During the last twenty years, the water service sector has been affected by deep reforms and, more recently, important regulatory changes have altered its organization further. In this thesis, after chronicling the evolution of legislation in this sector, I examined the allocation of tasks and responsibilities between public and private entities taking part in the water service organization: Government, National Committee of Inspection for the Water Service (CO.N.VI.R.I.), Regions, service managers and, finally, Area Authorities, whose functions will be reassigned by the Regions in consequence of their disbandment. In particular, I covered the area plans, the water service entrusting, the Area Authority’s supervision powers over the managers, the price determination, the Convention as a regulation instrument of the relations between Area Authorities and integrated water service managers, the water service managers, the surveillance and replacement powers over the managers and, finally, the modes a new manager can succeed the outgoing one. I concluded with a summary of the roles and responsibilities pertaining to the corporations involved in the integrated water service functioning. The methods of the service management entrusting to private limited companies, governmentcontrolled companies and government-owned corporations have been analyzed in detail, as they represent a fundamental question with regard to the relationship between public and private in the water service and in view of the fact that the most important regulatory changes of the last decade have been centred right on them. In particular, in 2008, art. 23-bis, introduced by l. n. 133/2008 in consequence of the conversion of decree-law n. 112/2008, made important changes as regards entrusting, especially related to strong restrictions on the use of the government-owned corporation model. In addition, it is necessary to mention the changes concerning the new regulation of local public services, introduced by decreelaw n. 135/09, converted into law 20th November, 2009. In particular, the so-called “water privatization” has sparked a heated debate: actually among the news there’s the expiry of public managements at 31st December, 2010 if they don’t meet strict requirements. Meanwhile, the conversion of government-owned corporations into government-controlled companies is fostered, allowing the continuation of these managements until the expiry date provided for in the service contract on condition that by 31st December, 2011 the Government cedes at least 40% of the capital to a private partner selected with public tender procedure. So, it is a question of great interest and two different referendum against the privatization of this sector were even proposed, although with substantially different features. In order to better analyze what, rather than «privatization» would be better defined as «publicprivate partnership (PPP)», I made a comparison between the new Italian model and that of other leading European countries, especially England, France, Germany, Spain and Holland, so that I could highlight peculiarities and possible strengths and weaknesses. Finally, I tried to delve into the relationships between public and private in the water service, a very peculiar sector. To this end, I examined the role of the entrusting convention as a regulation instrument of the relations between public and private, the risks of uncertainty of revenues and costs of the water service manager, potential and issues of public-private partnership (PPP), the entrusting convention as a long-term contractual agreement and, finally, the question of the renegotiation of the convention.
Il settore del servizio idrico è stato interessato negli ultimi vent’anni da profonde riforme a cui vanno aggiunte, recentemente, importanti novità normative che ne hanno modificato ulteriormente l’organizzazione. Nell’ambito di questa tesi, dopo aver ripercorso l’evoluzione normativa di questo settore, si è proceduto all’esame della ripartizione dei ruoli e delle responsabilità tra i soggetti pubblici e privati coinvolti nell’organizzazione del servizio idrico: il Governo, la Commissione Nazionale di Vigilanza sulle Risorse Idriche (CO.N.VI.R.I.), le Regioni, i gestori del servizio e le Autorità d’Ambito, i cui compiti dovranno essere riassegnati dalle Regioni a causa della soppressione delle stesse. In particolare si è trattato della redazione dei piani d’ambito, dell’affidamento del servizio idrico, dei poteri di controllo dell’autorità d’ambito sul gestore, della determinazione della tariffa, della convenzione come strumento di disciplina dei rapporti tra autorità d’ambito e soggetti gestori del servizio idrico integrato, del gestore del servizio idrico, dei poteri di controllo e sostitutivi nei confronti del soggetto gestore, delle modalità di subentro di un nuovo gestore a quello uscente, concludendo con un riepilogo dei ruoli e delle responsabilità dei soggetti coinvolti nel funzionamento del servizio idrico integrato. Le modalità di affidamento della gestione del servizio a società di capitali private, a società miste pubblico-privato e a società in house sono state oggetto di una approfondita analisi, in quanto rappresentano una questione fondamentale in relazione al rapporto tra pubblico e privato nel servizio idrico e in considerazione del fatto che proprio su di esse si sono concentrate le maggiori novità normative dell’ultimo decennio. In particolare, nel 2008, con l’art. 23-bis, introdotto dalla l. n. 133/2008 in sede di conversione del d.l. n. 112/2008, vi sono state importanti novità in materia di affidamento, legate soprattutto alle forti limitazioni al ricorso al modello della società in house. A queste vanno aggiunte quelle relative alla nuova disciplina dei servizi pubblici locali, introdotta dal d.l. 135/09, convertito nella legge 20 novembre 2009, che hanno suscitato un acceso dibattito sulla c.d. “privatizzazione dell’acqua”: tra le novità, infatti, c’è la previsione della scadenza delle gestioni in house al 31 dicembre 2010, se non si superano stringenti requisiti, e al contempo viene incentivata la trasformazione delle stesse in società miste, permettendo il proseguimento di tali gestioni sino alla scadenza prevista dal contratto di servizio a condizione che entro il 31 dicembre 2011 le amministrazioni cedano almeno il 40% del capitale ad un socio privato selezionato con procedura di gara ad evidenza pubblica. La questione, quindi, è di grande attualità, e sono stati proposti addirittura due diversi refenderum contro la privatizzazione del settore, anche se con caratteristiche sostanzialmente diverse. Al fine di analizzare al meglio quello che, più che con il termine «privatizzazione», andrebbe meglio definito come «partenariato pubblico-privato (PPP)», è stato effettuato un confronto tra il nuovo modello italiano e quello di altri importanti paesi europei, in particolare Inghilterra, Francia, Germania, Spagna e Olanda, al fine di evidenziarne le peculiarità e i possibili punti di forza e di debolezza. Si è cercato, infine, di approfondire proprio i legami tra il ruolo del soggetto pubblico e di quello privato in un settore, quello idrico, dalle caratteristiche assolutamente peculiari. A tal proposito sono stati esaminati il ruolo della convenzione di affidamento come strumento di regolazione dei rapporti tra soggetto pubblico e privato, i rischi che rendono aleatori i ricavi e i costi del gestore del servizio idrico, le potenzialità e le problematiche del partenariato pubblico-privato (PPP), la convenzione di affidamento come accordo contrattuale di lungo termine e la questione della rinegoziazione della convenzione stessa.
