L’assistenza riabilitativa è attualmente ritenuta una componente imprescindibile dell’attività di Disease Management dedicata alla Malattia del Motoneurone (MM). Essa si integra nel complesso iter multidisciplinare che accompagna il soggetto dalla diagnosi all’exitus e si declina in azioni diverse in relazione alle fasi di malattia, alla tipologia e complessità della disabilità emergente e alle caratteristiche dell’individuo e dell’ambiente in cui vive. In definitiva, la finalità dell’intervento riabilitativo, nella MM come in ogni altro ambito di patologia, resta quello di favorire “….lo sviluppo del massimo potenziale fisico, psicologico, sociale, vocazionale ed educativo della persona, compatibilmente con le restrizioni fisiologiche o anatomiche e con i vincoli ambientali. Una realistica determinazione di obiettivi raggiungibili va condivisa tra il soggetto e coloro che sono destinati ad assisterlo. In tal modo si opera per ottimizzare la funzione a dispetto della disabilità anche in presenza di menomazioni inemendabili” (Bach, 2004). Concentrare l’attenzione sulle risorse disponibili al fine di garantire il massimo funzionamento possibile e desiderato dall’individuo, significa operare all’interno del paradigma dell’ICF.
Malattie del motoneurone: riabilitazione / Ceravolo, MARIA GABRIELLA; Costantini, L.. - STAMPA. - Cap 24:(2012), pp. 371-386.
Malattie del motoneurone: riabilitazione
CERAVOLO, MARIA GABRIELLA;
2012-01-01
Abstract
L’assistenza riabilitativa è attualmente ritenuta una componente imprescindibile dell’attività di Disease Management dedicata alla Malattia del Motoneurone (MM). Essa si integra nel complesso iter multidisciplinare che accompagna il soggetto dalla diagnosi all’exitus e si declina in azioni diverse in relazione alle fasi di malattia, alla tipologia e complessità della disabilità emergente e alle caratteristiche dell’individuo e dell’ambiente in cui vive. In definitiva, la finalità dell’intervento riabilitativo, nella MM come in ogni altro ambito di patologia, resta quello di favorire “….lo sviluppo del massimo potenziale fisico, psicologico, sociale, vocazionale ed educativo della persona, compatibilmente con le restrizioni fisiologiche o anatomiche e con i vincoli ambientali. Una realistica determinazione di obiettivi raggiungibili va condivisa tra il soggetto e coloro che sono destinati ad assisterlo. In tal modo si opera per ottimizzare la funzione a dispetto della disabilità anche in presenza di menomazioni inemendabili” (Bach, 2004). Concentrare l’attenzione sulle risorse disponibili al fine di garantire il massimo funzionamento possibile e desiderato dall’individuo, significa operare all’interno del paradigma dell’ICF.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.