Il patrimonio edilizio italiano è caratterizzato da una grande vulnerabilità sismica, originata da diversi fattori, fra cui la modesta qualità costruttiva di molti edifici nelle aree rurali e piccoli centri urbani e la vetustà di numerosissime altre costruzioni che, sebbene di gran pregio architettonico, non sono adeguatamente tutelate dai terremoti. Giocano poi un ruolo importante anche le trascuratezze nell’edificato contemporaneo e la scarsa qualità delle costruzioni pubbliche, fra cui le scuole, che al contrario dovrebbero essere rigorosamente monitorate e messe in sicurezza. Infine, anche l’ubicazione di costruzioni in siti inadatti gioca un ruolo importante nel definire il grado di vulnerabilità sismica delle abitazioni. Spesso l’edificato è ubicato in siti già dissestati da frane, che vengono poi riattivate dai terremoti. Questa preesistente ed elevata vulnerabilità sismica dell’edificato continua a causare disastri sismici in Italia, anche negli ultimi decenni, quando tecniche di costruzioni più moderne hanno sensibilmente migliorato la risposta sismica dei nuovi edifici. Il presente studio, utilizando una metodologia GIS, sviluppa un modello empirico che confronta e integra i dati relativi ai danni strutturali raccolti dopo il terremoto Marche-Umbria del 1997 con magnitudo momento (Mw) 6,1 ed epicentro a Colfiorito nel comune di Foligno, con i dati sulle condizioni dell’edificato nella regione Marche raccolti durante il censimento dell’Istituto Nazionale di Statistica condotto nel 2001.
Mappare la vulnerabilità sismica degli edifici nella Regione Marche; un modello empirico di previsione basato su GIS / Marincioni, Fausto; Marconi, Michele. - STAMPA. - 2:(2016), pp. 239-252.
Mappare la vulnerabilità sismica degli edifici nella Regione Marche; un modello empirico di previsione basato su GIS
MARINCIONI, Fausto;
2016-01-01
Abstract
Il patrimonio edilizio italiano è caratterizzato da una grande vulnerabilità sismica, originata da diversi fattori, fra cui la modesta qualità costruttiva di molti edifici nelle aree rurali e piccoli centri urbani e la vetustà di numerosissime altre costruzioni che, sebbene di gran pregio architettonico, non sono adeguatamente tutelate dai terremoti. Giocano poi un ruolo importante anche le trascuratezze nell’edificato contemporaneo e la scarsa qualità delle costruzioni pubbliche, fra cui le scuole, che al contrario dovrebbero essere rigorosamente monitorate e messe in sicurezza. Infine, anche l’ubicazione di costruzioni in siti inadatti gioca un ruolo importante nel definire il grado di vulnerabilità sismica delle abitazioni. Spesso l’edificato è ubicato in siti già dissestati da frane, che vengono poi riattivate dai terremoti. Questa preesistente ed elevata vulnerabilità sismica dell’edificato continua a causare disastri sismici in Italia, anche negli ultimi decenni, quando tecniche di costruzioni più moderne hanno sensibilmente migliorato la risposta sismica dei nuovi edifici. Il presente studio, utilizando una metodologia GIS, sviluppa un modello empirico che confronta e integra i dati relativi ai danni strutturali raccolti dopo il terremoto Marche-Umbria del 1997 con magnitudo momento (Mw) 6,1 ed epicentro a Colfiorito nel comune di Foligno, con i dati sulle condizioni dell’edificato nella regione Marche raccolti durante il censimento dell’Istituto Nazionale di Statistica condotto nel 2001.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.