernità, riferendosi a spazialità e tipologie di relazioni sociali divenute ormai insufficienti a descrivere la realtà e la complessità dei luoghi. Vengono quindi introdotte, nuove strutture spaziali in cui non si abita, non si lavora o non si socializza solamente. Tali organismi sono rappresentati dagli edifici complessi, condensatori urbani che si contraddistinguono per la dimensione eccessiva (bigness), per la mixitè funzionale, per la spettacolarizzazione dello spazio interno, per la connessione e l’interscambio con le infrastrutture e per le sinergie che costruiscono con la città consolidata. La presente ricerca intende indagare il tema della spettacolarizzazione dello spazio in seno agli edifici complessi che, in epoca recente, assume una posizione di grande rilievo e di notevole centralità nel dibattito architettonico. Essa utilizza elementi di complessità che sono articolati in varie modalità che ritroviamo, con una progressiva discesa di scala, dal generale al particolare, all’interno dello spazio urbano, dell’ edificio e dell’ estetica. Gli edifici polifunzionali, assumono un ruolo di primaria importanza nel recupero e nella riqualificazione urbana. Il progetto diventa uno strumento di controllo dinamico della trasformazione, un elemento di connessione di attività urbane, spazio fisico dove la capacità estetica risponde alla funzionalità ma contemporaneamente fa di questo uno strumento espressivo: qualcosa di più di una semplice operazione di ricucitura e completamento urbano. E’, quindi, talvolta possibile rivitalizzare intere aree, anche attraverso la dislocazione di edifici ibridi e complessi, nei punti strategici e nodali. Lo spazio dinamico della città recente estende le sue caratteristiche dall’esterno all’interno degli organismi edilizi sempre più articolati tanto che le spazialità aperte e plurali dell’edificio sono sempre più prossime ai caratteri della città esterna. E’ quindi possibile affermare che una tendenza dell’architettura odierna consiste nel fare dello spazio interno una specie di universo urbano, nell’interiorizzare la molteplicità e la complessità della città al momento della conformazione dello spazio interno al punto tale da poter pensare l’edificio come una metafora urbana. Lo spazio all’interno degli edifici complessi è spettacolare, articolato, multiforme e mai univoco, esso ricopre un ruolo di attore, di protagonista della scena. Si tratta di uno spazio cinematografico, narrativo, dinamico, straniante, percettivo, en between, in cui pubblico e privato coesistono senza soluzione di continuità, quasi come su un set cinematografico ed in cui giocano un ruolo importante delle componenti come la scenografia, la cromaticità, la fluidità degli spazi ecc. La spettacolarizzazione dello spazio si concretizza a livello estetico attraverso linguaggi quali l’uso del colore, della luce, della trasparenza molto diffusi nella spazialità contemporanea che si pongono in netta antitesi alla matericità e massività della modernità. La complessità dello spazio inoltre viene generata dall’uso di tecnologie avanzate ed innovative, da accostamenti insoliti, audaci o stridenti tra materiali, dal trattamento delle superfici, da scelte stilistiche e figurative. L’obiettivo che questa ricerca si pone è quello di mettere in luce l’evoluzione ed il cambiamento della concezione dello spazio dalla modernità sino ai nostri giorni e di mettere in evidenza i caratteri propri dello spaceshow presenti in molti edifici plurifunzionali attraverso l’analisi delle loro sezioni che risultano gli strumenti più significativi ed incisivi per illustrare lo spazio della spettacolarizzazione. La selezione di alcuni progetti realizzati o soltanto elaborati prevalentemente negli ultimi anni, senza ambire all’esaustività, consente di restituire una visione della diversità e complessità di approccio alla tematica.

"Space show" - La spettacolarizzazione dello spazio(2011 Jan 14).

