Nessun testo antico è stato così letto, studiato e messo in discussione, dal XIV al XVI secolo, come quello presentato all’inizio del III libro del De Architectura da Marco Vitruvio Pollione (80 a.C. circa – 15 a.C. circa) in cui son descritte le proporzioni dell’ homo bene figuratus inscritto nelle due figure semplici: il quadrato e il cerchio. Il rigore con cui Vitruvio definisce le relazioni aritmetiche e geometriche, destinate a governare il corpo umano nella sua forma completa, ha sempre generato un certo interesse e non poche perplessità. La descrizione dell’uomo vitruviano ha stimolato nel Rinascimento molti artisti e studiosi. Tra cui Mariano de Jacopo detto il Taccola (1382 – 1453), Francesco di Giorgio Martini (1439–1501), Luca Pacioli (1445 - 1517) e Cesare Cesariano (1475 – 1543) avviandoli alla progettazione di architetture secondo regole antropomorfe . Pur essendo un testo apparentemente disarticolato, capace di confondere i lettori, un’attenta lettura ci mette di fronte l’immagine di un uomo in cui è possibile ritrovare una precisa coerenza estetica e cosmologica; tra le varie interpretazioni grafiche che si sono susseguite nel tempo, il disegno realizzato da Leonardo da Vinci (1452 –1519) nel 1490 , oggi conservato nelle Gallerie dell’Accademia di Venezia, è sicuramente l’immagine più celebre che non solo è diventata la sintesi perfetta del Rinascimento, ma è anche la massima espressione del controllo e dominio dell’uomo sul mondo. Il testo di Vitruvio e il disegno di Leonardo appaiono, come il testo illustrerà, profondamente e intimamente legati nei principi geometrici che li generano.
Vitruvio e Leonardo, le geometrie platoniche "nell'uomo dalla bella forma" (De Architectura III, 1, 2-3) / Pierre, Gros; Clini, Paolo; Amadei, Daniela. - STAMPA. - (2013), pp. 30-40.
Vitruvio e Leonardo, le geometrie platoniche "nell'uomo dalla bella forma" (De Architectura III, 1, 2-3)
CLINI, Paolo;AMADEI, DANIELA
2013-01-01
Abstract
Nessun testo antico è stato così letto, studiato e messo in discussione, dal XIV al XVI secolo, come quello presentato all’inizio del III libro del De Architectura da Marco Vitruvio Pollione (80 a.C. circa – 15 a.C. circa) in cui son descritte le proporzioni dell’ homo bene figuratus inscritto nelle due figure semplici: il quadrato e il cerchio. Il rigore con cui Vitruvio definisce le relazioni aritmetiche e geometriche, destinate a governare il corpo umano nella sua forma completa, ha sempre generato un certo interesse e non poche perplessità. La descrizione dell’uomo vitruviano ha stimolato nel Rinascimento molti artisti e studiosi. Tra cui Mariano de Jacopo detto il Taccola (1382 – 1453), Francesco di Giorgio Martini (1439–1501), Luca Pacioli (1445 - 1517) e Cesare Cesariano (1475 – 1543) avviandoli alla progettazione di architetture secondo regole antropomorfe . Pur essendo un testo apparentemente disarticolato, capace di confondere i lettori, un’attenta lettura ci mette di fronte l’immagine di un uomo in cui è possibile ritrovare una precisa coerenza estetica e cosmologica; tra le varie interpretazioni grafiche che si sono susseguite nel tempo, il disegno realizzato da Leonardo da Vinci (1452 –1519) nel 1490 , oggi conservato nelle Gallerie dell’Accademia di Venezia, è sicuramente l’immagine più celebre che non solo è diventata la sintesi perfetta del Rinascimento, ma è anche la massima espressione del controllo e dominio dell’uomo sul mondo. Il testo di Vitruvio e il disegno di Leonardo appaiono, come il testo illustrerà, profondamente e intimamente legati nei principi geometrici che li generano.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.