The primary intrahepatic lithiasis is defined as the lithiasis in the bile ducts proximal to the confluence of the right and left hepatic ducts, irrespective of the co-existence of stones in the bile duct and/or gallbladder. This is a disease that is most common in Asia and the Pacific, but the incidence is increasing in Western countries, migrating from endemic areas. In the West, the primary intrahepatic stones may also be the result of benign or malignant strictures, primary or secondary sclerosing cholangitis, the Caroli syndrome or choledochal cysts. The treatment is characterized by a multidisciplinary approach: it has gone from hepatico-digiunostomy (one of the most used treatments for primary intrahepatic stones before 1985), and after 1986 the introduction of interventional radiologic techniques (PTC with or without lithotripsy), endoscopic techniques (ERCP with or without lithotripsy), extracorporeal lithotripsy, and therapy with bile acids. These techniques have been increasingly combined in various ways with hepatectomy, which allows a more radical treatment of the disease. The first liver resections were limited to a one-sided disease which were then extended, achieving liver segmentectomies in the bilateral disease, favoring anatomic resections. The new techniques have enabled laparoscopy and laparoscopic hepatectomy, which are new possibilities of intervention on the bile ducts using the experience of laparoscopic exploration of the common bile duct. We also refer to other treatment options under study, such as chemical bile duct embolization. Finally, in the presence of an advanced disease, liver transplantation has been proposed. All of this thanks to a multidisciplinary approach used by medical specialists in the field of specialized surgery, by experts in various techniques and disciplines, from the hepatologists to cancer surgeons to surgeons who specialize in transplants. Two treated patients ( liver resection ) have been reported.

La calcolosi primaria intraepatica o epatolitiasi si definisce come la litiasi dei dotti biliari prossimali alla confluenza dei dotti epatici destro e sinistro, indipendentemente dalla coesistenza di calcoli nella via biliare principale o nella colecisti. Si tratta di una patologia diffusa soprattutto in Asia e nelle aree del Pacifico, ma la cui incidenza nei paesi occidentali è in aumento per la migrazione da aree endemiche. Inoltre in occidente casi di epatolitiasi possono essere conseguenza di stenosi benigne o maligne, di colangite sclerosante primaria o secondaria, di sindrome di Caroli o di cisti coledociche. Il trattamento è caratterizzato da un approccio multidisciplinare: si è passati dalla colangiodigiunostomia (uno dei trattamenti più eseguiti per epatolitiasi prima del 1985) alla introduzione dopo il 1986 di tecniche radiologiche interventistiche (PTC con o senza litotrissia) o endoscopiche (ERCP con o senza litotrissia), della litotrissia extracorporea, della terapia con acidi biliari. In un crescendo di avanzamenti tecnici e culturali, proprio a seguito della riduzione della morbilità e della mortalità delle resezioni epatiche, queste tecniche sono state sempre più combinate in vario modo alle epatectomie, che hanno consentito un trattamento più radicale della patologia. Le resezioni epatiche dapprima limitate alla malattia unilaterale sono state poi estese quanto ad indicazione alla malattia bilaterale, privilegiando le resezioni anatomiche. Le nuove tecniche laparoscopiche hanno consentito epatectomie laparoscopiche e nuove possibilità di intervento sulle vie biliari sfruttando la esperienza della esplorazione laparoscopica della via biliare principale. In studio altre opzioni terapeutiche come la embolizzazione chimica dei dotti biliari. Infine in presenza di malattia avanzata è stato proposto il trapianto. Il tutto grazie all’apporto multidisciplinare di più specializzazioni mediche e nell’ambito della specializzazione chirurgica di esperti in più tecniche e discipline (dagli epatologi agli oncologi chirurghi ai trapiantisti). Si riportano due casi di calcolosi primaria intraepatica, sottoposti a resezione chirurgica.

Novità e implicazioni nel trattamento della calcolosi primaria intraepatica(2011 Jan 14).

