Göran Schildt, biografo di Alvar Aalto, ha scritto in numerose occasioni della particolare attrazione del ‘maestro’ finlandese per il Mediterraneo, un interesse peraltro condiviso dai due amici nei frequenti viaggi in barca. Per Aalto, la scoperta del fascino dei luoghi della cultura classica è avvenuta soltanto negli anni cinquanta, quando la crescente notorietà internazionale si traduceva in sempre più frequenti inviti all’estero. Il rapporto con l’Italia sembra privilegiato, forse per la costante attenzione dedicata alla sua opera dalle nostre riviste di architettura, che hanno aperto la strada ad un vero pellegrinaggio al Nord di studenti e giovani architetti. Il ricco carteggio con Ernesto Rogers ne dà piena testimonianza. L’Italia diventa dunque anche occasione di scambio con i colleghi e di incarichi professionali, da un lato favoriti dalla collaborazione con Leonardo Mosso e dall’altro dall’invito del cardinale Giacomo Lercaro a progettare la chiesa di Riola. Arrivano poi la grande mostra a Palazzo Strozzi e la laurea honoris causa del Politecnico di Milano. In questo contesto va letto il viaggio nel Mediterraneo, una ulteriore conquista dopo l’amore per la Toscana: i disegni conservati nell’archivio Aalto ci portano in stretta sequenza in Spagna e Marocco nel 1951, in Sicilia nel 1952 e in Grecia nel 1953. Sono gli anni della ricerca espressiva in mattone rosso – il piccolo municipio di Säynätsalo e la casa di Muuratsalo, ma anche quelli della dimensione urbana del progetto sperimentata nei campus universitari e nei centri civici, da Otaniemi a Seinäjoki. I pochi disegni siciliani sono straordinarie memorie della sua attrazione per i paesaggi collinari e per quella che lui amava definire ‘città che sale’, un rapido schizzo di Calascibetta arroccata sull’alto sperone di roccia, o la sequenza di promontori su cui domina un tempio ad Agrigento. Sappiamo che da questo momento la Sicilia è stata eletta a luogo privilegiato per trascorrere periodi di riposo dal sempre più frenetico ritmo lavorativo, insieme ad Elissa. Ma presto anche qui il viaggio si tramuta in occasione professionale. Tra le scarse tracce presenti in archivio, resta un nutrito carteggio con la Società Generale Immobiliare di Roma e con Pier Luigi Nervi e Luigi Moretti che con lui hanno condiviso, tra il 1957 e il 1961, l’incarico di consulenza per la ricostruzione del quartiere San Berillo a Catania, che purtroppo va annoverato tra i tanti progetti italiani rimasti sulla carta.

La Sicilia di Alvar Aalto / Alici, Antonello. - STAMPA. - (2017), pp. 440-455.

La Sicilia di Alvar Aalto

Antonello Alici
Writing – Original Draft Preparation
2017-01-01

Abstract

Göran Schildt, biografo di Alvar Aalto, ha scritto in numerose occasioni della particolare attrazione del ‘maestro’ finlandese per il Mediterraneo, un interesse peraltro condiviso dai due amici nei frequenti viaggi in barca. Per Aalto, la scoperta del fascino dei luoghi della cultura classica è avvenuta soltanto negli anni cinquanta, quando la crescente notorietà internazionale si traduceva in sempre più frequenti inviti all’estero. Il rapporto con l’Italia sembra privilegiato, forse per la costante attenzione dedicata alla sua opera dalle nostre riviste di architettura, che hanno aperto la strada ad un vero pellegrinaggio al Nord di studenti e giovani architetti. Il ricco carteggio con Ernesto Rogers ne dà piena testimonianza. L’Italia diventa dunque anche occasione di scambio con i colleghi e di incarichi professionali, da un lato favoriti dalla collaborazione con Leonardo Mosso e dall’altro dall’invito del cardinale Giacomo Lercaro a progettare la chiesa di Riola. Arrivano poi la grande mostra a Palazzo Strozzi e la laurea honoris causa del Politecnico di Milano. In questo contesto va letto il viaggio nel Mediterraneo, una ulteriore conquista dopo l’amore per la Toscana: i disegni conservati nell’archivio Aalto ci portano in stretta sequenza in Spagna e Marocco nel 1951, in Sicilia nel 1952 e in Grecia nel 1953. Sono gli anni della ricerca espressiva in mattone rosso – il piccolo municipio di Säynätsalo e la casa di Muuratsalo, ma anche quelli della dimensione urbana del progetto sperimentata nei campus universitari e nei centri civici, da Otaniemi a Seinäjoki. I pochi disegni siciliani sono straordinarie memorie della sua attrazione per i paesaggi collinari e per quella che lui amava definire ‘città che sale’, un rapido schizzo di Calascibetta arroccata sull’alto sperone di roccia, o la sequenza di promontori su cui domina un tempio ad Agrigento. Sappiamo che da questo momento la Sicilia è stata eletta a luogo privilegiato per trascorrere periodi di riposo dal sempre più frenetico ritmo lavorativo, insieme ad Elissa. Ma presto anche qui il viaggio si tramuta in occasione professionale. Tra le scarse tracce presenti in archivio, resta un nutrito carteggio con la Società Generale Immobiliare di Roma e con Pier Luigi Nervi e Luigi Moretti che con lui hanno condiviso, tra il 1957 e il 1961, l’incarico di consulenza per la ricostruzione del quartiere San Berillo a Catania, che purtroppo va annoverato tra i tanti progetti italiani rimasti sulla carta.
2017
Architetti in viaggio. La Sicilia nello sguardo degli altri
978-88-6242-256-7
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11566/255069
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