Il crowdfunding è una forma di finanziamento presente ormai da diversi anni in Italia. Dal punto di vista normativo, il fenomeno è stato disciplinato nel nostro Paese già dal 2013, almeno per la parte relativa agli investimenti in equity, mentre a livello europeo una regolamentazione completa e omogenea è stata introdotta solo nel 2020 dal Regolamento (UE) 2020/1503, entrato in piena applicazione nel novembre 2023. Il presente lavoro approfondisce le opinioni e le leve che muovono i diversi attori del settore, ossia imprese, investitori e gestori di portali di crowdfunding. L’indagine ha previsto il ricorso a strumenti di analisi differenziati, sia di tipo qualitativo sia di tipo sperimentale. Le evidenze raccolte tra dicembre 2022 e gennaio 2023 nell’ambito delle indagini qualitative mostrano che gli elementi incentivanti o disincentivanti del ricorso al crowdfunding sono numerosi e afferenti a molteplici sfere, non solo di tipo funzionale e strategico ma anche di tipo attitudinale e culturale. Inoltre, la survey rivolta ai gestori di portali mostra un comparto, consapevole dei propri punti di forza e di debolezza, che si sta preparando a cogliere le opportunità derivanti dal mutato quadro normativo e a gestirne gli eventuali aspetti critici. Le evidenze dell’analisi sperimentale utilizzata per approfondire il processo decisionale degli investitori retail nell’ambito dell’equity crowdfunding mostrano, infine, come questi ultimi diano maggior peso a informazioni quali la presenza di altri investitori (professionali e retail) nella campagna o l’impegno diretto dell’imprenditore, valorizzando pertanto le informazioni disponibili secondo una gerarchia basata sulla (s)fiducia che essi ripongono nella fonte. In questo quadro, tra le possibili leve attivabili per dare impulso all’ulteriore sviluppo del settore rientrano gli incentivi fiscali rivolti a investitori e imprese nonché misure volte a favorire le possibilità di smobilizzo degli strumenti oggetto di campagne di crowdfunding. Informazione e conoscenza restano i necessari presupposti della crescita del comparto, poiché in grado di incidere su elementi culturali che possono disincentivare il ricorso a tale forma di finanziamento e investimento.

Il crowdinvesting made in Italy: un’indagine conoscitiva / Caivano, Valeria; Lucarelli, Caterina; Mazzocchini, Francesco James; Soccorso, Paola. - ELETTRONICO. - 13:(2024), pp. 1-184.

Il crowdinvesting made in Italy: un’indagine conoscitiva

Lucarelli, Caterina;Mazzocchini, Francesco James;
2024-01-01

Abstract

Il crowdfunding è una forma di finanziamento presente ormai da diversi anni in Italia. Dal punto di vista normativo, il fenomeno è stato disciplinato nel nostro Paese già dal 2013, almeno per la parte relativa agli investimenti in equity, mentre a livello europeo una regolamentazione completa e omogenea è stata introdotta solo nel 2020 dal Regolamento (UE) 2020/1503, entrato in piena applicazione nel novembre 2023. Il presente lavoro approfondisce le opinioni e le leve che muovono i diversi attori del settore, ossia imprese, investitori e gestori di portali di crowdfunding. L’indagine ha previsto il ricorso a strumenti di analisi differenziati, sia di tipo qualitativo sia di tipo sperimentale. Le evidenze raccolte tra dicembre 2022 e gennaio 2023 nell’ambito delle indagini qualitative mostrano che gli elementi incentivanti o disincentivanti del ricorso al crowdfunding sono numerosi e afferenti a molteplici sfere, non solo di tipo funzionale e strategico ma anche di tipo attitudinale e culturale. Inoltre, la survey rivolta ai gestori di portali mostra un comparto, consapevole dei propri punti di forza e di debolezza, che si sta preparando a cogliere le opportunità derivanti dal mutato quadro normativo e a gestirne gli eventuali aspetti critici. Le evidenze dell’analisi sperimentale utilizzata per approfondire il processo decisionale degli investitori retail nell’ambito dell’equity crowdfunding mostrano, infine, come questi ultimi diano maggior peso a informazioni quali la presenza di altri investitori (professionali e retail) nella campagna o l’impegno diretto dell’imprenditore, valorizzando pertanto le informazioni disponibili secondo una gerarchia basata sulla (s)fiducia che essi ripongono nella fonte. In questo quadro, tra le possibili leve attivabili per dare impulso all’ulteriore sviluppo del settore rientrano gli incentivi fiscali rivolti a investitori e imprese nonché misure volte a favorire le possibilità di smobilizzo degli strumenti oggetto di campagne di crowdfunding. Informazione e conoscenza restano i necessari presupposti della crescita del comparto, poiché in grado di incidere su elementi culturali che possono disincentivare il ricorso a tale forma di finanziamento e investimento.
2024
Il crowdinvesting made in Italy: un’indagine conoscitiva
9788894369793
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