Il rapporto dell’uomo con l’ambiente marino ha origini antiche e ha portato una porzione significativa della popolazione mondiale a scegliere tuttora le coste come luogo di residenza e di vita (IOC/UNESCO et al., 2011). Tale simbiosi è caratterizzata da legami profondi, in uno scambio fluido di capitali, materiali e ancor più immateriali, fra gli ecosistemi umani e quelli naturali. Tale legame, tuttavia, è ora messo in crisi dagli attuali cambiamenti ambientali. Appare ormai evidente che le frontiere marine siano e saranno anche frontiere degli effetti devastanti delle alterazioni climatiche, principalmente innescate dai processi paradigmatici dell’Antropocene, e che impatteranno su persone, beni e servizi sconvolgendo gli ecosistemi naturali delle coste (IPCC, 2019). Tutto ciò reclama una trasformazione da parte dell’uomo. Bisogna ridurre tutti i possibili effetti negativi delle attività umane, ma bisogna anche adattare quelle stesse attività ai cambiamenti che non è più possibile evitare (Squarcina & Pecorelli, 2017). Farlo significa gestire un problema complesso, che richiede un approccio multi-scalare, ma anche multi-disciplinare. Infatti, da una parte si tratta di sfide di portata globale, ma che trovano soluzione anche e prima di tutto nella proattività delle singole comunità, pur agendo in armonia con le prospettive di tutti i livelli di governance (Tononi & Pietta, 2021). D’altra parte, si tratta di questioni che non ammettono un singolo punto di vista, ma richiedono l’integrazione delle conoscenze e delle esperienze di tutti gli stakeholder (Voyer et al., 2015). Con questo proposito, il progetto Interreg RESPONSe (Strategies to adapt to climate change in Adriatic regions) si propone come facilitatore nel flusso costruttivo fra scienziati, amministratori e cittadini, indispensabile per l’efficacia degli sforzi di adattamento e mitigazione dei cambiamenti climatici. Il presente contributo, allora, si propone di illustrare i diversi nodi progettuali e metodologici, che promuovono la produzione di nuova conoscenza, che capitalizzano le pratiche consolidate, che elaborano strategie di gestione dei territori, il tutto a beneficio della piccolissima scala, focalizzando l’attenzione su alcuni Comuni delle sponde italiane e croate dell’Adriatico. In particolare, il progetto integra le tradizionali catene di azione top-down con il diretto coinvolgimento delle popolazioni locali, per impegnarle nella definizione di uno sviluppo più sostenibile del proprio Comune e della propria marina.

Da attori passivi a imprenditori a piccolissima scala del cambiamento globale: un possibile paradigma per l'Adriatico / Gioia, Eleonora; Colocci, Alessandra. - ELETTRONICO. - (2023), pp. 247-252.

Da attori passivi a imprenditori a piccolissima scala del cambiamento globale: un possibile paradigma per l'Adriatico

Eleonora Gioia
;
Alessandra Colocci
2023-01-01

Abstract

Il rapporto dell’uomo con l’ambiente marino ha origini antiche e ha portato una porzione significativa della popolazione mondiale a scegliere tuttora le coste come luogo di residenza e di vita (IOC/UNESCO et al., 2011). Tale simbiosi è caratterizzata da legami profondi, in uno scambio fluido di capitali, materiali e ancor più immateriali, fra gli ecosistemi umani e quelli naturali. Tale legame, tuttavia, è ora messo in crisi dagli attuali cambiamenti ambientali. Appare ormai evidente che le frontiere marine siano e saranno anche frontiere degli effetti devastanti delle alterazioni climatiche, principalmente innescate dai processi paradigmatici dell’Antropocene, e che impatteranno su persone, beni e servizi sconvolgendo gli ecosistemi naturali delle coste (IPCC, 2019). Tutto ciò reclama una trasformazione da parte dell’uomo. Bisogna ridurre tutti i possibili effetti negativi delle attività umane, ma bisogna anche adattare quelle stesse attività ai cambiamenti che non è più possibile evitare (Squarcina & Pecorelli, 2017). Farlo significa gestire un problema complesso, che richiede un approccio multi-scalare, ma anche multi-disciplinare. Infatti, da una parte si tratta di sfide di portata globale, ma che trovano soluzione anche e prima di tutto nella proattività delle singole comunità, pur agendo in armonia con le prospettive di tutti i livelli di governance (Tononi & Pietta, 2021). D’altra parte, si tratta di questioni che non ammettono un singolo punto di vista, ma richiedono l’integrazione delle conoscenze e delle esperienze di tutti gli stakeholder (Voyer et al., 2015). Con questo proposito, il progetto Interreg RESPONSe (Strategies to adapt to climate change in Adriatic regions) si propone come facilitatore nel flusso costruttivo fra scienziati, amministratori e cittadini, indispensabile per l’efficacia degli sforzi di adattamento e mitigazione dei cambiamenti climatici. Il presente contributo, allora, si propone di illustrare i diversi nodi progettuali e metodologici, che promuovono la produzione di nuova conoscenza, che capitalizzano le pratiche consolidate, che elaborano strategie di gestione dei territori, il tutto a beneficio della piccolissima scala, focalizzando l’attenzione su alcuni Comuni delle sponde italiane e croate dell’Adriatico. In particolare, il progetto integra le tradizionali catene di azione top-down con il diretto coinvolgimento delle popolazioni locali, per impegnarle nella definizione di uno sviluppo più sostenibile del proprio Comune e della propria marina.
2023
Volume primo: Elementi, animali, piante. Mobilità dei costituenti, delle forze e degli organismi. Atti del XXXIII Congresso Geografico Italiano
978 88 5495 596 7
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11566/315313
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