La crisi economica e sociale già in atto nelle piccole comunità dei territori interni della regione, indotta dalla precarietà delle condizioni di vita e di lavoro dovuta allo spopolamento, all’emigrazione ed alla generalizzata crisi economica è stata ulteriormente aggravato dal sisma dell’estate del 2016 che ha reso esplicito quanto la fragilità dei territori metta ora in gioco anche temi di “MEMORIA” e di “IDENTITÀ” delle comunità locali coinvolte dal fenomeno. In realtà il sisma rappresenta un momento di forte discontinuità nell’evoluzione degli insediamenti e delle società. Così il terremoto si rivela un evento catastrofico nell’esperienza di una comunità, che assieme alla frattura dell’omogeneità del suo spazio topologico provoca anche un punto di discontinuità nello scorrere lineare del suo tempo. Frattura che costringe il pensiero, non solo architettonico, a tornare sulle due grandi categorie dello spazio e del tempo, per un confronto tra memoria e futuro. Accanto all’abilità nel recuperare memorie, ricreare ambienti e raccontare storie, ripiegandosi su se stessi nel rimpianto di ciò che si è perduto, in questi frangenti è necessario anche praticare una “NOSTALGIA APERTA” per mettersi in condizione di guardare avanti positivamente. Si ripropone quindi con urgenza l’esigenza di una cultura del progetto che sia in grado di adeguare i propri strumenti misurandoli sulle problematiche emergenti, ma anche in grado di costituirsi come patrimonio di riflessioni ed esperienze utile nelle malaugurate evenienze future. Le relazioni tra storia e progetto, tra progetto e città e tra patrimonio e contemporaneità, sono centro del percorso formativo e didattico del corso di laurea in Ingegneria Edile Architettura dell’Università Politecnica delle Marche. In questo senso i lavori di ricerca prodotti dal Laboratorio di Tesi di Laurea avviato a fine 2016 cercano di esplorare modalità di intervento che rappresentino alcuni praticabili modelli di intervento verificati nei centri del cratere marchigiano. Trasformare l’emergenza in opportunità per caratterizzare nuovi luoghi emergenti è il fine delle sperimentazioni progettuali che intendono ribaltare la condizione di criticità in una di opportunità, finalizzata alla selezione di specificità capaci di costituire una solida base per ricostruire un sistema identitario ed economico.
Territori fragili. Crisi, memoria, identità. Esperienze del laboratorio di tesi di laurea del corso di ingegneria edile architettura dell’UNIVPM / Bonvini, Paolo; Mondaini, Gianluigi. - ELETTRONICO. - 1:(2019), pp. 528-535.
Territori fragili. Crisi, memoria, identità. Esperienze del laboratorio di tesi di laurea del corso di ingegneria edile architettura dell’UNIVPM.
Bonvini Paolo
;Mondaini Gianluigi
2019-01-01
Abstract
La crisi economica e sociale già in atto nelle piccole comunità dei territori interni della regione, indotta dalla precarietà delle condizioni di vita e di lavoro dovuta allo spopolamento, all’emigrazione ed alla generalizzata crisi economica è stata ulteriormente aggravato dal sisma dell’estate del 2016 che ha reso esplicito quanto la fragilità dei territori metta ora in gioco anche temi di “MEMORIA” e di “IDENTITÀ” delle comunità locali coinvolte dal fenomeno. In realtà il sisma rappresenta un momento di forte discontinuità nell’evoluzione degli insediamenti e delle società. Così il terremoto si rivela un evento catastrofico nell’esperienza di una comunità, che assieme alla frattura dell’omogeneità del suo spazio topologico provoca anche un punto di discontinuità nello scorrere lineare del suo tempo. Frattura che costringe il pensiero, non solo architettonico, a tornare sulle due grandi categorie dello spazio e del tempo, per un confronto tra memoria e futuro. Accanto all’abilità nel recuperare memorie, ricreare ambienti e raccontare storie, ripiegandosi su se stessi nel rimpianto di ciò che si è perduto, in questi frangenti è necessario anche praticare una “NOSTALGIA APERTA” per mettersi in condizione di guardare avanti positivamente. Si ripropone quindi con urgenza l’esigenza di una cultura del progetto che sia in grado di adeguare i propri strumenti misurandoli sulle problematiche emergenti, ma anche in grado di costituirsi come patrimonio di riflessioni ed esperienze utile nelle malaugurate evenienze future. Le relazioni tra storia e progetto, tra progetto e città e tra patrimonio e contemporaneità, sono centro del percorso formativo e didattico del corso di laurea in Ingegneria Edile Architettura dell’Università Politecnica delle Marche. In questo senso i lavori di ricerca prodotti dal Laboratorio di Tesi di Laurea avviato a fine 2016 cercano di esplorare modalità di intervento che rappresentino alcuni praticabili modelli di intervento verificati nei centri del cratere marchigiano. Trasformare l’emergenza in opportunità per caratterizzare nuovi luoghi emergenti è il fine delle sperimentazioni progettuali che intendono ribaltare la condizione di criticità in una di opportunità, finalizzata alla selezione di specificità capaci di costituire una solida base per ricostruire un sistema identitario ed economico.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.