L’obiettivo di questo libro è proporre una prospettiva dalla quale guardare al territorio italiano che permetta di vedere i sistemi urbani intercomunali che si sono formati come esito dei processi di coalescenza territoriale; una prospettiva, inoltre, che permetta di comprendere la loro inadeguatezza, le carenze strutturali così profonde e diffuse che li caratterizzano e che suggeriscono l’esistenza, in Italia, di una “questione urbana”; una prospettiva, infine, che permetta di intravedere il percorso verso una strategia di ricostruzione delle città italiane. I sistemi urbani italiani, osservati con lo stesso sguardo con cui le città europee guardano se stesse, evidenziano profonde carenze nella loro struttura politica, istituzionale, fisica e sociale. Ma uno sguardo europeo sul territorio italiano è inevitabile – anche se imbarazzante. Inevitabile non solo perché l’integrazione sociale in Europa diffonde modelli di vita urbana che restano nell’esperienza degli individui – e, quindi, nelle loro funzioni di preferenza –, ma anche perché la globalizzazione ha costretto ogni città a competere, e la “qualità urbana”, facendo precipitare in questa categoria gli elementi che identificano l’efficienza statica e l’efficienza dinamica di una città, è diventata un fondamentale fattore di sviluppo economico. Non è lo stato dei sistemi urbani italiani che è necessario accertare, indagare, misurare. D’altra parte, che cosa c’è da aggiungere o da dire? Quale Paese europeo ha città nelle condizioni di Napoli, Palermo, Bari? Quale Paese europeo ha città del rango di Milano con un sistema di trasporti come quello di Milano? L’Italia ha una “questione urbana” conclamata – e un “blocco cognitivo” (oltre che morale) che impedisce di vederla e rappresentarla. Il tema, oggi, è comprendere perché nel discorso pubblico – in quello che è rimasto in Italia del discorso pubblico – la “questione urbana” non emerga in tutta la sua importanza. Si tratta di esplorare le ragioni che hanno impedito all’Italia di adeguare la struttura delle sue città alle condizioni competitive dettate dall’internazionalizzazione dell’economia europea; di capire perché la trama territoriale italiana che si osserva, generata da processi di auto-organizzazione, non sia più adeguata – ammesso che lo sia mai veramente stata – alle nuove condizioni competitive; di iniziare a riflettere sul fatto che il declino italiano – che si manifesta in termini di sviluppo economico piuttosto che di crescita – dipende anche dallo stato delle città italiane, dal modo in cui sono state fatte evolvere. Questo libro ha con Venezia una singolare relazione. Margherita Turvani, invitandomi nella primavera del 2000 a tenere delle lezioni nei suoi corsi all’Istituto Universitario di Architettura di Venezia (IUAV), mi ha obbligato alla prima formulazione esplicita del percorso di ricerca. In un lavoro presentato nel 2001 nella XXII Conferenza Scientifica Annuale dell’AISRe, tenutasi a Venezia nell’Isola di San Servolo, ho delineato le basi metodologiche del progetto che, alcuni mesi dopo, su invito di Dino Martellato, ho presentato in un seminario del Dipartimento di Economia dell’Università Ca’ Foscari. Di nuovo allo IUAV, in occasione di un seminario condotto da Augusto Cusinato, nel novembre del 2006, ho discusso della relazione struttura-prestazioni nello studio delle traiettorie di sviluppo delle città. Un invito della Camera di Commercio di Venezia a tenere una conferenza in occasione della 5° Giornata dell’economia ( 2007) mi ha spinto a esplorare il valore della metafora delle “economie in cerca di città”. Infine, Bernardo Secchi e Paola Viganò, chiedendomi nel 2007 e nel 2008 di tenere delle lezioni nel Dottorato di ricerca in Urbanistica dello IUAV – in un’atmosfera di inusuale intensità intellettuale – mi hanno persuaso a dare forma alle mie riflessioni. Ringrazio Andrea Cirilli, Fabiano Compagnucci e Paolo Veneri per avermi accompagnato lungo il percorso di ricerca che ha condotto a questo libro. Ringrazio, inoltre, Roberto Camagni per le discussioni e gli scambi di idee sui temi dello sviluppo urbano e per il sostegno che ha dato al mio percorso scientifico nelle scienze regionali. Un particolare ringraziamento lo devo, infine, a Francesca Mazzoni: oltre ad avere condiviso con me in questi anni la dimensione applicata della mia attività di studio, è stata per questo libro un editor competente e appassionato. Che la pubblicazione del libro coincida con i 50 anni della Facoltà di Economia “Giorgio Fuà” (1959-2009) – nella quale ho studiato e ora insegno – è per me motivo di grande piacere. Ancona, novembre 2009 A.G.C.

Economie in cerca di città. La questione urbana in Italia / Calafati, Antonio. - (2009).

