La sorveglianza delle infezioni correlate all’assistenza rappresenta uno degli strumenti utili per il loro controllo e permette di confrontarsi con altre realtà, a livello sia locale sia internazionale. Questo documento riporta i dati rilevati nell’ambito del Sistema nazionale di sorveglianza delle infezioni del sito chirurgico (SNICh), finanziato dal Centro nazionale per il controllo e la prevenzione delle malattie - CCM a partire dal 2006, che prevede la partecipazione volontaria di intere Regioni o di singole Aziende sanitarie. Il documento si riferisce ai dati raccolti relativamente agli interventi ortopedici nell’anno solare 2015 e agli interventi non ortopedici nell’anno solare 2016, da parte degli ospedali che partecipano volontariamente al sistema. La Regione Emilia-Romagna ha un sistema di sorveglianza regionale continuativo delle infezioni del sito chirurgico (ISC) e pertanto contribuisce con dati sull’intero periodo. Alle altre Aziende partecipanti è stato richiesto di fornire dati per almeno un trimestre l’anno. È opportuno sottolineare che i dati presentati in questo rapporto non si riferiscono a un campione casuale dei reparti di chirurgia italiana, ma a Regioni o Aziende che hanno volontariamente deciso di aderire al sistema; pertanto i dati possono non essere rappresentativi della frequenza di infezioni del sito chirurgico in tutta Italia. Per alcuni interventi e classi di rischio, inoltre, la numerosità della popolazione sorvegliata è ancora di dimensioni limitate. Per questi motivi, i dati devono essere interpretati con le opportune cautele. Obiettivo del rapporto è: • stimare la frequenza di infezioni del sito chirurgico in diverse Aziende/Regioni italiane, per categorie selezionate di interventi chirurgici; • confrontare i dati sull’incidenza di ISC in Italia con quanto rilevato a livello europeo dal Sistema di sorveglianza HAI-SSI dello European Center for Disease Prevention and Control (ECDC) e dallo statunitense National Healthcare Safety Network (NHSN), per categorie selezionate di interventi chirurgici. Considerazioni. Il tasso di infezioni del sito chirurgico appare in linea con quello riportato nel report 2014-2015, sia per gli interventi ortopedici sia per quelli non ortopedici. Nel 2015, l’incidenza di infezione per gli interventi ortopedici è pari a 1,2% (il 54% del totale è costituito da infezioni profonde o a carico di organi e spazi). Per gli interventi non ortopedici si è invece registrata nel 2016 una incidenza di infezione dell’1,4%, col 32% del totale rappresentato da infezioni profonde o di organo/spazio. Considerando il periodo 2011-2016, si riscontra una significativa tendenza in diminuzione della frequenza di infezioni per alcune categorie di interventi non ortopedici: bypass aorto-coronarico (CABG), colecistectomia (CHOL), chirurgia del colon (COLO) e taglio cesareo (CSEC); mentre per le categorie ortopediche si riscontra un aumento significativo delle infezioni negli interventi di laminectomia (LAM). Anche nel 2015-2016 il confronto dei tassi osservati nelle singole Unità operative con quelli attesi dimostra che la maggioranza dei centri presenta tassi di infezioni del sito chirurgico comparabili con gli standard riportati dallo European Centre for Disease Control and Prevention e dal National Healthcare Safety Network statunitense; per gli interventi sulle vie biliari, i tassi di infezione osservati appaiono in alcuni casi inferiori all’atteso. È da notare come le aree di variabilità attesa dei tassi di infezione, indicate da NHSN ed ECDC, appaiono sovrapponibili, con l’eccezione degli interventi sul colon per i quali le stime dell’ECDC appaiono superiori a quelle del NHSN. Il Sistema nazionale SNICh conferma alcune criticità storiche nella gestione della profilassi antibiotica. I dati del 2015 mostrano che in 33 pazienti su 100 sottoposti ad interventi ortopedici, la profilassi è stata eseguita con glicopeptidi, mentre la cefazolina è stata somministrata nel 59% dei casi (le percentuali risultano invariate rispetto al 2014). È importante ricordare come le linee guida nazionali (SNLG, 2011) raccomandino l’utilizzo di una cefalosporina di I o II generazione e consiglino l’uso del glicopeptide solo per i pazienti colonizzati da MRSA o per i centri con un’elevata incidenza di infezioni del sito chirurgico da MRSA. I dati relativi agli interventi non ortopedici, sebbene disponibili per una minoranza delle schede di sorveglianza, mostrano un incremento dell’utilizzo di cefazolina in profilassi pari al 52% nel 2016 (41% nel 2015; 33% nel 2014, 40% nel 2013, 34% nel 2012). Questi dati confermano come il corretto utilizzo degli antibiotici in profilassi rappresenti ancora un punto da migliorare nella gestione del paziente chirurgico e un obiettivo primario per ogni ospedale, all’interno di programmi di politica di buon uso degli antibiotici (antimicrobial stewardship). In conclusione, il sistema SNICh offre notevoli potenzialità che sono però solo parzialmente espresse a causa di una copertura incompleta che non consente una rappresentazione adeguata del territorio nazionale. Una più estesa, continua e capillare partecipazione potrebbe mettere a disposizione degli ospedali italiani un importante strumento per il monitoraggio e il contenimento del rischio infettivo in ambito chirurgico.

Sorveglianza delle infezioni del sito chirurgico in Italia / Buttazzi, R; Ricciardi, A; Gagliotti, C; Moro, Ml; D’Errico MM, .; Barbadoro, P. - ELETTRONICO. - (2018), pp. 1-61.

