Il lavoro degli economisti agrari contemporanei di Bandini è segnato dal tentativo di fornire risposta ad una difficoltà storica dell’Economia agraria. Tale difficoltà consisteva nella mancanza di un corpo teorico unitario della materia, capace di rappresentare in modo sintetico la realtà produttiva agricola la cui unità produttiva si era andata via via trasformando passando da ”azienda” agraria a ”impresa” agraria. Il tentativo di Bandini e degli economisti agrari del suo tempo di ricercare quel principio di “unitarietà”, la cui mancanza oscurava la dignità scientifica della disciplina viene sviluppato senza rinunciare a quella dimensione analitica e, in particolare, strettamente collegata alla tradizione della Scuola degli agronomi e, poi, a Serpieri. Dimensione analitica che pure, insieme all’unitarietà teorica, costituisce, inscindibilmente, come era ben chiaro in Serpieri, la seconda delle condizioni essenziali ai fini della scientificità della disciplina. L’Economia agraria continua a essere priva di una sintesi efficace tra il momento analitico e quello teorico. Anche, e soprattutto, dopo la sistemazione teorica effettuata da Di Cocco, si afferma definitivamente la figura dell’Economista agrario attuale, caratterizzato da una sorta di “complesso di Giano”, una bifrontalità che mostra una faccia teorica da una parte e una faccia analitico-descrittiva dall’altra. La fronte teorica viene esposta nelle occasioni accademiche o quando si tratti di mostrare la raffinatezza teorica della materia, e si avvale di tutto l’apparato marginalista. La fronte analitico-descrittiva viene invece esposta quando si tratti di scendere realmente nel campo d’indagine dei reali processi della produzione economico agraria e si avvale di un bagaglio strumentale raccolto nel tempo e costituito dai cosiddetti “metodi”. Quella dei “metodi” costituisce una rastrelliera metodologica e strumentale fondamentale a cui l’economista agrario deve attingere quando si presenta la necessità di comprendere i meccanismi economico produttivi dell’impresa agraria. Lì vi può trovare apporti disciplinari di molteplice origine: da quelli tecnico-agronomici, a quelli meccanico-agrari, a quelli estimativi, a quelli contabili-finanziari. Quello dei “metodi” costituisce un bagaglio importantissimo il cui insieme, pur non arrivando a fornire unitarietà teorica ed esaustività scientifica alla disciplina, testimonia della vitalità analitica della storia del pensiero economico agrario. Infatti, l’Economia agraria non ha mai rinunciato definitivamente a poter pervenire ad una efficace rappresentazione scientifica di quei particolari tipi di processo produttivo che sono costituiti dalla produzione economica agricola. In questo senso, Bandini costituisce una figura importante dell’Economia agraria italiana alle prese con l’eterno, irrisolto dilemma tra le esigenze di una strumentazione analitica versatile e multidisciplinare e le necessità di un “tutto armonico” capace di ricondurre a unitarietà teorica, a poche ben identificate leggi, l’infinita articolazione fenomenica.
Leconomia agraria italiana tra analisi dei processi e sintesi teorica / Petrocchi, Roberto; Zedde, S.. - (2004), pp. 187-234.
Leconomia agraria italiana tra analisi dei processi e sintesi teorica
PETROCCHI, ROBERTO;
2004-01-01
Abstract
Il lavoro degli economisti agrari contemporanei di Bandini è segnato dal tentativo di fornire risposta ad una difficoltà storica dell’Economia agraria. Tale difficoltà consisteva nella mancanza di un corpo teorico unitario della materia, capace di rappresentare in modo sintetico la realtà produttiva agricola la cui unità produttiva si era andata via via trasformando passando da ”azienda” agraria a ”impresa” agraria. Il tentativo di Bandini e degli economisti agrari del suo tempo di ricercare quel principio di “unitarietà”, la cui mancanza oscurava la dignità scientifica della disciplina viene sviluppato senza rinunciare a quella dimensione analitica e, in particolare, strettamente collegata alla tradizione della Scuola degli agronomi e, poi, a Serpieri. Dimensione analitica che pure, insieme all’unitarietà teorica, costituisce, inscindibilmente, come era ben chiaro in Serpieri, la seconda delle condizioni essenziali ai fini della scientificità della disciplina. L’Economia agraria continua a essere priva di una sintesi efficace tra il momento analitico e quello teorico. Anche, e soprattutto, dopo la sistemazione teorica effettuata da Di Cocco, si afferma definitivamente la figura dell’Economista agrario attuale, caratterizzato da una sorta di “complesso di Giano”, una bifrontalità che mostra una faccia teorica da una parte e una faccia analitico-descrittiva dall’altra. La fronte teorica viene esposta nelle occasioni accademiche o quando si tratti di mostrare la raffinatezza teorica della materia, e si avvale di tutto l’apparato marginalista. La fronte analitico-descrittiva viene invece esposta quando si tratti di scendere realmente nel campo d’indagine dei reali processi della produzione economico agraria e si avvale di un bagaglio strumentale raccolto nel tempo e costituito dai cosiddetti “metodi”. Quella dei “metodi” costituisce una rastrelliera metodologica e strumentale fondamentale a cui l’economista agrario deve attingere quando si presenta la necessità di comprendere i meccanismi economico produttivi dell’impresa agraria. Lì vi può trovare apporti disciplinari di molteplice origine: da quelli tecnico-agronomici, a quelli meccanico-agrari, a quelli estimativi, a quelli contabili-finanziari. Quello dei “metodi” costituisce un bagaglio importantissimo il cui insieme, pur non arrivando a fornire unitarietà teorica ed esaustività scientifica alla disciplina, testimonia della vitalità analitica della storia del pensiero economico agrario. Infatti, l’Economia agraria non ha mai rinunciato definitivamente a poter pervenire ad una efficace rappresentazione scientifica di quei particolari tipi di processo produttivo che sono costituiti dalla produzione economica agricola. In questo senso, Bandini costituisce una figura importante dell’Economia agraria italiana alle prese con l’eterno, irrisolto dilemma tra le esigenze di una strumentazione analitica versatile e multidisciplinare e le necessità di un “tutto armonico” capace di ricondurre a unitarietà teorica, a poche ben identificate leggi, l’infinita articolazione fenomenica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.