La crisi strutturale che stiamo attraversando ha evidenziato con grande forza i limiti di modelli produttivi e approcci settoriali per la governance delle comunità locali e dei territori rurali. L’Unione Europea dovrà ricorrere a una politica agricola comune forte per sviluppare il potenziale di crescita intelligente, sostenibile e inclusiva delle zone rurali. Attraverso l’integrazione di una pluralità di valori e fattori, in cui l’uso dei terreni, il paesaggio e la natura rappresentano fattori inclusivi per processi di coesione sociale, gli “assetti collettivi” italiani , possono esprimere potenzialità inedite di gestione del territorio e di governance socio-territoriale. Queste interessanti “singolarità resilienti ” alternative sia alle logiche del mercato privato che a quelle della produzione di servizi pubblici possono essere potenzialmente in grado di delineare progettualità territoriali originali e innovative forme di “Landscape Urbanism”. Una visione Bioregionalista, dentro la futura Politica Agricola Comune (PAC 2014-2020), in grado di ripensare anche in Italia, usi, funzionalità e forme di gestione bottom-up e community oriented, indirizzata a favorire un’agricoltura efficiente sotto il profilo economico ed ecologico e in grado di preservare un settore agricolo solido e coerente con i principi ispiratori della recente convenzione europea del paesaggio e gli indirizzi di coesione e “innovazione sociale” della programmazione U.E./Horizon 2020.
“Beni comuni e assetti collettivi”: territori innovativi di sperimentazione per uno sviluppo locale equo e sostenibile. Verso un contratto di paesaggio nel Basso Ferrarese / Marinelli, Giovanni; Bronzini, Fabio; Bedini, MARIA ANGELA. - In: PLANUM. - ISSN 1723-0993. - ELETTRONICO. - (2015), pp. 1985-1995.
“Beni comuni e assetti collettivi”: territori innovativi di sperimentazione per uno sviluppo locale equo e sostenibile. Verso un contratto di paesaggio nel Basso Ferrarese
MARINELLI, GIOVANNI;BRONZINI, FABIO;BEDINI, MARIA ANGELA
2015-01-01
Abstract
La crisi strutturale che stiamo attraversando ha evidenziato con grande forza i limiti di modelli produttivi e approcci settoriali per la governance delle comunità locali e dei territori rurali. L’Unione Europea dovrà ricorrere a una politica agricola comune forte per sviluppare il potenziale di crescita intelligente, sostenibile e inclusiva delle zone rurali. Attraverso l’integrazione di una pluralità di valori e fattori, in cui l’uso dei terreni, il paesaggio e la natura rappresentano fattori inclusivi per processi di coesione sociale, gli “assetti collettivi” italiani , possono esprimere potenzialità inedite di gestione del territorio e di governance socio-territoriale. Queste interessanti “singolarità resilienti ” alternative sia alle logiche del mercato privato che a quelle della produzione di servizi pubblici possono essere potenzialmente in grado di delineare progettualità territoriali originali e innovative forme di “Landscape Urbanism”. Una visione Bioregionalista, dentro la futura Politica Agricola Comune (PAC 2014-2020), in grado di ripensare anche in Italia, usi, funzionalità e forme di gestione bottom-up e community oriented, indirizzata a favorire un’agricoltura efficiente sotto il profilo economico ed ecologico e in grado di preservare un settore agricolo solido e coerente con i principi ispiratori della recente convenzione europea del paesaggio e gli indirizzi di coesione e “innovazione sociale” della programmazione U.E./Horizon 2020.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.