L’obiettivo del volume è quello di evidenziare come i vari provvedimenti emessi dal legislatore, dal Ministero per la pubblica amministrazione e la semplificazione e dall’ANAC amplino oltremodo il campo di applicazione soggettivo e oggettivo delle disposizioni in materia di trasparenza previste dal d.lgs. n. 33/2013, ritenendo che le società pubbliche debbano soggiacere «all’applicazione totale delle regole di trasparenza», innestando quindi regole pubblicistiche in aziende organizzate in modo assai diverso rispetto alle amministrazioni pubbliche. Appare indubbio che la questione sia di grande interesse sotto diversi punti di vista: organizzativo, poiché per le aziende comporta la necessità di rivedere i propri modelli, prevedendo la presenza di specifiche figure professionali; economico, vista l’incidenza che il nuovo sistema di monitoraggio ha sulla struttura dei costi; culturale, visto l’impatto che simili politiche non possono non avere effetti sul capitale umano. Per contro, tuttavia, non possono sottacersi anche le grandi opportunità che da questa nuova politica di “trasparenza” potrebbero nascere. In effetti, dal punto di vista aziendalistico, soprattutto nel settore delle public utility, adeguati meccanismi di accountability (esterna ed interna) possono favorire una migliore allocazione delle risorse, con conseguente miglioramento dell’efficienza. Inoltre, la cultura della legalità e l’etica diventano patrimonio aziendale, contribuendo a migliorare l’ambiente nel quale l’azienda opera. Infine, il sistema di regole ed i modelli organizzativi connessi, introdotti per specifici controlli, divengono, ove debitamente correlati e integrati, strumenti miglioramento delle performance aziendali. Conseguentemente, la cultura della legalità e della trasparenza divengono strumento di efficientamento del sistema e delle aziende.
Trasparenza nelle società partecipate. Obblighi ed opportunità / Pozzoli, Stefano; Gitto, Antonio. - STAMPA. - (2018), pp. 1-220.
Trasparenza nelle società partecipate. Obblighi ed opportunità
Antonio Gitto
2018-01-01
Abstract
L’obiettivo del volume è quello di evidenziare come i vari provvedimenti emessi dal legislatore, dal Ministero per la pubblica amministrazione e la semplificazione e dall’ANAC amplino oltremodo il campo di applicazione soggettivo e oggettivo delle disposizioni in materia di trasparenza previste dal d.lgs. n. 33/2013, ritenendo che le società pubbliche debbano soggiacere «all’applicazione totale delle regole di trasparenza», innestando quindi regole pubblicistiche in aziende organizzate in modo assai diverso rispetto alle amministrazioni pubbliche. Appare indubbio che la questione sia di grande interesse sotto diversi punti di vista: organizzativo, poiché per le aziende comporta la necessità di rivedere i propri modelli, prevedendo la presenza di specifiche figure professionali; economico, vista l’incidenza che il nuovo sistema di monitoraggio ha sulla struttura dei costi; culturale, visto l’impatto che simili politiche non possono non avere effetti sul capitale umano. Per contro, tuttavia, non possono sottacersi anche le grandi opportunità che da questa nuova politica di “trasparenza” potrebbero nascere. In effetti, dal punto di vista aziendalistico, soprattutto nel settore delle public utility, adeguati meccanismi di accountability (esterna ed interna) possono favorire una migliore allocazione delle risorse, con conseguente miglioramento dell’efficienza. Inoltre, la cultura della legalità e l’etica diventano patrimonio aziendale, contribuendo a migliorare l’ambiente nel quale l’azienda opera. Infine, il sistema di regole ed i modelli organizzativi connessi, introdotti per specifici controlli, divengono, ove debitamente correlati e integrati, strumenti miglioramento delle performance aziendali. Conseguentemente, la cultura della legalità e della trasparenza divengono strumento di efficientamento del sistema e delle aziende.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.