Lo studio di prevalenza ha coinvolto strutture di assistenza socio sanitaria extra-ospedaliera; la maggior parte delle strutture partecipanti appartengono alle tipologie Nursing home e Residential home. La popolazione è composta per più della metà da soggetti di età superiore a 85 anni, con una frequenza superiore al 65% di soggetti disorientati e/o incontinenti e/o allettati; meno importante è l’esposizione a procedure invasive che interessa una prevalenza limitata di soggetti, con una prevalenza massima di cateterizzazioni urinarie (10,1%). La prevalenza di ICA è del 3,9%, dato sovrapponibile a quello del 2013; la localizzazione è prevalentemente respiratoria (40,7%) e urinaria (25,3%); le infezioni gastrointestinali sono il 6,8% ma nel 50% hanno come etiologia C. difficile. L’età molto avanzata dei soggetti e la loro ridotta autonomia contribuiscono a questo quadro. L’uso di antibiotici interessa il 4,2% dei soggetti osservati; prevalentemente l’uso è per terapia (87,7%); prevale un uso di cefalosporine e penicilline, come si osservava nello studio HALT2; si osserva in circa un quinto dei trattamenti l’uso di chinoloni. La prescrizione è avvenuta prevalentemente all’interno delle LTCF . Si osserva un uso maggiore, rispetto al passato, del laboratorio di microbiologia che interessa il 26% delle infezioni registrate; questo ha consentito di evidenziare antibiotico-resistenza in circa un terzo dei microrganismi. E’ stata osservata resistenza soprattutto a cefalosporine, carbapenemi e oxacillina. E’ interessante osservare una serie di aspetti che depongono a favore di un’aumentata attenzione alle misure di sorveglianza e controllo delle infezioni: è presente nel 50% delle strutture personale medico e/o infermieristico specificamente dedicato e formato; sono disponibili protocolli assistenziali (in più dell’85% delle strutture), protocolli dedicatispecificamente al controllo delle infezioni (igiene delle mani e gestione cateteri) e metodi di confronto e di ritorno dei dati (audit e feedback). Anche per il buon uso degli antibiotici si osserva una serie di iniziative di miglioramento: liste di antibiotici sottoposti a restrizione, comitato antibiotici interno, linee guida, prontuario terapeutico, sistemi di sorveglianza e collaborazione con i Medici di Medicina Generale.

Report Italiano HALT3 2016/2017. Studio di prevalenza europeo sulle infezioni correlate all'assistenza e sull'utilizzo di antibiotici nelle strutture di assistenza socio-sanitaria extraospedaliera / Bianco, S; D’Ambrosio, A; Clemente, S; Emelurumonye, In; Furmenti, Mf; Olivero, E; Rossello, P; Thomas, R; Villa, G; Zotti, Cm; D’Errico, Mm; Barbadoro, P; Brighenti, Aura; Tirabassi, F; Di Stanislao, F; Beccaceci, G.. - ELETTRONICO. - (2018), pp. 1-49.

Report Italiano HALT3 2016/2017. Studio di prevalenza europeo sulle infezioni correlate all'assistenza e sull'utilizzo di antibiotici nelle strutture di assistenza socio-sanitaria extraospedaliera.

D’Errico MM
Membro del Collaboration Group
;
Barbadoro P
Membro del Collaboration Group
;
BRIGHENTI, AURA
Membro del Collaboration Group
;
Tirabassi F
Membro del Collaboration Group
;
Di Stanislao F
Membro del Collaboration Group
;
2018-01-01

Abstract

Lo studio di prevalenza ha coinvolto strutture di assistenza socio sanitaria extra-ospedaliera; la maggior parte delle strutture partecipanti appartengono alle tipologie Nursing home e Residential home. La popolazione è composta per più della metà da soggetti di età superiore a 85 anni, con una frequenza superiore al 65% di soggetti disorientati e/o incontinenti e/o allettati; meno importante è l’esposizione a procedure invasive che interessa una prevalenza limitata di soggetti, con una prevalenza massima di cateterizzazioni urinarie (10,1%). La prevalenza di ICA è del 3,9%, dato sovrapponibile a quello del 2013; la localizzazione è prevalentemente respiratoria (40,7%) e urinaria (25,3%); le infezioni gastrointestinali sono il 6,8% ma nel 50% hanno come etiologia C. difficile. L’età molto avanzata dei soggetti e la loro ridotta autonomia contribuiscono a questo quadro. L’uso di antibiotici interessa il 4,2% dei soggetti osservati; prevalentemente l’uso è per terapia (87,7%); prevale un uso di cefalosporine e penicilline, come si osservava nello studio HALT2; si osserva in circa un quinto dei trattamenti l’uso di chinoloni. La prescrizione è avvenuta prevalentemente all’interno delle LTCF . Si osserva un uso maggiore, rispetto al passato, del laboratorio di microbiologia che interessa il 26% delle infezioni registrate; questo ha consentito di evidenziare antibiotico-resistenza in circa un terzo dei microrganismi. E’ stata osservata resistenza soprattutto a cefalosporine, carbapenemi e oxacillina. E’ interessante osservare una serie di aspetti che depongono a favore di un’aumentata attenzione alle misure di sorveglianza e controllo delle infezioni: è presente nel 50% delle strutture personale medico e/o infermieristico specificamente dedicato e formato; sono disponibili protocolli assistenziali (in più dell’85% delle strutture), protocolli dedicatispecificamente al controllo delle infezioni (igiene delle mani e gestione cateteri) e metodi di confronto e di ritorno dei dati (audit e feedback). Anche per il buon uso degli antibiotici si osserva una serie di iniziative di miglioramento: liste di antibiotici sottoposti a restrizione, comitato antibiotici interno, linee guida, prontuario terapeutico, sistemi di sorveglianza e collaborazione con i Medici di Medicina Generale.
2018
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