Non è facile migliorare le performance del servizio di trasporto pubblico locale. Altri paesi europei hanno evitato l’inerzia e con più realismo e senso pratico hanno scelto di intraprendere un percorso di riforme dando precedenza agli obiettivi di riduzione dei costi. Hanno riconosciuto i fallimenti di natura economica della gestione pubblica del servizio (alti sussidi, inefficienza, eccesso di personale e bassa produttività) e hanno tentato di porvi rimedio attraverso le leve della privatizzazione e della concorrenza (libera o regolamentata). Sicuramente sono stati commessi degli errori. Per ridurre i sussidi pubblici ed i costi non hanno fatto abbastanza per migliorare gli outcomes sociali. Ma a questi errori sono comunque seguite azioni correttive con nuove riforme più outcome-oriented. L’obiettivo principale di questo lavoro è di illustrare sia la difficoltà di trovare un punto di compromesso tra le esigenze di miglioramento dell’economicità aziendale e le esigenze di miglioramento dell’efficacia sociale di tale particolare servizio, sia l’estrema resistenza da parte del nostro paese a sperimentare le riforme che pure ha varato. Infatti, l’Italia, a differenza di altri paesi, non ha ancora sperimentato concretamente la deregulation, non ha ancora recuperato l’enorme gap di efficienza e di produttività che la distanzia da questi ultimi. Non ha, purtroppo, intrapreso un percorso di apprendimento fatto di tentativi ed errori. Non è riuscita a trovare una sintesi soddisfacente alle contrastanti pressioni sociali ed economiche ed è rimasta, per così dire, stuck in the middle, resistendo in tutti i modi all’applicazione delle varie riforme che si sono succedute per rendere il servizio di trasporto più efficiente, pur essendo caratterizzata da una difficile, se non disperata, situazione finanziaria.
La riforma del trasporto pubblico locale in Italia nella prospettiva aziendale / DELLA PORTA, Armando; Gitto, Antonio. - STAMPA. - XXVI:(2013), pp. 1-242.
La riforma del trasporto pubblico locale in Italia nella prospettiva aziendale
GITTO, Antonio
2013-01-01
Abstract
Non è facile migliorare le performance del servizio di trasporto pubblico locale. Altri paesi europei hanno evitato l’inerzia e con più realismo e senso pratico hanno scelto di intraprendere un percorso di riforme dando precedenza agli obiettivi di riduzione dei costi. Hanno riconosciuto i fallimenti di natura economica della gestione pubblica del servizio (alti sussidi, inefficienza, eccesso di personale e bassa produttività) e hanno tentato di porvi rimedio attraverso le leve della privatizzazione e della concorrenza (libera o regolamentata). Sicuramente sono stati commessi degli errori. Per ridurre i sussidi pubblici ed i costi non hanno fatto abbastanza per migliorare gli outcomes sociali. Ma a questi errori sono comunque seguite azioni correttive con nuove riforme più outcome-oriented. L’obiettivo principale di questo lavoro è di illustrare sia la difficoltà di trovare un punto di compromesso tra le esigenze di miglioramento dell’economicità aziendale e le esigenze di miglioramento dell’efficacia sociale di tale particolare servizio, sia l’estrema resistenza da parte del nostro paese a sperimentare le riforme che pure ha varato. Infatti, l’Italia, a differenza di altri paesi, non ha ancora sperimentato concretamente la deregulation, non ha ancora recuperato l’enorme gap di efficienza e di produttività che la distanzia da questi ultimi. Non ha, purtroppo, intrapreso un percorso di apprendimento fatto di tentativi ed errori. Non è riuscita a trovare una sintesi soddisfacente alle contrastanti pressioni sociali ed economiche ed è rimasta, per così dire, stuck in the middle, resistendo in tutti i modi all’applicazione delle varie riforme che si sono succedute per rendere il servizio di trasporto più efficiente, pur essendo caratterizzata da una difficile, se non disperata, situazione finanziaria.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.