Studi recenti mettono in discussione i metodi di ricerca utilizzati nei lavori di management, da cui sono derivate alcune teorie, come quella dell’agenzia, che continua ad informare gli studi sulla corporate governance anche di fronte a numerosi casi di confutazione del paradigma dominante. La pretesa di conoscenza, una visione ideologica pessimistica sulla natura umana e sul ruolo delle imprese nella società, provocano l’elaborazione di teorie le quali, piuttosto che verificare le ipote-si di ricerca, tendono ad autoavverarsi . Ciò che viene contestato è l’impiego di modelli deterministici, tipici delle scienze naturali, nelle scienze sociali, tra le quali rientra il management, nell’idea che un’adeguata scientificità delle elaborazioni sia garantita dall’applicazione dei metodi quantitativi e dei relativi strumenti che garantiscono il determinismo causale. A tal fine però, devono essere effettuate assunzioni che eliminano le implicazioni morali, etiche, motivazionali relative al comportamento degli individui, elementi basilari nell’esercizio delle pratiche manageriali. Alla luce di queste considerazioni diviene interessante verificare come le aziende familiari italiane possano essere osservate nella prospettiva della loro professionalizzazione, anche in funzione del vettore di obiettivi che guida l’azione di proprietari e manager. Queste, infatti, sono caratterizzate da una particolare configurazione istituzionale per cui, a differenza che nelle grandi corporations (ambiente tipico di riferimento per le teorie sopra citate), la proprietà è formata da una o poche famiglie legate da vincoli di parentela o da solidi accordi ed è facilmente identificabile. Le aziende familiari sono prevalentemente di dimensione media o piccola ma, anche quando esse assumono proporzioni più elevate, la proprietà è spesso presente attivamente nella gestione ed i suoi membri occupano posizioni negli organi di governo e nella compagine manageriale. Tutto ciò implica, innanzitutto, un avvicinamento nelle posizioni che le varie teorie postulano come separate all’interno dell’azienda e la creazione di un insieme di relazioni che non sono regolate unicamente da condizioni contrattuali, ma implicano la considerazione di ipotesi che sfuggono al determinismo tipico di certi modelli e rendono impossibile la definizione di assunzioni omogenee e uniformi del comportamento umano. In altre parole, assumendo l’ottica tipica del pluralismo interpretativo risulta difficoltoso individuare rigidi schemi nei quali si assuma un’unica assunzione circa il comportamento delle persone, che sarebbe informato all’istinto puramente egoistico della natura umana. Nelle aziende familiari, dove l’elemento umano assume un ruolo fondamentale nell’impostazione dei rapporti tra i vari interlocutori, il riferimento all’applicazione di un solo modello di comportamento costituisce ancora di più una semplificazione che non tiene conto della reale complessità che caratterizza il fenomeno.

Processi di professionalizzazione delle imprese familiari. Alcune evidenze empiriche / DEL BENE, Luca. - (2008), pp. 325-344.

Processi di professionalizzazione delle imprese familiari. Alcune evidenze empiriche

DEL BENE, luca
2008-01-01

Abstract

Studi recenti mettono in discussione i metodi di ricerca utilizzati nei lavori di management, da cui sono derivate alcune teorie, come quella dell’agenzia, che continua ad informare gli studi sulla corporate governance anche di fronte a numerosi casi di confutazione del paradigma dominante. La pretesa di conoscenza, una visione ideologica pessimistica sulla natura umana e sul ruolo delle imprese nella società, provocano l’elaborazione di teorie le quali, piuttosto che verificare le ipote-si di ricerca, tendono ad autoavverarsi . Ciò che viene contestato è l’impiego di modelli deterministici, tipici delle scienze naturali, nelle scienze sociali, tra le quali rientra il management, nell’idea che un’adeguata scientificità delle elaborazioni sia garantita dall’applicazione dei metodi quantitativi e dei relativi strumenti che garantiscono il determinismo causale. A tal fine però, devono essere effettuate assunzioni che eliminano le implicazioni morali, etiche, motivazionali relative al comportamento degli individui, elementi basilari nell’esercizio delle pratiche manageriali. Alla luce di queste considerazioni diviene interessante verificare come le aziende familiari italiane possano essere osservate nella prospettiva della loro professionalizzazione, anche in funzione del vettore di obiettivi che guida l’azione di proprietari e manager. Queste, infatti, sono caratterizzate da una particolare configurazione istituzionale per cui, a differenza che nelle grandi corporations (ambiente tipico di riferimento per le teorie sopra citate), la proprietà è formata da una o poche famiglie legate da vincoli di parentela o da solidi accordi ed è facilmente identificabile. Le aziende familiari sono prevalentemente di dimensione media o piccola ma, anche quando esse assumono proporzioni più elevate, la proprietà è spesso presente attivamente nella gestione ed i suoi membri occupano posizioni negli organi di governo e nella compagine manageriale. Tutto ciò implica, innanzitutto, un avvicinamento nelle posizioni che le varie teorie postulano come separate all’interno dell’azienda e la creazione di un insieme di relazioni che non sono regolate unicamente da condizioni contrattuali, ma implicano la considerazione di ipotesi che sfuggono al determinismo tipico di certi modelli e rendono impossibile la definizione di assunzioni omogenee e uniformi del comportamento umano. In altre parole, assumendo l’ottica tipica del pluralismo interpretativo risulta difficoltoso individuare rigidi schemi nei quali si assuma un’unica assunzione circa il comportamento delle persone, che sarebbe informato all’istinto puramente egoistico della natura umana. Nelle aziende familiari, dove l’elemento umano assume un ruolo fondamentale nell’impostazione dei rapporti tra i vari interlocutori, il riferimento all’applicazione di un solo modello di comportamento costituisce ancora di più una semplificazione che non tiene conto della reale complessità che caratterizza il fenomeno.
2008
Dinamiche di sviluppo e internazionalizzazione del family business
9788815126825
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