Economie in cerca di città. La questione urbana in Italia

CALAFATI, Antonio
2009-01-01

Abstract

L’obiettivo di questo libro è proporre una prospettiva dalla quale guardare al territorio italiano che permetta di vedere i sistemi urbani intercomunali che si sono formati come esito dei processi di coalescenza territoriale; una prospettiva, inoltre, che permetta di comprendere la loro inadeguatezza, le carenze strutturali così profonde e diffuse che li caratterizzano e che suggeriscono l’esistenza, in Italia, di una “questione urbana”; una prospettiva, infine, che permetta di intravedere il percorso verso una strategia di ricostruzione delle città italiane. I sistemi urbani italiani, osservati con lo stesso sguardo con cui le città europee guardano se stesse, evidenziano profonde carenze nella loro struttura politica, istituzionale, fisica e sociale. Ma uno sguardo europeo sul territorio italiano è inevitabile – anche se imbarazzante. Inevitabile non solo perché l’integrazione sociale in Europa diffonde modelli di vita urbana che restano nell’esperienza degli individui – e, quindi, nelle loro funzioni di preferenza –, ma anche perché la globalizzazione ha costretto ogni città a competere, e la “qualità urbana”, facendo precipitare in questa categoria gli elementi che identificano l’efficienza statica e l’efficienza dinamica di una città, è diventata un fondamentale fattore di sviluppo economico. Non è lo stato dei sistemi urbani italiani che è necessario accertare, indagare, misurare. D’altra parte, che cosa c’è da aggiungere o da dire? Quale Paese europeo ha città nelle condizioni di Napoli, Palermo, Bari? Quale Paese europeo ha città del rango di Milano con un sistema di trasporti come quello di Milano? L’Italia ha una “questione urbana” conclamata – e un “blocco cognitivo” (oltre che morale) che impedisce di vederla e rappresentarla. Il tema, oggi, è comprendere perché nel discorso pubblico – in quello che è rimasto in Italia del discorso pubblico – la “questione urbana” non emerga in tutta la sua importanza. Si tratta di esplorare le ragioni che hanno impedito all’Italia di adeguare la struttura delle sue città alle condizioni competitive dettate dall’internazionalizzazione dell’economia europea; di capire perché la trama territoriale italiana che si osserva, generata da processi di auto-organizzazione, non sia più adeguata – ammesso che lo sia mai veramente stata – alle nuove condizioni competitive; di iniziare a riflettere sul fatto che il declino italiano – che si manifesta in termini di sviluppo economico piuttosto che di crescita – dipende anche dallo stato delle città italiane, dal modo in cui sono state fatte evolvere. Questo libro ha con Venezia una singolare relazione. Margherita Turvani, invitandomi nella primavera del 2000 a tenere delle lezioni nei suoi corsi all’Istituto Universitario di Architettura di Venezia (IUAV), mi ha obbligato alla prima formulazione esplicita del percorso di ricerca. In un lavoro presentato nel 2001 nella XXII Conferenza Scientifica Annuale dell’AISRe, tenutasi a Venezia nell’Isola di San Servolo, ho delineato le basi metodologiche del progetto che, alcuni mesi dopo, su invito di Dino Martellato, ho presentato in un seminario del Dipartimento di Economia dell’Università Ca’ Foscari. Di nuovo allo IUAV, in occasione di un seminario condotto da Augusto Cusinato, nel novembre del 2006, ho discusso della relazione struttura-prestazioni nello studio delle traiettorie di sviluppo delle città. Un invito della Camera di Commercio di Venezia a tenere una conferenza in occasione della 5° Giornata dell’economia ( 2007) mi ha spinto a esplorare il valore della metafora delle “economie in cerca di città”. Infine, Bernardo Secchi e Paola Viganò, chiedendomi nel 2007 e nel 2008 di tenere delle lezioni nel Dottorato di ricerca in Urbanistica dello IUAV – in un’atmosfera di inusuale intensità intellettuale – mi hanno persuaso a dare forma alle mie riflessioni. Ringrazio Andrea Cirilli, Fabiano Compagnucci e Paolo Veneri per avermi accompagnato lungo il percorso di ricerca che ha condotto a questo libro. Ringrazio, inoltre, Roberto Camagni per le discussioni e gli scambi di idee sui temi dello sviluppo urbano e per il sostegno che ha dato al mio percorso scientifico nelle scienze regionali. Un particolare ringraziamento lo devo, infine, a Francesca Mazzoni: oltre ad avere condiviso con me in questi anni la dimensione applicata della mia attività di studio, è stata per questo libro un editor competente e appassionato. Che la pubblicazione del libro coincida con i 50 anni della Facoltà di Economia “Giorgio Fuà” (1959-2009) – nella quale ho studiato e ora insegno – è per me motivo di grande piacere. Ancona, novembre 2009 A.G.C.
2009
9788860363688
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