La disciplina di quello che, in termine tecnico, nel mondo anglossassone viene chiamato decommissioning e la regolamentazione della conseguente gestione dei rifiuti derivanti dall’esercizio degli impianti nucleari ha cominciato ad essere oggetto di attività normativa in Italia solo molti anni dopo lo spegnimento (avvenuto nel 1987) delle centrali nucleari costruite tra gli anni ’60 e ’70 del secolo scorso. Proprio la scelta di spegnere le centrali (giusta o sbagliata che fosse) determinò la necessità di creare il contesto normativo finalizzato alla completa realizzazione della fase finale della filiera industriale del processo di produzione di energia elettrica da fonte nucleare. L’intero sistema giuridico italiano del decommissioning, di prevalente fonte internazionale e comunitaria, si è così venuto a comporre solo sul finire degli anni 90 allorché il governo italiano scelse di voler concludere l’esperienza di un ente di Stato responsabile dell’intera filiera di produzione di energia elettrica (ENEL), aderendo ad un modello di privatizzazione finalizzato a costituire il presupposto ontologico di una legislazione di liberalizzazione dei mercati. Le norme che disciplinano le attività della gestione passiva degli impianti sono, infatti, molteplici e concernono una pluralità di aspetti, che vanno dalla sicurezza al reperimento delle risorse necessarie all’implementazione di tali attività, dalla protezione delle persone e dei lavoratori alla tutela dell’ambiente e della salute, nonché ai profili di responsabilità in caso di eventuale danno. In assenza, nel contesto italiano, della figura dell’operatore che esercisce l’impianto nucleare in fase produttiva e che in altri sistemi è il naturale assegnatario del compito di provvedere anche allo smantellamento delle installazioni a fine vita e alla gestione dei rifiuti radioattivi prodotti, la scelta è dunque ricaduta su un modello basato sulla centralizzazione dei tasks e delle responsabilità con la creazione di un soggetto, di proprietà interamente pubblica, appositamente deputato alla conduzione delle attività in questione (S.O.G.I.N.). Alla S.O.G.I.N. è stato assegnato il compito di provvedere alla realizzazione del Deposito Nazionale e del Parco Tecnologico, luoghi di altissima tecnologia, destinati a costituire la risposta al problema della gestione dei rifiuti radioattivi che vennero prodotti dalle centrali italiane fino al 1987, nonché di quelli derivati dalle attività mediche industriali e dalla ricerca. Proprio sul tema del deposito nazionale sono stati fatti, nell’ultimo triennio, notevoli passi in avanti, con la predisposizione di nuove regole chiare e precise, adottate anche sulla spinta delle indicazioni comunitarie e sulla scorta dei precedenti tentativi di trovare una sistemazione ai rifiuti radioattivi, che hanno messo in luce la necessità di avviare un processo di informazione e decisione condiviso con l’opinione pubblica per la scelta del sito più adatto ad ospitare il deposito. La produzione normativa italiana ha cessato, così, di essere caratterizzata da interventi di carattere emergenziale, in parte derogatori delle norme di base che presiedono alla conduzione delle attività di smantellamento e di sistemazione e messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi, le quali, nel prossimo futuro, verranno ulteriormente implementate anche alla luce della nuova normativa tra cui, da ultimo, quella conte- nuta nell’art. 24 del D.l. 1/2012 convertito dalla L. n. 27/2012 relativa alla accelerazione delle attività di disattivazione e smantellamento dei siti nucleari. La presente raccolta si prefigge l’obiettivo di offrirsi come strumento di conoscenza e di consultazione per i professionisti specializzati nelle discipline giuridiche, per gli operatori del settore, le università, le pubbliche amministrazioni, per il mondo della ricerca, ma anche per il mondo della comunicazione che dovrà ancor più farsi promotore di una corretta informazione sulle tematiche oggetto del volume e che, al pari degli altri destinatari del Codice, certamente avrà necessità ed utilità di trovare qui raccolto l’insieme delle regole e delle norme di diversa derivazione che disciplinano le attività nucleari.
Codice della gestione dei rifiuti radioattivi. Con CD-ROM / Ferrazzano, Vincenzo; Putti, Pietro Maria. - STAMPA. - (2012).