Novità e implicazioni nel trattamento della calcolosi primaria intraepatica

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2011-01-14

Abstract

The primary intrahepatic lithiasis is defined as the lithiasis in the bile ducts proximal to the confluence of the right and left hepatic ducts, irrespective of the co-existence of stones in the bile duct and/or gallbladder. This is a disease that is most common in Asia and the Pacific, but the incidence is increasing in Western countries, migrating from endemic areas. In the West, the primary intrahepatic stones may also be the result of benign or malignant strictures, primary or secondary sclerosing cholangitis, the Caroli syndrome or choledochal cysts. The treatment is characterized by a multidisciplinary approach: it has gone from hepatico-digiunostomy (one of the most used treatments for primary intrahepatic stones before 1985), and after 1986 the introduction of interventional radiologic techniques (PTC with or without lithotripsy), endoscopic techniques (ERCP with or without lithotripsy), extracorporeal lithotripsy, and therapy with bile acids. These techniques have been increasingly combined in various ways with hepatectomy, which allows a more radical treatment of the disease. The first liver resections were limited to a one-sided disease which were then extended, achieving liver segmentectomies in the bilateral disease, favoring anatomic resections. The new techniques have enabled laparoscopy and laparoscopic hepatectomy, which are new possibilities of intervention on the bile ducts using the experience of laparoscopic exploration of the common bile duct. We also refer to other treatment options under study, such as chemical bile duct embolization. Finally, in the presence of an advanced disease, liver transplantation has been proposed. All of this thanks to a multidisciplinary approach used by medical specialists in the field of specialized surgery, by experts in various techniques and disciplines, from the hepatologists to cancer surgeons to surgeons who specialize in transplants. Two treated patients ( liver resection ) have been reported.
14-gen-2011
La calcolosi primaria intraepatica o epatolitiasi si definisce come la litiasi dei dotti biliari prossimali alla confluenza dei dotti epatici destro e sinistro, indipendentemente dalla coesistenza di calcoli nella via biliare principale o nella colecisti. Si tratta di una patologia diffusa soprattutto in Asia e nelle aree del Pacifico, ma la cui incidenza nei paesi occidentali è in aumento per la migrazione da aree endemiche. Inoltre in occidente casi di epatolitiasi possono essere conseguenza di stenosi benigne o maligne, di colangite sclerosante primaria o secondaria, di sindrome di Caroli o di cisti coledociche. Il trattamento è caratterizzato da un approccio multidisciplinare: si è passati dalla colangiodigiunostomia (uno dei trattamenti più eseguiti per epatolitiasi prima del 1985) alla introduzione dopo il 1986 di tecniche radiologiche interventistiche (PTC con o senza litotrissia) o endoscopiche (ERCP con o senza litotrissia), della litotrissia extracorporea, della terapia con acidi biliari. In un crescendo di avanzamenti tecnici e culturali, proprio a seguito della riduzione della morbilità e della mortalità delle resezioni epatiche, queste tecniche sono state sempre più combinate in vario modo alle epatectomie, che hanno consentito un trattamento più radicale della patologia. Le resezioni epatiche dapprima limitate alla malattia unilaterale sono state poi estese quanto ad indicazione alla malattia bilaterale, privilegiando le resezioni anatomiche. Le nuove tecniche laparoscopiche hanno consentito epatectomie laparoscopiche e nuove possibilità di intervento sulle vie biliari sfruttando la esperienza della esplorazione laparoscopica della via biliare principale. In studio altre opzioni terapeutiche come la embolizzazione chimica dei dotti biliari. Infine in presenza di malattia avanzata è stato proposto il trapianto. Il tutto grazie all’apporto multidisciplinare di più specializzazioni mediche e nell’ambito della specializzazione chirurgica di esperti in più tecniche e discipline (dagli epatologi agli oncologi chirurghi ai trapiantisti). Si riportano due casi di calcolosi primaria intraepatica, sottoposti a resezione chirurgica.
Calcolosi intraepatica
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