Storie di città, storie di uomini e di animali. Evocazioni letterarie e visionarie di una terra radicata nel cuore. Un filo segreto che lega città e territori. Terra di mezzo e terra di confine. Paesaggi di elfi e fate, dove, di notte, comete, serpentine luminose e tappeti di stelle indicano la strada ai viaggiatori. Le Marche hanno un volto di sirena. Qualcosa che si intuisce, affascina e scompare. Un canto suadente e sconosciuto. Nascosto e tenacemente vivo. Tenero e irraggiungibile. Lo sguardo di un viso assorto e trepidante, all’inizio di ogni spartito, segna il ritmo del racconto: il volto della maternità prelude alla ricerca delle nostre radici. “Terra di Marche, Terra Madre” attraversa i tempi e i luoghi della nostra identità, cavalcando le ere di una civiltà antica, dal romanico asciutto e rustico del medioevo, al quattrocento che vola sui loggiati, al barocco dei campanili tempestosi, all’Ottocento sinuoso dalle armonie sconnesse, fino al Novecento, secco e tagliente. I sensi del partire, del risiedere e del resistere si sedimentato nell’anima marchigiana con la forza di una cicatrice, di una stigmate marchiata sulla pelle, il segno di un battesimo e di una rinascita. Un viaggio alle origini dei luoghi costruiti, alla sorgente della nostra madre terra. Il viso di una bambina spalanca gli occhi all’innocenza di una bellezza intangibile. Così “Il battito della mia terra” fa vibrare il cuore pulsante di storia e arte delle nostre contrade e la possibilità che la bellezza salvi le nostre città. E il paesaggio marchigiano mostra i suoi transiti di luce, sulla terra e dal cielo. Il ritratto di un ragazzo custodisce le tracce invisibili di una storia ancora chiusa nel suo enigma, sensibilmente affine ad un immaginario pittorico, giocato su affreschi e dipinti visionari, ombre di un segreto inconscio e delicato. Il volto di un pescatore sussurra storie di uomini e di animali, con la voce smisurata di poeti e scrittori dimenticati. Il genio dei luoghi, le architetture, l’urbanistica assumono il volto della maturità, che svela il mistero che abita ogni frammento di questa terra. Il volto di un vecchio incarna la memoria dei luoghi, le testimonianze di pietra e di parola. Il “respiro luminoso delle Marche” abbraccia un passato radioso, racconta a bassa voce quelle città sparite per sempre. E infine l’epilogo, la storia di un viaggio, e la “Sirena negli occhi”, da cui tutto ha avuto inizio, si allontana dalla sua terra nel sogno di una bellezza impossibile, nell’utopia che i saperi, il fascino di nuovi orizzonti, l’immortalità diano senso all’esistenza, e ritorna infine, gabbiano, nel suo mare. A ricongiungersi con le sue origini. Abstract Stories of cities, people and animals. Literary and visionary evocation of a land rooted deep in our hearts. A secret thread that binds the city and territories. A middle land and borderland. A land of elves and fairies where, at night, comets, brilliant winding lights and a sea of stars, show the way to travellers. The story is unexpectedly seductive. Marche has the face of a mermaid. Something that you sense, that fascinates you and disappears. A melodious unknown song. Hidden and tenaciously alive. Tender and unreachable. The expression of a rapt and eager countenance, at the beginning of each and every musical score, marks the pace of the narrative: the face of maternity preludes the search for our roots. “Land of Marche, Mother Land” passes through the ages and places of our identity, riding the eras of an ancient civilisation. A journey to the origins of built-up places, to the source of our mother land. And finally in the epilogue, the “Mermaid in our eyes” from which everything originated, moves away from its land following a dream of impossible beauty, a Utopia where knowledge, the fascination of new horizons and immortality bring meaning to our existence, and then returns like a seagull to its sea. Returning to its origin.

Marche. Il battito della mia terra - Marche. The Heartbeat of My Land / Bedini, MARIA ANGELA; Bronzini, Fabio; Marinelli, Giovanni. - STAMPA. - (2012).