"Space show" - La spettacolarizzazione dello spazio

-
2011-01-14

Abstract

The loss of the significance of urban space, its growing anonymity and its dramatic discontinuity - typical of post-industrial cities - has led to a concentration of the complexity of functions and activities that were once part of the urban space within the rigid boundaries of buildings. Today’s architecture aims to shape innovative and experimental design projects through a procedure that represents the countless conditions of our contemporary society. This procedure points the way to a multicultural architecture which aims to group many different functions, leading to a complex space of constant interchange with the surrounding space. The architectural elements - that are the expression of new cities - are hybrid buildings that host many different and complex functions. They have replaced the mono-functional construction types that had characterised the modern age and which represent spaces and types of social relations that have become insufficient to describe the current complex reality of our lives. Therefore, new special structures have been introduced. Structures where one doesn’t only live, work or socialise. These structures are represented by complex buildings whose characteristics are excessive dimensions (bigness), functional mix, increasing dramatisation of interiors, connection and interchange with the infrastructures and synergies with the existing city. The research herein aims to investigate the topic of increasing dramatisation of the space inside complex buildings, a topic that in recent years has become an important point of discussion in architecture. This research analyses the typical elements of this complexity – in decreasing order, from the more general aspects to the details – in terms of urban spaces, buildings and aesthetics. Multifunctional buildings play a very important role in urban recovery and requalification. The project itself becomes a tool of the dynamic control of transformation; an element of connection among different urban activities; a physical space where the aesthetic responds to functionality but, at the same time, makes functional requirements elements of expression: something more than a simple operation of reparation and completion of the urban space. Therefore, it’s sometimes impossible to revive entire areas, even if hybrid and complex buildings are displaced to strategic and crucial points. The dynamic space of new cities stretches its characteristics from the outside to the inside of buildings which are increasingly complex. So much so that buildings’ open and multifunctional areas are increasingly similar to cities themselves. It’s therefore possible to state that one of the tendencies of today’s architecture consists of making the interiors into a sort of urban universe by “interiorising” the multiple functions and complexity of the city as a sort of urban metaphor. The interiors of complex buildings are spectacular, convoluted, multiform and never unequivocal. They rediscover the role of the main character, the undisguised protagonist of the stage. It’s a cinematic, story-telling, dynamic, amazing, perceptive and “in between” space, a space where private and public coexist without continuity, almost like on a movie set; and a space where they play an important role as scenic components, thanks to their colour and spatial fluidity. Furthermore, the increasing dramatisation of the space is obtained by using advanced and innovative technologies, unusual combinations of different materials, treatment of surfaces and stylistic and figurative choices. The aim of this research is to highlight the evolution and change of the concept of space: from modernity to the contemporary. It also highlights those characters of the spaceshow that can be found in many multifunctional buildings through the analysis of their sections as they are the most significant and important elements which explain the dramatisation of space. The selection of some design projects carried out or simply produced over the last few years allows us to have a true vision of the diversity and complexity of the approach to this topic.
14-gen-2011
La perdita di significato dello spazio urbano, il suo crescente anonimato e la sua drammatica discontinuità, tipica delle città post - industriali, ha indotto a condensare la complessità delle funzioni e delle attività, che erano una volta specifiche degli spazi urbani, all’interno dei chiusi perimetri degli edifici. L’architettura oggi, attraverso un procedimento che metabolizza le infinite condizioni della società contemporanea, dà forma a progetti innovativi e sperimentali. Questo processo apre la strada a un’architettura multiforme che è in grado di organizzare più variabili, di ragionare in termini di entità ibride, di conseguenza, l’edificio che accoglie funzioni diverse e molteplici, dà luogo a uno spazio complesso in costante interscambio con quello circostante. Gli organismi architettonici, espressione della città recente, sono edifici ibridi, crogiolo di funzioni plurali ed articolate che prendono il posto delle tipologie edilizie monofunzionali che hanno caratterizzato la modernità, riferendosi a spazialità e tipologie di relazioni sociali divenute ormai insufficienti a descrivere la realtà e la complessità dei luoghi. Vengono quindi introdotte, nuove strutture spaziali in cui non si abita, non si lavora o non si socializza solamente. Tali organismi sono rappresentati dagli edifici complessi, condensatori urbani che si contraddistinguono per la dimensione eccessiva (bigness), per la mixitè funzionale, per la spettacolarizzazione dello spazio interno, per la connessione e l’interscambio con le infrastrutture e per le sinergie che costruiscono con la città consolidata. La presente ricerca intende indagare il tema della spettacolarizzazione dello spazio in seno agli edifici complessi che, in epoca recente, assume una posizione di grande rilievo e di notevole centralità nel dibattito architettonico. Essa utilizza elementi di complessità che sono articolati in varie modalità che ritroviamo, con una progressiva discesa di scala, dal generale al particolare, all’interno dello spazio urbano, dell’ edificio e dell’ estetica. Gli edifici polifunzionali, assumono un ruolo di primaria importanza nel recupero e nella riqualificazione urbana. Il progetto diventa uno strumento di controllo dinamico della trasformazione, un elemento di connessione di attività urbane, spazio fisico dove la capacità estetica risponde alla funzionalità ma contemporaneamente fa di questo uno strumento espressivo: qualcosa di più di una semplice operazione di ricucitura e completamento urbano. E’, quindi, talvolta possibile rivitalizzare intere aree, anche attraverso la dislocazione di edifici ibridi e complessi, nei punti strategici e nodali. Lo spazio dinamico della città recente estende le sue caratteristiche dall’esterno all’interno degli organismi edilizi sempre più articolati tanto che le spazialità aperte e plurali dell’edificio sono sempre più prossime ai caratteri della città esterna. E’ quindi possibile affermare che una tendenza dell’architettura odierna consiste nel fare dello spazio interno una specie di universo urbano, nell’interiorizzare la molteplicità e la complessità della città al momento della conformazione dello spazio interno al punto tale da poter pensare l’edificio come una metafora urbana. Lo spazio all’interno degli edifici complessi è spettacolare, articolato, multiforme e mai univoco, esso ricopre un ruolo di attore, di protagonista della scena. Si tratta di uno spazio cinematografico, narrativo, dinamico, straniante, percettivo, en between, in cui pubblico e privato coesistono senza soluzione di continuità, quasi come su un set cinematografico ed in cui giocano un ruolo importante delle componenti come la scenografia, la cromaticità, la fluidità degli spazi ecc. La spettacolarizzazione dello spazio si concretizza a livello estetico attraverso linguaggi quali l’uso del colore, della luce, della trasparenza molto diffusi nella spazialità contemporanea che si pongono in netta antitesi alla matericità e massività della modernità. La complessità dello spazio inoltre viene generata dall’uso di tecnologie avanzate ed innovative, da accostamenti insoliti, audaci o stridenti tra materiali, dal trattamento delle superfici, da scelte stilistiche e figurative. L’obiettivo che questa ricerca si pone è quello di mettere in luce l’evoluzione ed il cambiamento della concezione dello spazio dalla modernità sino ai nostri giorni e di mettere in evidenza i caratteri propri dello spaceshow presenti in molti edifici plurifunzionali attraverso l’analisi delle loro sezioni che risultano gli strumenti più significativi ed incisivi per illustrare lo spazio della spettacolarizzazione. La selezione di alcuni progetti realizzati o soltanto elaborati prevalentemente negli ultimi anni, senza ambire all’esaustività, consente di restituire una visione della diversità e complessità di approccio alla tematica.
Space
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
Tesi.Giombetti.pdf

Solo gestori archivio

Tipologia: Tesi di dottorato
Licenza d'uso: Non specificato
Dimensione 88.03 MB
Formato Adobe PDF
88.03 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri   Richiedi una copia

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11566/241970
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact