Scopo del contributo è stimolare la discussione su aspetti che stanno cambiando, secondo gli autori, gli obiettivi della gestione del paesaggio: trasformazioni delle aree rurali e peri-urbane, nuovi indirizzi della Politica Agricola Comune, grande interesse per usi sostenibili delle risorse ambientali e culturali dei territori. Il paesaggio agrario è forgiato dalle attività agricole esercitate dalle aziende secondo modelli di agricoltura propri di ogni epoca. Alla dimensione territoriale, i paesaggi agrari assumono connotati peculiari in ogni periodo ed ambito geografico (esempio: “alberata” e “folignata” nell’Italia centrale in epoca mezzadrile). Nelle aree rurali contemporanee, invece, si insinuano altre componenti: case sparse, città in espansione, nuovi impianti industriali e commerciali, strade e autostrade, ferrovie, aree protette. Pertanto, le aree rurali contemporanee sono diventate un sistema complesso, che comprende molti sotto-sistemi. La PAC resta essenzialmente guidata da criteri economici ed il ruolo delle nuove politiche pensate per esercitare funzioni “correttive” (condizionalità, greening, Sviluppo Rurale) è ancora secondario. Ma, soprattutto, l’attuazione delle misure PAC tende a rimanere “incrementale”, sono applicate dai singoli agricoltori senza il supporto di una strategia territoriale. E’ positivo osservare che la PAC stia procedendo verso nuove direzioni, ma i progressi restano lenti e poco visibili. Inoltre, specie nelle aree di transizione peri-urbane, né le politiche agricole né la pianificazione territoriale sono oggi in grado di dare risposte fondate su sviluppo sostenibile e integrazione . Quindi, come declinare la “prospettiva di paesaggio” in relazione alla formazione e implementazione della PAC? Possiamo definirla come un “principio trainante”: valorizzare gli aspetti migliori della PAC e politiche correlate, agendo da facilitatori d’implementazione ma rispettando le condizioni reali e interagendo con gli stakeholder. Possiamo anche definirla come un “principio incalzante”: sostenere le idee creative di paesaggio che scaturiscono dai territori e dagli attori locali, riportandole in nuovi modelli di agricoltura e di ruralità e, non da ultimo, nei contesti dove si ri-definisce la PAC.
La nuova politica agricola comune (PAC) migliorerà la gestione del paesaggio nelle aree rurali e periurbane ? / Gulinck, Hubert; Galli, Andrea; Marcheggiani, Ernesto. - STAMPA. - 1:(2013), pp. 71-77.
La nuova politica agricola comune (PAC) migliorerà la gestione del paesaggio nelle aree rurali e periurbane ?
GALLI, Andrea;MARCHEGGIANI, Ernesto
2013-01-01
Abstract
Scopo del contributo è stimolare la discussione su aspetti che stanno cambiando, secondo gli autori, gli obiettivi della gestione del paesaggio: trasformazioni delle aree rurali e peri-urbane, nuovi indirizzi della Politica Agricola Comune, grande interesse per usi sostenibili delle risorse ambientali e culturali dei territori. Il paesaggio agrario è forgiato dalle attività agricole esercitate dalle aziende secondo modelli di agricoltura propri di ogni epoca. Alla dimensione territoriale, i paesaggi agrari assumono connotati peculiari in ogni periodo ed ambito geografico (esempio: “alberata” e “folignata” nell’Italia centrale in epoca mezzadrile). Nelle aree rurali contemporanee, invece, si insinuano altre componenti: case sparse, città in espansione, nuovi impianti industriali e commerciali, strade e autostrade, ferrovie, aree protette. Pertanto, le aree rurali contemporanee sono diventate un sistema complesso, che comprende molti sotto-sistemi. La PAC resta essenzialmente guidata da criteri economici ed il ruolo delle nuove politiche pensate per esercitare funzioni “correttive” (condizionalità, greening, Sviluppo Rurale) è ancora secondario. Ma, soprattutto, l’attuazione delle misure PAC tende a rimanere “incrementale”, sono applicate dai singoli agricoltori senza il supporto di una strategia territoriale. E’ positivo osservare che la PAC stia procedendo verso nuove direzioni, ma i progressi restano lenti e poco visibili. Inoltre, specie nelle aree di transizione peri-urbane, né le politiche agricole né la pianificazione territoriale sono oggi in grado di dare risposte fondate su sviluppo sostenibile e integrazione . Quindi, come declinare la “prospettiva di paesaggio” in relazione alla formazione e implementazione della PAC? Possiamo definirla come un “principio trainante”: valorizzare gli aspetti migliori della PAC e politiche correlate, agendo da facilitatori d’implementazione ma rispettando le condizioni reali e interagendo con gli stakeholder. Possiamo anche definirla come un “principio incalzante”: sostenere le idee creative di paesaggio che scaturiscono dai territori e dagli attori locali, riportandole in nuovi modelli di agricoltura e di ruralità e, non da ultimo, nei contesti dove si ri-definisce la PAC.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.