Marche. Il battito della mia terra - Marche. The Heartbeat of My Land

BEDINI, MARIA ANGELA;BRONZINI, FABIO;MARINELLI, GIOVANNI
2012-01-01

Abstract

Storie di città, storie di uomini e di animali. Evocazioni letterarie e visionarie di una terra radicata nel cuore. Un filo segreto che lega città e territori. Terra di mezzo e terra di confine. Paesaggi di elfi e fate, dove, di notte, comete, serpentine luminose e tappeti di stelle indicano la strada ai viaggiatori. Le Marche hanno un volto di sirena. Qualcosa che si intuisce, affascina e scompare. Un canto suadente e sconosciuto. Nascosto e tenacemente vivo. Tenero e irraggiungibile. Lo sguardo di un viso assorto e trepidante, all’inizio di ogni spartito, segna il ritmo del racconto: il volto della maternità prelude alla ricerca delle nostre radici. “Terra di Marche, Terra Madre” attraversa i tempi e i luoghi della nostra identità, cavalcando le ere di una civiltà antica, dal romanico asciutto e rustico del medioevo, al quattrocento che vola sui loggiati, al barocco dei campanili tempestosi, all’Ottocento sinuoso dalle armonie sconnesse, fino al Novecento, secco e tagliente. I sensi del partire, del risiedere e del resistere si sedimentato nell’anima marchigiana con la forza di una cicatrice, di una stigmate marchiata sulla pelle, il segno di un battesimo e di una rinascita. Un viaggio alle origini dei luoghi costruiti, alla sorgente della nostra madre terra. Il viso di una bambina spalanca gli occhi all’innocenza di una bellezza intangibile. Così “Il battito della mia terra” fa vibrare il cuore pulsante di storia e arte delle nostre contrade e la possibilità che la bellezza salvi le nostre città. E il paesaggio marchigiano mostra i suoi transiti di luce, sulla terra e dal cielo. Il ritratto di un ragazzo custodisce le tracce invisibili di una storia ancora chiusa nel suo enigma, sensibilmente affine ad un immaginario pittorico, giocato su affreschi e dipinti visionari, ombre di un segreto inconscio e delicato. Il volto di un pescatore sussurra storie di uomini e di animali, con la voce smisurata di poeti e scrittori dimenticati. Il genio dei luoghi, le architetture, l’urbanistica assumono il volto della maturità, che svela il mistero che abita ogni frammento di questa terra. Il volto di un vecchio incarna la memoria dei luoghi, le testimonianze di pietra e di parola. Il “respiro luminoso delle Marche” abbraccia un passato radioso, racconta a bassa voce quelle città sparite per sempre. E infine l’epilogo, la storia di un viaggio, e la “Sirena negli occhi”, da cui tutto ha avuto inizio, si allontana dalla sua terra nel sogno di una bellezza impossibile, nell’utopia che i saperi, il fascino di nuovi orizzonti, l’immortalità diano senso all’esistenza, e ritorna infine, gabbiano, nel suo mare. A ricongiungersi con le sue origini. Abstract Stories of cities, people and animals. Literary and visionary evocation of a land rooted deep in our hearts. A secret thread that binds the city and territories. A middle land and borderland. A land of elves and fairies where, at night, comets, brilliant winding lights and a sea of stars, show the way to travellers. The story is unexpectedly seductive. Marche has the face of a mermaid. Something that you sense, that fascinates you and disappears. A melodious unknown song. Hidden and tenaciously alive. Tender and unreachable. The expression of a rapt and eager countenance, at the beginning of each and every musical score, marks the pace of the narrative: the face of maternity preludes the search for our roots. “Land of Marche, Mother Land” passes through the ages and places of our identity, riding the eras of an ancient civilisation. A journey to the origins of built-up places, to the source of our mother land. And finally in the epilogue, the “Mermaid in our eyes” from which everything originated, moves away from its land following a dream of impossible beauty, a Utopia where knowledge, the fascination of new horizons and immortality bring meaning to our existence, and then returns like a seagull to its sea. Returning to its origin.
2012
9788876636653
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11566/68866
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