Con questo intervento desidero esplorare la percezione del rischio, trattandola come un processo socio-territoriale che coinvolge anche le comunità residenti nei SIN. L’intervento si intitola Guardare il rischio attraverso «lenti colorate». Nella Critica della ragion pura (1781), Kant esplora come la nostra conoscenza del mondo è mediata dalle strutture cognitive innate della nostra mente. Kant sostiene che non possiamo conoscere la realtà «in sé», ma solo come essa appare a noi attraverso i «filtri» o «lenti» della nostra percezione e comprensione. Queste lenti includono categorie mentali come spazio, tempo e causalità, che strutturano e limitano la nostra esperienza del mondo. Ho preso in prestito questa metafora perché ritengo che sia significativa anche per spiegare cosa sia la percezione del rischio. Infatti, analogamente alla rifrazione dei raggi di luce, la percezione del rischio è influenzata da molteplici variabili che agiscono come filtri, distorcendo e frammentando la nostra comprensione dello spazio e dei pericoli associati, portando a una pluralità di visioni che influenzano le nostre decisioni e comportamenti (Primi, 2021). Nell’ambito degli studi geografici, la percezione del rischio rappresenta un concetto cruciale per comprendere come gli individui e le collettività valutano e reagiscono ai pericoli ambientali e antropici. Questo contributo si propone di analizzare i diversi fattori che influenzano la percezione del rischio, distinguendo chiaramente tra i concetti di pericolo e rischio. L’obiettivo principale è esplorare come vari fattori cognitivi, affettivi, individuali e contestuali influenzano la percezione del rischio, con un’attenzione particolare alle differenze dettate dall’esperienza passata, dalle caratteristiche personali, dalla fiducia nella tecnologia e dalle dinamiche socio-economiche e culturali. La metodologia adottata include un’analisi della letteratura esistente, che utilizza approcci interdisciplinari provenienti dalla psicologia, sociologia, antropologia e geografia. In effetti, numerose ricerche geografiche si sono concentrate nell’esaminare le caratteristiche delle «lenti colorate» che si frappongono fra lo spazio e la sua immagine percepita dall’uomo, ma poco è stato destinato all’ambito dei SIN. Per questo motivo, infine, l’intervento esplorerà la letteratura della percezione del rischio in tali contesti, valutando come fattori quali il livello di istruzione, lo stato operativo degli impianti industriali e gli impatti sensoriali influenzino la popolazione residente. Attraverso questo contributo, si spera di fornire una visione comprensiva e dettagliata della percezione del rischio, fondamentale per sviluppare strategie di comunicazione efficaci e interventi mirati a proteggere la salute pubblica e l’ambiente dai rischi ambientali.

Guardare il rischio attraverso «lenti colorate» / Gioia, Eleonora. - ELETTRONICO. - (2024), pp. 93-103.

Guardare il rischio attraverso «lenti colorate»

Eleonora Gioia
2024-01-01

Abstract

Con questo intervento desidero esplorare la percezione del rischio, trattandola come un processo socio-territoriale che coinvolge anche le comunità residenti nei SIN. L’intervento si intitola Guardare il rischio attraverso «lenti colorate». Nella Critica della ragion pura (1781), Kant esplora come la nostra conoscenza del mondo è mediata dalle strutture cognitive innate della nostra mente. Kant sostiene che non possiamo conoscere la realtà «in sé», ma solo come essa appare a noi attraverso i «filtri» o «lenti» della nostra percezione e comprensione. Queste lenti includono categorie mentali come spazio, tempo e causalità, che strutturano e limitano la nostra esperienza del mondo. Ho preso in prestito questa metafora perché ritengo che sia significativa anche per spiegare cosa sia la percezione del rischio. Infatti, analogamente alla rifrazione dei raggi di luce, la percezione del rischio è influenzata da molteplici variabili che agiscono come filtri, distorcendo e frammentando la nostra comprensione dello spazio e dei pericoli associati, portando a una pluralità di visioni che influenzano le nostre decisioni e comportamenti (Primi, 2021). Nell’ambito degli studi geografici, la percezione del rischio rappresenta un concetto cruciale per comprendere come gli individui e le collettività valutano e reagiscono ai pericoli ambientali e antropici. Questo contributo si propone di analizzare i diversi fattori che influenzano la percezione del rischio, distinguendo chiaramente tra i concetti di pericolo e rischio. L’obiettivo principale è esplorare come vari fattori cognitivi, affettivi, individuali e contestuali influenzano la percezione del rischio, con un’attenzione particolare alle differenze dettate dall’esperienza passata, dalle caratteristiche personali, dalla fiducia nella tecnologia e dalle dinamiche socio-economiche e culturali. La metodologia adottata include un’analisi della letteratura esistente, che utilizza approcci interdisciplinari provenienti dalla psicologia, sociologia, antropologia e geografia. In effetti, numerose ricerche geografiche si sono concentrate nell’esaminare le caratteristiche delle «lenti colorate» che si frappongono fra lo spazio e la sua immagine percepita dall’uomo, ma poco è stato destinato all’ambito dei SIN. Per questo motivo, infine, l’intervento esplorerà la letteratura della percezione del rischio in tali contesti, valutando come fattori quali il livello di istruzione, lo stato operativo degli impianti industriali e gli impatti sensoriali influenzino la popolazione residente. Attraverso questo contributo, si spera di fornire una visione comprensiva e dettagliata della percezione del rischio, fondamentale per sviluppare strategie di comunicazione efficaci e interventi mirati a proteggere la salute pubblica e l’ambiente dai rischi ambientali.
2024
La giustizia ambientale in Italia. Diario di una giornata, per parole e immagini
978-88-85445-19-2
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11566/337112
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