INTRODUZIONE: La sepsi è una delle cause più frequenti di morbosità, di ospedalizzazione e mortalità in tutto il mondo. La lotta alle infezioni e alla sepsi rappresenta una sfida globale soprattutto nelle Unità di Terapia Intensiva (UTI). L’obiettivo di questo studio è stato di descrivere il quadro epidemiologico delle sepsi nelle UTI partecipanti al progetto di Sorveglianza attiva Prospettica delle Infezioni Nosocomiali nelle UTI (SPIN-UTI, GISIO-SItI), considerando le caratteristiche dei pazienti, delle infezioni e gli outcome. MATERIALI E METODI: Il protocollo del progetto SPIN-UTI include, dal 2008, la sorveglianza delle sepsi, in termini di gravità massima delle infezioni correlate all’assistenza identificate durante il periodo della sorveglianza. Nel presente studio sono state analizzate le caratteristiche e gli outcome delle infezioni e dei pazienti ricoverati nelle UTI partecipanti al progetto SPINUTI dal 2008 al 2015. RISULTATI: Sono stati sorvegliati 10050 pazienti. Su un totale di 2080 infezioni acquisite in UTI per le quali il dato è stato riportato, quasi la metà (47,9%) ha dato origine a sepsi. In particolare, il 27,4% delle infezioni è stato associato a sepsi, il 10% a sepsi grave, il 10,4% a shock settico. La maggior parte delle sepsi ha avuto origine da una polmonite (46%), il 31% da un’infezioni del torrente ematico, il 14% da un’infezione associata a catetere venoso centrale e il 9% da un’infezione delle vie urinarie. Complessivamente, il microrganismo più frequentemente associato ad infezioni che hanno dato origine a sepsi è risultato Acinetobacter baumannii, seguito da Pseudomonas aeruginosa e da Klebsiella pneumoniae, con un’elevata frequenza di multiresistenza. Tra i pazienti infetti, la mortalità è risultata del 46,9% tra quelli con sepsi e del 32,3% tra i pazienti senza sepsi (p<0,01). L’analisi multivariata ha identificato i fattori associati alla sepsi in UTI tra i quali, fattori intrinseci del paziente (SAPS II score) e fattori estrinseci (tipo di UTI). CONCLUSIONI: I risultati del progetto SPIN-UTI forniscono importanti indicazioni sul rischio di sepsi nei pazienti ricoverati in terapia intensiva. In particolare, sono stati identificati i fattori predittivi del rischio di sepsi e di morte quali target per il miglioramento della qualità dell’assistenza e dell’outcome dei pazienti.
EPIDEMIOLOGIA DELLE SEPSI NELLE TERAPIE INTENSIVE PARTECIPANTI AL PROGETTO SPIN-UTI DEL GISIO-SITI: ANALISI DEL RISCHIO E OUTCOME / Agodi, A.; Auxilia, F.; Barchitta, M.; Brusaferro, S.; D’Errico, M. M.; Montagna, M. T.; Pasquarella, C.; Tardivo, S.; Mura, I.; Spin--Uti Network Gisio--Siti,. - ELETTRONICO. - (2017). (Intervento presentato al convegno 50* Congresso Nazionale Società Italiana di Igiene - Sinergie multifattoriali per la salute tenutosi a Torino nel 22-25 novembre 2017).
EPIDEMIOLOGIA DELLE SEPSI NELLE TERAPIE INTENSIVE PARTECIPANTI AL PROGETTO SPIN-UTI DEL GISIO-SITI: ANALISI DEL RISCHIO E OUTCOME
D’Errico M. M.;
2017-01-01
Abstract
INTRODUZIONE: La sepsi è una delle cause più frequenti di morbosità, di ospedalizzazione e mortalità in tutto il mondo. La lotta alle infezioni e alla sepsi rappresenta una sfida globale soprattutto nelle Unità di Terapia Intensiva (UTI). L’obiettivo di questo studio è stato di descrivere il quadro epidemiologico delle sepsi nelle UTI partecipanti al progetto di Sorveglianza attiva Prospettica delle Infezioni Nosocomiali nelle UTI (SPIN-UTI, GISIO-SItI), considerando le caratteristiche dei pazienti, delle infezioni e gli outcome. MATERIALI E METODI: Il protocollo del progetto SPIN-UTI include, dal 2008, la sorveglianza delle sepsi, in termini di gravità massima delle infezioni correlate all’assistenza identificate durante il periodo della sorveglianza. Nel presente studio sono state analizzate le caratteristiche e gli outcome delle infezioni e dei pazienti ricoverati nelle UTI partecipanti al progetto SPINUTI dal 2008 al 2015. RISULTATI: Sono stati sorvegliati 10050 pazienti. Su un totale di 2080 infezioni acquisite in UTI per le quali il dato è stato riportato, quasi la metà (47,9%) ha dato origine a sepsi. In particolare, il 27,4% delle infezioni è stato associato a sepsi, il 10% a sepsi grave, il 10,4% a shock settico. La maggior parte delle sepsi ha avuto origine da una polmonite (46%), il 31% da un’infezioni del torrente ematico, il 14% da un’infezione associata a catetere venoso centrale e il 9% da un’infezione delle vie urinarie. Complessivamente, il microrganismo più frequentemente associato ad infezioni che hanno dato origine a sepsi è risultato Acinetobacter baumannii, seguito da Pseudomonas aeruginosa e da Klebsiella pneumoniae, con un’elevata frequenza di multiresistenza. Tra i pazienti infetti, la mortalità è risultata del 46,9% tra quelli con sepsi e del 32,3% tra i pazienti senza sepsi (p<0,01). L’analisi multivariata ha identificato i fattori associati alla sepsi in UTI tra i quali, fattori intrinseci del paziente (SAPS II score) e fattori estrinseci (tipo di UTI). CONCLUSIONI: I risultati del progetto SPIN-UTI forniscono importanti indicazioni sul rischio di sepsi nei pazienti ricoverati in terapia intensiva. In particolare, sono stati identificati i fattori predittivi del rischio di sepsi e di morte quali target per il miglioramento della qualità dell’assistenza e dell’outcome dei pazienti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.