Sorveglianza delle infezioni del sito chirurgico in Italia.

. D’Errico MM
Membro del Collaboration Group
;
Barbadoro P
Membro del Collaboration Group
2018-01-01

Abstract

La sorveglianza delle infezioni correlate all’assistenza rappresenta uno degli strumenti utili per il loro controllo e permette di confrontarsi con altre realtà, a livello sia locale sia internazionale. Questo documento riporta i dati rilevati nell’ambito del Sistema nazionale di sorveglianza delle infezioni del sito chirurgico (SNICh), finanziato dal Centro nazionale per il controllo e la prevenzione delle malattie - CCM a partire dal 2006, che prevede la partecipazione volontaria di intere Regioni o di singole Aziende sanitarie. Il documento si riferisce ai dati raccolti relativamente agli interventi ortopedici nell’anno solare 2015 e agli interventi non ortopedici nell’anno solare 2016, da parte degli ospedali che partecipano volontariamente al sistema. La Regione Emilia-Romagna ha un sistema di sorveglianza regionale continuativo delle infezioni del sito chirurgico (ISC) e pertanto contribuisce con dati sull’intero periodo. Alle altre Aziende partecipanti è stato richiesto di fornire dati per almeno un trimestre l’anno. È opportuno sottolineare che i dati presentati in questo rapporto non si riferiscono a un campione casuale dei reparti di chirurgia italiana, ma a Regioni o Aziende che hanno volontariamente deciso di aderire al sistema; pertanto i dati possono non essere rappresentativi della frequenza di infezioni del sito chirurgico in tutta Italia. Per alcuni interventi e classi di rischio, inoltre, la numerosità della popolazione sorvegliata è ancora di dimensioni limitate. Per questi motivi, i dati devono essere interpretati con le opportune cautele. Obiettivo del rapporto è: • stimare la frequenza di infezioni del sito chirurgico in diverse Aziende/Regioni italiane, per categorie selezionate di interventi chirurgici; • confrontare i dati sull’incidenza di ISC in Italia con quanto rilevato a livello europeo dal Sistema di sorveglianza HAI-SSI dello European Center for Disease Prevention and Control (ECDC) e dallo statunitense National Healthcare Safety Network (NHSN), per categorie selezionate di interventi chirurgici. Considerazioni. Il tasso di infezioni del sito chirurgico appare in linea con quello riportato nel report 2014-2015, sia per gli interventi ortopedici sia per quelli non ortopedici. Nel 2015, l’incidenza di infezione per gli interventi ortopedici è pari a 1,2% (il 54% del totale è costituito da infezioni profonde o a carico di organi e spazi). Per gli interventi non ortopedici si è invece registrata nel 2016 una incidenza di infezione dell’1,4%, col 32% del totale rappresentato da infezioni profonde o di organo/spazio. Considerando il periodo 2011-2016, si riscontra una significativa tendenza in diminuzione della frequenza di infezioni per alcune categorie di interventi non ortopedici: bypass aorto-coronarico (CABG), colecistectomia (CHOL), chirurgia del colon (COLO) e taglio cesareo (CSEC); mentre per le categorie ortopediche si riscontra un aumento significativo delle infezioni negli interventi di laminectomia (LAM). Anche nel 2015-2016 il confronto dei tassi osservati nelle singole Unità operative con quelli attesi dimostra che la maggioranza dei centri presenta tassi di infezioni del sito chirurgico comparabili con gli standard riportati dallo European Centre for Disease Control and Prevention e dal National Healthcare Safety Network statunitense; per gli interventi sulle vie biliari, i tassi di infezione osservati appaiono in alcuni casi inferiori all’atteso. È da notare come le aree di variabilità attesa dei tassi di infezione, indicate da NHSN ed ECDC, appaiono sovrapponibili, con l’eccezione degli interventi sul colon per i quali le stime dell’ECDC appaiono superiori a quelle del NHSN. Il Sistema nazionale SNICh conferma alcune criticità storiche nella gestione della profilassi antibiotica. I dati del 2015 mostrano che in 33 pazienti su 100 sottoposti ad interventi ortopedici, la profilassi è stata eseguita con glicopeptidi, mentre la cefazolina è stata somministrata nel 59% dei casi (le percentuali risultano invariate rispetto al 2014). È importante ricordare come le linee guida nazionali (SNLG, 2011) raccomandino l’utilizzo di una cefalosporina di I o II generazione e consiglino l’uso del glicopeptide solo per i pazienti colonizzati da MRSA o per i centri con un’elevata incidenza di infezioni del sito chirurgico da MRSA. I dati relativi agli interventi non ortopedici, sebbene disponibili per una minoranza delle schede di sorveglianza, mostrano un incremento dell’utilizzo di cefazolina in profilassi pari al 52% nel 2016 (41% nel 2015; 33% nel 2014, 40% nel 2013, 34% nel 2012). Questi dati confermano come il corretto utilizzo degli antibiotici in profilassi rappresenti ancora un punto da migliorare nella gestione del paziente chirurgico e un obiettivo primario per ogni ospedale, all’interno di programmi di politica di buon uso degli antibiotici (antimicrobial stewardship). In conclusione, il sistema SNICh offre notevoli potenzialità che sono però solo parzialmente espresse a causa di una copertura incompleta che non consente una rappresentazione adeguata del territorio nazionale. Una più estesa, continua e capillare partecipazione potrebbe mettere a disposizione degli ospedali italiani un importante strumento per il monitoraggio e il contenimento del rischio infettivo in ambito chirurgico.
2018
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