Considerando i fenomeni di corrosione localizzata osservati sull’asse portaelica di una nave, costruito in acciaio 17 4PH, e considerando alcune criticità riscontrate in precedenti test di protezione catodica, eseguita mediante anodi sacrificali, in questo lavoro è stata analizzata l’efficacia della protezione catodica a corrente impressa. La sperimentazione è stata effettuata su un sistema di propulsione di dimensioni reali (lungo più di 3 metri), in cui sono stati installati due fili di titanio attivato, funzionanti da anodi, in direzione longitudinale nell’intercapedine formata da asse e astuccio in vetroresina. L’alimentazione del sistema di protezione catodica è stata effettuata con un potenziostato, che manteneva l’asse a -0,3V vs. SCE. Per simulare le condizioni che si hanno in fase di fermo e di navigazione, i test sono stati eseguiti sia con acqua di mare stagnante che con acqua fatta circolare nell’intercapedine fino alla portata di 40 L/min. Dai risultati ottenuti, si è potuto constatare che l’asse può essere protetto efficacemente sia da entrambi gli anodi, sia mediante l’impiego di uno solo di essi. Questa soluzione può essere considerata più vantaggiosa di quella che prevede l’utilizzo di anodi sacrificali di acciaio dolce, perché non presenta le stesse criticità riscontrate con questi ultimi e inoltre non ha bisogno della loro sostituzione.

PROTEZIONE CATODICA DI UN ASSE PORTAELICA DI UNA NAVE TRAMITE ANODI A CORRENTE IMPRESSA / Bellezze, Tiziano; Fratesi, Romeo; Roventi, Gabriella. - (2013). (Intervento presentato al convegno Giornate Nazionali sulla Corrosione e Protezione tenutosi a Centro Congressi Federico II - Napoli nel 10-11-12 luglio 2013).

PROTEZIONE CATODICA DI UN ASSE PORTAELICA DI UNA NAVE TRAMITE ANODI A CORRENTE IMPRESSA

BELLEZZE, Tiziano;FRATESI, Romeo;ROVENTI, Gabriella
2013-01-01

Abstract

Considerando i fenomeni di corrosione localizzata osservati sull’asse portaelica di una nave, costruito in acciaio 17 4PH, e considerando alcune criticità riscontrate in precedenti test di protezione catodica, eseguita mediante anodi sacrificali, in questo lavoro è stata analizzata l’efficacia della protezione catodica a corrente impressa. La sperimentazione è stata effettuata su un sistema di propulsione di dimensioni reali (lungo più di 3 metri), in cui sono stati installati due fili di titanio attivato, funzionanti da anodi, in direzione longitudinale nell’intercapedine formata da asse e astuccio in vetroresina. L’alimentazione del sistema di protezione catodica è stata effettuata con un potenziostato, che manteneva l’asse a -0,3V vs. SCE. Per simulare le condizioni che si hanno in fase di fermo e di navigazione, i test sono stati eseguiti sia con acqua di mare stagnante che con acqua fatta circolare nell’intercapedine fino alla portata di 40 L/min. Dai risultati ottenuti, si è potuto constatare che l’asse può essere protetto efficacemente sia da entrambi gli anodi, sia mediante l’impiego di uno solo di essi. Questa soluzione può essere considerata più vantaggiosa di quella che prevede l’utilizzo di anodi sacrificali di acciaio dolce, perché non presenta le stesse criticità riscontrate con questi ultimi e inoltre non ha bisogno della loro sostituzione.
2013
9788885298965
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