Il rapporto tra pubblico e privato nel servizio idrico
CREMONESI, CRISTIANO
2011-02-08
Abstract
Il settore del servizio idrico è stato interessato negli ultimi vent’anni da profonde riforme a cui vanno aggiunte, recentemente, importanti novità normative che ne hanno modificato ulteriormente l’organizzazione. Nell’ambito di questa tesi, dopo aver ripercorso l’evoluzione normativa di questo settore, si è proceduto all’esame della ripartizione dei ruoli e delle responsabilità tra i soggetti pubblici e privati coinvolti nell’organizzazione del servizio idrico: il Governo, la Commissione Nazionale di Vigilanza sulle Risorse Idriche (CO.N.VI.R.I.), le Regioni, i gestori del servizio e le Autorità d’Ambito, i cui compiti dovranno essere riassegnati dalle Regioni a causa della soppressione delle stesse. In particolare si è trattato della redazione dei piani d’ambito, dell’affidamento del servizio idrico, dei poteri di controllo dell’autorità d’ambito sul gestore, della determinazione della tariffa, della convenzione come strumento di disciplina dei rapporti tra autorità d’ambito e soggetti gestori del servizio idrico integrato, del gestore del servizio idrico, dei poteri di controllo e sostitutivi nei confronti del soggetto gestore, delle modalità di subentro di un nuovo gestore a quello uscente, concludendo con un riepilogo dei ruoli e delle responsabilità dei soggetti coinvolti nel funzionamento del servizio idrico integrato. Le modalità di affidamento della gestione del servizio a società di capitali private, a società miste pubblico-privato e a società in house sono state oggetto di una approfondita analisi, in quanto rappresentano una questione fondamentale in relazione al rapporto tra pubblico e privato nel servizio idrico e in considerazione del fatto che proprio su di esse si sono concentrate le maggiori novità normative dell’ultimo decennio. In particolare, nel 2008, con l’art. 23-bis, introdotto dalla l. n. 133/2008 in sede di conversione del d.l. n. 112/2008, vi sono state importanti novità in materia di affidamento, legate soprattutto alle forti limitazioni al ricorso al modello della società in house. A queste vanno aggiunte quelle relative alla nuova disciplina dei servizi pubblici locali, introdotta dal d.l. 135/09, convertito nella legge 20 novembre 2009, che hanno suscitato un acceso dibattito sulla c.d. “privatizzazione dell’acqua”: tra le novità, infatti, c’è la previsione della scadenza delle gestioni in house al 31 dicembre 2010, se non si superano stringenti requisiti, e al contempo viene incentivata la trasformazione delle stesse in società miste, permettendo il proseguimento di tali gestioni sino alla scadenza prevista dal contratto di servizio a condizione che entro il 31 dicembre 2011 le amministrazioni cedano almeno il 40% del capitale ad un socio privato selezionato con procedura di gara ad evidenza pubblica. La questione, quindi, è di grande attualità, e sono stati proposti addirittura due diversi refenderum contro la privatizzazione del settore, anche se con caratteristiche sostanzialmente diverse. Al fine di analizzare al meglio quello che, più che con il termine «privatizzazione», andrebbe meglio definito come «partenariato pubblico-privato (PPP)», è stato effettuato un confronto tra il nuovo modello italiano e quello di altri importanti paesi europei, in particolare Inghilterra, Francia, Germania, Spagna e Olanda, al fine di evidenziarne le peculiarità e i possibili punti di forza e di debolezza. Si è cercato, infine, di approfondire proprio i legami tra il ruolo del soggetto pubblico e di quello privato in un settore, quello idrico, dalle caratteristiche assolutamente peculiari. A tal proposito sono stati esaminati il ruolo della convenzione di affidamento come strumento di regolazione dei rapporti tra soggetto pubblico e privato, i rischi che rendono aleatori i ricavi e i costi del gestore del servizio idrico, le potenzialità e le problematiche del partenariato pubblico-privato (PPP), la convenzione di affidamento come accordo contrattuale di lungo termine e la questione della rinegoziazione della convenzione stessa.File | Dimensione | Formato | |
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