È ormai consolidato l’impiego dell’acciaio zincato come metodo preventivo per aumentare la durabilità delle strutture in calcestruzzo armato. Con il loro utilizzo può sorgere un problema di aderenza nella fase iniziale di indurimento, a causa dello sviluppo di idrogeno gassoso all’interfaccia tra il rivestimento di zinco e la pasta di cemento, nella fase di corrosione attiva. Comunque, dopo meno di 24 ore, il rivestimento diventa passivo ed i problemi di aderenza, in tempi relativamente brevi, risultano di minore importanza. Lo scopo del presente lavoro è stato quello di ridurre il tempo di corrosione attiva dell’acciaio zincato, in modo così da ridurre o eliminare lo sviluppo di idrogeno. Si è tentato di raggiungere tale scopo aggiungendo all’acqua di impasto quantitativi differenti di acqua ossigenata. La sperimentazione è stata effettuata mediante il monitoraggio del potenziale di corrosione delle armature zincate immerse in campioni di pasta cementizia (a/c = 0,34) e di calcestruzzo (a/c = 0,5), ottenuti con cemento CEM II A-LL 42,5R (Cr VI ≤ 2ppm), in cui l’acqua ossigenata era o assente (per confronto) o aggiunta in quantità differenti. Il tempo necessario per la passivazione dell’acciaio zincato era il parametro utilizzato per analizzare l’efficacia dell’acqua ossigenata nell’accelerare tale processo. Dai risultati ottenuti, si è verificato che l’acqua ossigenata è efficace per ridurre i tempi di passivazione delle barre d’armatura zincate. A seconda della tipologia di campioni, la percentuale minima di soluzione concentrata di H2O2 (113 volumi) da aggiungere all’acqua di impasto, per garantire la passivazione sin dalle fasi iniziali del getto, è risultata piuttosto variabile: infatti per i campioni di malta è stata necessaria una percentuale dello 0,12% in volume, mentre per i campioni di calcestruzzo una percentuale del 1%. Inoltre, i problemi riscontrati in questi getti, riguardano i non trascurabili aumenti di volume dei campioni, a causa dello sviluppo di ossigeno, proveniente dall’acqua ossigenata, e le rilevabili diminuzioni di resistenza a compressione.
Studio dell’azione passivante prodotta dell’acqua ossigenata nei confronti dell’acciaio zincato in matrici cementizie / Bellezze, Tiziano; Roventi, Gabriella; Monosi, Saveria; Fratesi, Romeo. - ELETTRONICO. - (2014), pp. 100-108. (Intervento presentato al convegno XII Convegno Nazionale AIMAT tenutosi a Lecce nel 21-24 settembre 2014).
Studio dell’azione passivante prodotta dell’acqua ossigenata nei confronti dell’acciaio zincato in matrici cementizie
BELLEZZE, Tiziano;ROVENTI, Gabriella;MONOSI, SAVERIA;FRATESI, Romeo
2014-01-01
Abstract
È ormai consolidato l’impiego dell’acciaio zincato come metodo preventivo per aumentare la durabilità delle strutture in calcestruzzo armato. Con il loro utilizzo può sorgere un problema di aderenza nella fase iniziale di indurimento, a causa dello sviluppo di idrogeno gassoso all’interfaccia tra il rivestimento di zinco e la pasta di cemento, nella fase di corrosione attiva. Comunque, dopo meno di 24 ore, il rivestimento diventa passivo ed i problemi di aderenza, in tempi relativamente brevi, risultano di minore importanza. Lo scopo del presente lavoro è stato quello di ridurre il tempo di corrosione attiva dell’acciaio zincato, in modo così da ridurre o eliminare lo sviluppo di idrogeno. Si è tentato di raggiungere tale scopo aggiungendo all’acqua di impasto quantitativi differenti di acqua ossigenata. La sperimentazione è stata effettuata mediante il monitoraggio del potenziale di corrosione delle armature zincate immerse in campioni di pasta cementizia (a/c = 0,34) e di calcestruzzo (a/c = 0,5), ottenuti con cemento CEM II A-LL 42,5R (Cr VI ≤ 2ppm), in cui l’acqua ossigenata era o assente (per confronto) o aggiunta in quantità differenti. Il tempo necessario per la passivazione dell’acciaio zincato era il parametro utilizzato per analizzare l’efficacia dell’acqua ossigenata nell’accelerare tale processo. Dai risultati ottenuti, si è verificato che l’acqua ossigenata è efficace per ridurre i tempi di passivazione delle barre d’armatura zincate. A seconda della tipologia di campioni, la percentuale minima di soluzione concentrata di H2O2 (113 volumi) da aggiungere all’acqua di impasto, per garantire la passivazione sin dalle fasi iniziali del getto, è risultata piuttosto variabile: infatti per i campioni di malta è stata necessaria una percentuale dello 0,12% in volume, mentre per i campioni di calcestruzzo una percentuale del 1%. Inoltre, i problemi riscontrati in questi getti, riguardano i non trascurabili aumenti di volume dei campioni, a causa dello sviluppo di ossigeno, proveniente dall’acqua ossigenata, e le rilevabili diminuzioni di resistenza a compressione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.