Codice della gestione dei rifiuti radioattivi. Con CD-ROM
PUTTI, Pietro Maria
2012-01-01
Abstract
La disciplina di quello che, in termine tecnico, nel mondo anglossassone viene chiamato decommissioning e la regolamentazione della conseguente gestione dei rifiuti derivanti dall’esercizio degli impianti nucleari ha cominciato ad essere oggetto di attività normativa in Italia solo molti anni dopo lo spegnimento (avvenuto nel 1987) delle centrali nucleari costruite tra gli anni ’60 e ’70 del secolo scorso. Proprio la scelta di spegnere le centrali (giusta o sbagliata che fosse) determinò la necessità di creare il contesto normativo finalizzato alla completa realizzazione della fase finale della filiera industriale del processo di produzione di energia elettrica da fonte nucleare. L’intero sistema giuridico italiano del decommissioning, di prevalente fonte internazionale e comunitaria, si è così venuto a comporre solo sul finire degli anni 90 allorché il governo italiano scelse di voler concludere l’esperienza di un ente di Stato responsabile dell’intera filiera di produzione di energia elettrica (ENEL), aderendo ad un modello di privatizzazione finalizzato a costituire il presupposto ontologico di una legislazione di liberalizzazione dei mercati. Le norme che disciplinano le attività della gestione passiva degli impianti sono, infatti, molteplici e concernono una pluralità di aspetti, che vanno dalla sicurezza al reperimento delle risorse necessarie all’implementazione di tali attività, dalla protezione delle persone e dei lavoratori alla tutela dell’ambiente e della salute, nonché ai profili di responsabilità in caso di eventuale danno. In assenza, nel contesto italiano, della figura dell’operatore che esercisce l’impianto nucleare in fase produttiva e che in altri sistemi è il naturale assegnatario del compito di provvedere anche allo smantellamento delle installazioni a fine vita e alla gestione dei rifiuti radioattivi prodotti, la scelta è dunque ricaduta su un modello basato sulla centralizzazione dei tasks e delle responsabilità con la creazione di un soggetto, di proprietà interamente pubblica, appositamente deputato alla conduzione delle attività in questione (S.O.G.I.N.). Alla S.O.G.I.N. è stato assegnato il compito di provvedere alla realizzazione del Deposito Nazionale e del Parco Tecnologico, luoghi di altissima tecnologia, destinati a costituire la risposta al problema della gestione dei rifiuti radioattivi che vennero prodotti dalle centrali italiane fino al 1987, nonché di quelli derivati dalle attività mediche industriali e dalla ricerca. Proprio sul tema del deposito nazionale sono stati fatti, nell’ultimo triennio, notevoli passi in avanti, con la predisposizione di nuove regole chiare e precise, adottate anche sulla spinta delle indicazioni comunitarie e sulla scorta dei precedenti tentativi di trovare una sistemazione ai rifiuti radioattivi, che hanno messo in luce la necessità di avviare un processo di informazione e decisione condiviso con l’opinione pubblica per la scelta del sito più adatto ad ospitare il deposito. La produzione normativa italiana ha cessato, così, di essere caratterizzata da interventi di carattere emergenziale, in parte derogatori delle norme di base che presiedono alla conduzione delle attività di smantellamento e di sistemazione e messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi, le quali, nel prossimo futuro, verranno ulteriormente implementate anche alla luce della nuova normativa tra cui, da ultimo, quella conte- nuta nell’art. 24 del D.l. 1/2012 convertito dalla L. n. 27/2012 relativa alla accelerazione delle attività di disattivazione e smantellamento dei siti nucleari. La presente raccolta si prefigge l’obiettivo di offrirsi come strumento di conoscenza e di consultazione per i professionisti specializzati nelle discipline giuridiche, per gli operatori del settore, le università, le pubbliche amministrazioni, per il mondo della ricerca, ma anche per il mondo della comunicazione che dovrà ancor più farsi promotore di una corretta informazione sulle tematiche oggetto del volume e che, al pari degli altri destinatari del Codice, certamente avrà necessità ed utilità di trovare qui raccolto l’insieme delle regole e delle norme di diversa derivazione che disciplinano le attività nucleari.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.