Il progetto per la rigenerazione dei territori colpiti dal sisma rende ineludibile un provocatorio cambio di paradigma per la ricerca di nuovi equilibri nei territori interni della rarefazione insediativa. Si impone pertanto una strategia capace di risignificare il senso del vivere e produrre in ambiti a rischio sismico, idrogeologico e ad alto valore ambientale. Potrebbe porsi, a sostegno di un più celere recupero delle “zone rosse”, la focalizzazione dell’attenzione sulla progettazione della qualità e valenza funzionale degli assi che collegano il nucleo storico più danneggiato ai quartieri urbani, come “braccia della città” chiamate a svolgere un ruolo propulsivo nella rinascita dell’area fragile di antica formazione, molto più lenta nel suo recupero. Assi in grado di diventare la struttura portante, protetta in caso di nuovi eventi sismici e riconosciuta dagli abitanti dei luoghi come ambiti di socializzazione e di bellezza. Si pone pertanto la necessità di un graduale rimodellamento dei confini della “zona rossa” procedendo ad una periodica riduzione e segmentazione dello spazio interdetto. Ciò può avvenire attraverso un sistema di progetti a rapido intervento che, dagli assi di collegamento tra centro storico e quartieri, si propaghi nelle cerniere-snodo di interconnessione degli assi con il nucleo antico, fino a penetrare, con fasce protette di aree pubbliche e private, dentro la “zona rossa”, e dissolverla gradualmente.
Cambio di paradigma per la costruzione di nuovi equilibri territoriali di fronte ai rischi sismici, idro-geologici e ambientali: esperienze per il Cratere Sismico del Centro Italia / Colarosssi, P.; Bedini, M. A.; Bronzini, F.. - ELETTRONICO. - (2019), pp. 1226-1232.
Cambio di paradigma per la costruzione di nuovi equilibri territoriali di fronte ai rischi sismici, idro-geologici e ambientali: esperienze per il Cratere Sismico del Centro Italia
M. A. Bedini
;F. Bronzini
2019-01-01
Abstract
Il progetto per la rigenerazione dei territori colpiti dal sisma rende ineludibile un provocatorio cambio di paradigma per la ricerca di nuovi equilibri nei territori interni della rarefazione insediativa. Si impone pertanto una strategia capace di risignificare il senso del vivere e produrre in ambiti a rischio sismico, idrogeologico e ad alto valore ambientale. Potrebbe porsi, a sostegno di un più celere recupero delle “zone rosse”, la focalizzazione dell’attenzione sulla progettazione della qualità e valenza funzionale degli assi che collegano il nucleo storico più danneggiato ai quartieri urbani, come “braccia della città” chiamate a svolgere un ruolo propulsivo nella rinascita dell’area fragile di antica formazione, molto più lenta nel suo recupero. Assi in grado di diventare la struttura portante, protetta in caso di nuovi eventi sismici e riconosciuta dagli abitanti dei luoghi come ambiti di socializzazione e di bellezza. Si pone pertanto la necessità di un graduale rimodellamento dei confini della “zona rossa” procedendo ad una periodica riduzione e segmentazione dello spazio interdetto. Ciò può avvenire attraverso un sistema di progetti a rapido intervento che, dagli assi di collegamento tra centro storico e quartieri, si propaghi nelle cerniere-snodo di interconnessione degli assi con il nucleo antico, fino a penetrare, con fasce protette di aree pubbliche e private, dentro la “zona rossa”, e dissolverla gradualmente.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.