Verso una città post fordista Gli spazi produttivi nella città contemporanea si caratterizzano per non essere più spazi distinti, estranei alla vita urbana. La città del fordismo era legata ad una forte specializzazione delle funzioni della stessa, distinte tra produzione (la fabbrica), consumo (i quartieri residenziali) e ricreazione (le aree verdi e le infrastrutture sportive). La crisi strutturale globale che ha investito gran parte dell’Europa ha evidenziato, ormai in via definitiva, la necessità di ripensare questi spazi superando l’idea d’isolamento e separazione in cui le novecentesche strutture produttive erano relegate ed evidenziando l’urgenza, non più procrastinabile, nell’affrontare anche per queste aree, le tematiche più stringenti della sostenibilità. L’approccio ecologico nelle aree produttive Italiane: una realtà ancora in fase di sperimentazione In Italia, le Aree produttive ecologicamente attrezzate rappresentano un modello innovativo di area industriali, il cui obiettivo strategico è ridurre al minimo l’impatto ambientale e il consumo di risorse, tendendo alla chiusura dei cicli naturali e basandosi sui principi propri dell’Ecologia Industriale. La qualifica di Apea è uno strumento di valorizzazione ecologico-ambientale del territorio e al tempo stesso un’opzione strategica per la crescita di competitività del sistema produttivo. Un potenziale nuovo tessuto produttivo nasce dalle ceneri del precedente; la rigenerazione si fonda sull’innesto di dispositivi ambientali (infrastrutture verdi e blu) che possono assumere un ruolo strutturale primario di ripristino delle condizioni di svolgimento dei processi naturali. L’incremento del grado di diversità biologica e le capacità auto-rigenerative potenziano le prestazioni qualitative dell’ambiente costruito e migliorano il metabolismo urbano e l’eco-efficienza delle sue diverse componenti per ridurre l’impronta ecologica sul territorio e incrementare il grado di resilienza più complessivo dell’ecosistema urbano. Le infrastrutture ambientali come scheletro della città contemporanea per un nuovo ecosistema urbano In questo scenario le città tornano ad avere un ruolo essenziale nei processi di riorganizzazione della base produttiva, valorizzando le adeguate “costellazioni di esternalità e interdipendenze” necessarie a nuove forme di produzione. Aree produttive resilienti quindi anche come ambienti urbani accoglienti e favorevoli allo sviluppo di attività economiche sensibili all’offerta relazionale materiale e immateriale (di spazi, reti e servizi) e sottese alla costruzione di una nuova economia urbana legata ad un manifatturiero green e del riciclo, alla ricerca e produzione di servizi high-tech, alla cultura e ai media. Contesti rigenerati fondati su nuove reti sia ambientali, di elevata performance ecologica, sia telematiche, supportate da servizi immateriali di comunicazione, controllo e facilitazione politiche di inclusione sociale e capaci di contrastare la crescente marginalità generata dalla crisi. Aree produttive come territori di sperimentazione per reinventare le politiche di welfare dentro la nuova “città pubblica” in termini di risorse, gestione pubblica allargata e definizione di nuove “alleanze urbane”.

Verso un nuovo ecosistema urbano. Infrastrutture verdi e blu per la rigenerazione delle aree produttive nella città post-fordista / Marinelli, Giovanni; Bedini, MARIA ANGELA. - In: URBANISTICA INFORMAZIONI. - ISSN 0392-5005. - ELETTRONICO. - 263(2015), pp. 88-92.

Verso un nuovo ecosistema urbano. Infrastrutture verdi e blu per la rigenerazione delle aree produttive nella città post-fordista

MARINELLI, GIOVANNI;BEDINI, MARIA ANGELA
2015-01-01

Abstract

Verso una città post fordista Gli spazi produttivi nella città contemporanea si caratterizzano per non essere più spazi distinti, estranei alla vita urbana. La città del fordismo era legata ad una forte specializzazione delle funzioni della stessa, distinte tra produzione (la fabbrica), consumo (i quartieri residenziali) e ricreazione (le aree verdi e le infrastrutture sportive). La crisi strutturale globale che ha investito gran parte dell’Europa ha evidenziato, ormai in via definitiva, la necessità di ripensare questi spazi superando l’idea d’isolamento e separazione in cui le novecentesche strutture produttive erano relegate ed evidenziando l’urgenza, non più procrastinabile, nell’affrontare anche per queste aree, le tematiche più stringenti della sostenibilità. L’approccio ecologico nelle aree produttive Italiane: una realtà ancora in fase di sperimentazione In Italia, le Aree produttive ecologicamente attrezzate rappresentano un modello innovativo di area industriali, il cui obiettivo strategico è ridurre al minimo l’impatto ambientale e il consumo di risorse, tendendo alla chiusura dei cicli naturali e basandosi sui principi propri dell’Ecologia Industriale. La qualifica di Apea è uno strumento di valorizzazione ecologico-ambientale del territorio e al tempo stesso un’opzione strategica per la crescita di competitività del sistema produttivo. Un potenziale nuovo tessuto produttivo nasce dalle ceneri del precedente; la rigenerazione si fonda sull’innesto di dispositivi ambientali (infrastrutture verdi e blu) che possono assumere un ruolo strutturale primario di ripristino delle condizioni di svolgimento dei processi naturali. L’incremento del grado di diversità biologica e le capacità auto-rigenerative potenziano le prestazioni qualitative dell’ambiente costruito e migliorano il metabolismo urbano e l’eco-efficienza delle sue diverse componenti per ridurre l’impronta ecologica sul territorio e incrementare il grado di resilienza più complessivo dell’ecosistema urbano. Le infrastrutture ambientali come scheletro della città contemporanea per un nuovo ecosistema urbano In questo scenario le città tornano ad avere un ruolo essenziale nei processi di riorganizzazione della base produttiva, valorizzando le adeguate “costellazioni di esternalità e interdipendenze” necessarie a nuove forme di produzione. Aree produttive resilienti quindi anche come ambienti urbani accoglienti e favorevoli allo sviluppo di attività economiche sensibili all’offerta relazionale materiale e immateriale (di spazi, reti e servizi) e sottese alla costruzione di una nuova economia urbana legata ad un manifatturiero green e del riciclo, alla ricerca e produzione di servizi high-tech, alla cultura e ai media. Contesti rigenerati fondati su nuove reti sia ambientali, di elevata performance ecologica, sia telematiche, supportate da servizi immateriali di comunicazione, controllo e facilitazione politiche di inclusione sociale e capaci di contrastare la crescente marginalità generata dalla crisi. Aree produttive come territori di sperimentazione per reinventare le politiche di welfare dentro la nuova “città pubblica” in termini di risorse, gestione pubblica allargata e definizione di nuove “alleanze urbane”.
2015
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11566/229532
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