Lo studio è stato condotto nel periodo novembre-dicembre 2016, hanno partecipato 9 ospedali della Regione Marche. Sono stati raccolti dati su 2027 pazienti: 46,3% degenti in area medica, 26,2% in area chirurgica, 6,9% in ginecologia/ostetricia, 5,3% in terapia intensiva, 2,7% in geriatria 2,5% in psichiatria, 2,0% in riabilitazione e neonatologia ed 1,9% in pediatria. L’età media è stata di 66,7 anni (±21,4 anni). L’85,2% dei pazienti arruolati il giorno dello studio era portatore di almeno un dispositivo invasivo: il 56,5% di un catetere vascolare periferico; il 27,7% di un catetere urinario; il 12,6% di un catetere vascolare centrale; il 3,1% dei pazienti era intubato. La prevalenza di pazienti affetti da infezioni correlate all'assistenza è stata pari al 8,9%. La prevalenza di infezioni varia in maniera significativa: - per disciplina di ricovero: da nessuna infezione rilevata in ginecologia-ostetricia, a 23,6% in riabilitazione; - per classe di età: dal 2,6% in età neonatale, al 13,6% negli anziani; - per gravità delle condizioni cliniche di base: da 6,8% nei pazienti con patologia "non fatale" secondo McCabe a 17,6% in quella con patologia rapidamente fatale. Le dimensioni (e la tipologia dell'ospedale: ospedale di rete, polo o Azienda Ospedaliera), nella nostra realtà, non sono risultate associate a variazioni di frequenza di ICA. Le infezioni più frequentemente riportate sono quelle respiratorie (29%), delle vie urinarie (24%), le infezioni del sito chirurgico (14%) e le batteriemie (9%). Escherichia coli, Staphylococcus aureus, Pseudomonas aeruginosa, Klebsiella pneumoniae, Enterobacter cloacae, Clostridium difficile, Enterococcus faecalis sono i germi più frequentemente isolati. Il fenomeno dell’antibioticoresistenza appare piuttosto frequente: infatti, il 37,5% delle enterobatteriacee è appartenente alla classe delle ESBL (produttori di beta-lattamasi ad ampio spettro e, quindi resistente alle cefalosporine di terza generazione); inoltre il 30% di Klebsiella pneumoniae ed il 33,3% di Pseudomonas aeruginosa sono resistenti ai carbapenemi; il 21,4 % di Staphylococcus aureus non è suscettibile alla meticillina. La prevalenza osservata di pazienti con almeno un trattamento antibiotico in corso è pari a 44,6%. Il trattamento era motivato da profilassi nel 41,9% (di cui nel 26,7% dei casi profilassi medica e nel 15,2% chirurgica) la terapia è stata indicata nel 55,0% dei casi, da altro (o non indicato) nel rimanente 3,1%. Le classi di antibiotico utilizzate più frequentemente sono le cefalosporine di terza generazione e le associazioni di penicilline, incluse le associazioni con gli inibitori delle beta-lattamasi.

Studio di prevalenza delle infezioni correlate all’assistenza e uso degli antibiotici negli ospedali della Regione Marche. Report 2017 / Barbadoro, P; DI BUONO, VALERIO PASQUALE; Dolcini, J; Napolitano, LARA RITA; D’Errico, Mm. - STAMPA. - (2017), pp. 1-31.

Studio di prevalenza delle infezioni correlate all’assistenza e uso degli antibiotici negli ospedali della Regione Marche. Report 2017

Barbadoro P
Methodology
;
DI BUONO, VALERIO PASQUALE
Writing – Original Draft Preparation
;
Dolcini J
Writing – Original Draft Preparation
;
NAPOLITANO, LARA RITA
Writing – Original Draft Preparation
;
D’Errico MM
Supervision
2017-01-01

Abstract

Lo studio è stato condotto nel periodo novembre-dicembre 2016, hanno partecipato 9 ospedali della Regione Marche. Sono stati raccolti dati su 2027 pazienti: 46,3% degenti in area medica, 26,2% in area chirurgica, 6,9% in ginecologia/ostetricia, 5,3% in terapia intensiva, 2,7% in geriatria 2,5% in psichiatria, 2,0% in riabilitazione e neonatologia ed 1,9% in pediatria. L’età media è stata di 66,7 anni (±21,4 anni). L’85,2% dei pazienti arruolati il giorno dello studio era portatore di almeno un dispositivo invasivo: il 56,5% di un catetere vascolare periferico; il 27,7% di un catetere urinario; il 12,6% di un catetere vascolare centrale; il 3,1% dei pazienti era intubato. La prevalenza di pazienti affetti da infezioni correlate all'assistenza è stata pari al 8,9%. La prevalenza di infezioni varia in maniera significativa: - per disciplina di ricovero: da nessuna infezione rilevata in ginecologia-ostetricia, a 23,6% in riabilitazione; - per classe di età: dal 2,6% in età neonatale, al 13,6% negli anziani; - per gravità delle condizioni cliniche di base: da 6,8% nei pazienti con patologia "non fatale" secondo McCabe a 17,6% in quella con patologia rapidamente fatale. Le dimensioni (e la tipologia dell'ospedale: ospedale di rete, polo o Azienda Ospedaliera), nella nostra realtà, non sono risultate associate a variazioni di frequenza di ICA. Le infezioni più frequentemente riportate sono quelle respiratorie (29%), delle vie urinarie (24%), le infezioni del sito chirurgico (14%) e le batteriemie (9%). Escherichia coli, Staphylococcus aureus, Pseudomonas aeruginosa, Klebsiella pneumoniae, Enterobacter cloacae, Clostridium difficile, Enterococcus faecalis sono i germi più frequentemente isolati. Il fenomeno dell’antibioticoresistenza appare piuttosto frequente: infatti, il 37,5% delle enterobatteriacee è appartenente alla classe delle ESBL (produttori di beta-lattamasi ad ampio spettro e, quindi resistente alle cefalosporine di terza generazione); inoltre il 30% di Klebsiella pneumoniae ed il 33,3% di Pseudomonas aeruginosa sono resistenti ai carbapenemi; il 21,4 % di Staphylococcus aureus non è suscettibile alla meticillina. La prevalenza osservata di pazienti con almeno un trattamento antibiotico in corso è pari a 44,6%. Il trattamento era motivato da profilassi nel 41,9% (di cui nel 26,7% dei casi profilassi medica e nel 15,2% chirurgica) la terapia è stata indicata nel 55,0% dei casi, da altro (o non indicato) nel rimanente 3,1%. Le classi di antibiotico utilizzate più frequentemente sono le cefalosporine di terza generazione e le associazioni di penicilline, incluse le associazioni con gli inibitori delle beta-lattamasi.
2017
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