Introduzione. Lo scopo di questo studio è di valutare l’utilizzo di antibiotici e l’antibioticoresistenza di microrganismi selezionati circolanti in un’Unità di Terapia Intensiva. Metodi. È stato attuato un sistema di sorveglianza basato sulla metodologia del National Healthcare Safety Network (NHSN). A partire da dicembre 2017 fino a febbraio 2018 presso la Clinica di Anestesia e Rianimazione dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ancona sono stati raccolti quotidianamente i dati relativi all’utilizzo degli antibiotici (molecola, dosaggio e durata) e gli isolamenti microbiologici (microrganismo e relativo antibiogramma).Il consumo totale di antibiotici e il consumo per classi d’interesse sono stati valutati utilizzando la metodologia Defined Daily Dose (DDD) e il calcolo delle DDD per 1000 Hospital Days (HD). La densità d’incidenza degli isolamenti è stata espressa come tasso d’isolamento per 1000 HD. Risultati. Sono stati raccolti i dati di 50 pazienti, di cui il 94% (n=47) ha effettuato terapia antibiotica. Il consumo totale di antibiotici è risultato di 2549 DDD/1000 HD (IC 95% 2433-2668). Le classi più utilizzate sono state: penicilline (902 DDD/1000 HD), fluorochinoloni (245 DDD/1000 HD), carbapenemi (217 DDD/1000 HD) e cefalosporine di terza generazione (135 DDD/1000 HD). Sono stati analizzati 115 isolamenti microbiologici con un tasso d’isolamento dei microrganismi selezionati del 30,47 per 1000 HD. I batteri isolati più frequentemente sono stati: Staphylococcus aureus, di cui il 14% Methicillin Resistant Staphylococcus aureus; Escherichia coli, di cui il 12% resistente ai carbapenemi e il 12% produttore di Extended Spectrum Beta Lactamase (ESBL); Klebsiella pneumoniae, di cui il 13% resistente ai carbapenemi e il 13% produttore di ESBL; Pseudomonas aeruginosa, di cui il 38% resistente ai carbapenemi e il 25% resistente ai fluorochinoloni e Acinetobacter baumannii, di cui il 100% resistente ai carbapenemi. Conclusioni. Durante lo studio è stato individuato un elevato utilizzo di fluorochinoloni, cefalosporine di terza generazione e carbapenemi nel reparto, ma nonostante ciò l’incidenza di Klebsiella pneumoniae resistente ai carbapenemi risulta contenuta. I dati testimoniano l’importanza dell’utilizzo appropriato di antibiotici nelle Unità di Terapia Intensiva.
Consumo di antibiotici e pattern di resistenza di microrganismi in un’Unità di Terapia Intensiva / Micheletti, R; Rapazzetti, S; Arsego, D; Formenti, L; Luciani, A; Bianchi, E; Donati, A; Carletti, P; Domizi, R; Barbadoro, P; D’Errico, Mm. - In: GIORNALE ITALIANO MULTIDISCIPLINARE PER LA PREVENZIONE DELLE INFEZIONI NELLE ORGANIZZAZIONI SANITARIE. - ISSN 2280-644X. - STAMPA. - 8 (1):(2018), pp. 37-37. (Intervento presentato al convegno Attualità e prospettive nella prevenzione e controllo delle infezioni nelle organizzazioni sanitarie tenutosi a Bergamo nel 21-23 maggio 2018) [10.1716/2942.29569].
Consumo di antibiotici e pattern di resistenza di microrganismi in un’Unità di Terapia Intensiva
Micheletti RMembro del Collaboration Group
;Rapazzetti SMembro del Collaboration Group
;Arsego DMembro del Collaboration Group
;Formenti LMembro del Collaboration Group
;Luciani A;Bianchi EMembro del Collaboration Group
;Donati A;Domizi RMembro del Collaboration Group
;Barbadoro P
Conceptualization
;D’Errico MMSupervision
2018-01-01
Abstract
Introduzione. Lo scopo di questo studio è di valutare l’utilizzo di antibiotici e l’antibioticoresistenza di microrganismi selezionati circolanti in un’Unità di Terapia Intensiva. Metodi. È stato attuato un sistema di sorveglianza basato sulla metodologia del National Healthcare Safety Network (NHSN). A partire da dicembre 2017 fino a febbraio 2018 presso la Clinica di Anestesia e Rianimazione dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ancona sono stati raccolti quotidianamente i dati relativi all’utilizzo degli antibiotici (molecola, dosaggio e durata) e gli isolamenti microbiologici (microrganismo e relativo antibiogramma).Il consumo totale di antibiotici e il consumo per classi d’interesse sono stati valutati utilizzando la metodologia Defined Daily Dose (DDD) e il calcolo delle DDD per 1000 Hospital Days (HD). La densità d’incidenza degli isolamenti è stata espressa come tasso d’isolamento per 1000 HD. Risultati. Sono stati raccolti i dati di 50 pazienti, di cui il 94% (n=47) ha effettuato terapia antibiotica. Il consumo totale di antibiotici è risultato di 2549 DDD/1000 HD (IC 95% 2433-2668). Le classi più utilizzate sono state: penicilline (902 DDD/1000 HD), fluorochinoloni (245 DDD/1000 HD), carbapenemi (217 DDD/1000 HD) e cefalosporine di terza generazione (135 DDD/1000 HD). Sono stati analizzati 115 isolamenti microbiologici con un tasso d’isolamento dei microrganismi selezionati del 30,47 per 1000 HD. I batteri isolati più frequentemente sono stati: Staphylococcus aureus, di cui il 14% Methicillin Resistant Staphylococcus aureus; Escherichia coli, di cui il 12% resistente ai carbapenemi e il 12% produttore di Extended Spectrum Beta Lactamase (ESBL); Klebsiella pneumoniae, di cui il 13% resistente ai carbapenemi e il 13% produttore di ESBL; Pseudomonas aeruginosa, di cui il 38% resistente ai carbapenemi e il 25% resistente ai fluorochinoloni e Acinetobacter baumannii, di cui il 100% resistente ai carbapenemi. Conclusioni. Durante lo studio è stato individuato un elevato utilizzo di fluorochinoloni, cefalosporine di terza generazione e carbapenemi nel reparto, ma nonostante ciò l’incidenza di Klebsiella pneumoniae resistente ai carbapenemi risulta contenuta. I dati testimoniano l’importanza dell’utilizzo appropriato di antibiotici nelle Unità di Terapia Intensiva.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.